Guadagnare tanto e trovarsi sempre con le tasche vuote. Questa è l’amara realtà che – purtroppo – affligge le imprese italiane.
Secondo il recente rapporto “Paying Taxes 2020” realizzato dalla Banca Mondiale e da Pwc – il carico fiscale delle imprese italiane – è aumentato di 6 punti fino a raggiungere una percentuale pari al 59,1% degli utili.
Tasse: le imprese italiane le più tartassate al mondo
Con il 59,1% versati al Fisco – le imprese della penisola italiana – sono le più tartassate al mondo. Le tasse di anno in anno – purtroppo – aumentano: se pensiamo che – in relazione ai dati del 2017 il carico fiscale pesava sui profitti di ben 53,1% – ed oggi siamo a 6 punti percentuali sopra, la tesi è amaramente confermata.
Tra imposte e contributi oggi ti serve il 59,1% di profitto per poterli pagare, mentre alle imprese mondiali ed europee servono rispettivamente il 40,5 e 38,9%. Insomma, paghi di più rispetto a quello che ti resta in tasca: solo il 40,9%.
Il peggioramento è dovuto essenzialmente al venir meno degli sgravi contributivi, le classiche misure temporanee che servono a tamponare la situazione ma non a stabilizzarla come necessitano le imprese italiane. La mancanza di instabilità spinge le imprese a non aver alcuna fiducia o limitano sempre più i potenziali investimenti che – magari – avresti voluto fare.
A peggiorare la situazione per le imprese italiane – oltre alle tasse elevata – è un sistema fiscale sempre più complesso:
- 238 ore all’anno per tutti gli adempimenti fiscali previsti;
- 42 ore per richiedere un rimborso IVA (rispetto alle 18,2 necessarie a livello mondiale e alle 7 necessarie in tutti gli altri paesi europei).
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Un unico rimedio per abbattere il peso del Fisco
In Italia l’imposizione fiscale rappresenta una zavorra per chiunque decide di avviare un’attività in proprio. Molte sono le imprese che – tra mala gestione e tassazione elevata – sono costrette a chiudere perché si ritrovano con una montagna di debiti.
Nei primi 6 mesi di quest’anno la presenza delle imprese artigiane è diminuita di 6.564 unità (come rilevato dalla CGIA di Mestre).
Sicuramente la situazione – tra la futura Legge di Bilancio e il contesto socio economico sempre più negativo – finisce per scoraggiare l’apertura di qualsiasi attività imprenditoriale. Per aprire un’attività bisogna avere coraggio e scegliere la forma giuridica giusta: essere sottoposti ad una tassazione superiore al 60% è facile.
Purtroppo, tutto cambia, fuorché la tassazione – o meglio cambia, ma mai in positivo e sempre a discapito del vero motore dell’economia italiana: le piccole e medie imprese.
Non è tempo di lamentele o quant’altro, è tempo di scegliere e conoscere quelle strategie che – grazie ad un’adeguata pianificazione fiscale – ti consentono di abbattere il carico fiscale in modo onesto e legale al 100%.
Cosa significa pianificare?
Pianificare significa utilizzare uno o più strumenti strategici per ottenere – in maniera onesta e legale – una riduzione dell’imposizione fiscale.
Grazie alla pianificazione è possibile conoscere in anticipo le tasse che un’impresa deve versare senza arrivare a ridosso della scadenza o della dichiarazione dei redditi e scoprire di dover versare più di metà dell’utile al Fisco.
Anche una semplice agevolazione fiscale per investimenti può essere utile per abbattere il carico fiscale. Un credito fiscale – ad esempio – che lo utilizzi in compensazione non è altro che un piccolo sconto che va ad abbassare o addirittura ad azzerare l’eventuale tassa da pagare.
Tutti dicono che il sistema tributario è complesso e non aiuta chi vuole fare impresa.
In parte è vero, in parte no.
È vero perché ci sono una marea di tasse.
Non è vero perché tra le numerose norme, sono nascoste delle strategie che ti permettono di pagare solo le tasse giuste. Conoscerle e attuarle fa la differenza – affidati ad un esperto del risparmio fiscale: un minimo errore sarà fatale e segnerà la vita della tua azienda.