L’amministratore senza compenso è possibile nella srl? Secondo le sentenze della Cassazioni si, ma solo se rispettati determinati requisiti. Vediamo quali sono i principali requisiti per svolgere il ruolo di amministratore della srl in maniera gratuita.
Compenso all’amministratore obbligatorio o facoltativo?
L’amministratore è la figura che dirige e gestisce la srl. Come tale, ha molti poteri e una notevola responsabilità per quanto riguarda le sorti dell’azienda. Pertanto, deve svolgere il proprio operato in maniera diligente.
Data l’importanza del ruolo, ha diritto a un compenso, comunemente conosciuto come compenso amministratore. Il compenso non va confuso con la retribuzione che l’amministratore percepisce dalla stessa attività – perché si può essere amministratore e dipendente anche della stessa srl – o da altre società. Il compenso, infatti, è sempre specifico per l’incarico di amministratore.
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Tuttavia, lo stesso amministratore, può svolgere lo stesso il proprio ruolo e decide di farlo in maniera del tutto gratuita. L’emolumento, infatti, può essere anche facoltativo e non per forza di cose obbligatorio.
Amministratore senza compenso: la condizione generale
Svolgere il ruolo di amministratore senza compenso è possibile ma solo se vengono rispettati alcuni requisiti di fondamentale importanza. Questa per una ragione:
- evitare possibili controversie con l’Agenzia delle Entrate
- e con lo stesso amministratore.
Pertanto, per formalizzare l’incarico senza compenso è necessario averlo stabilito precedentemente dall’assemblea dei soci. Se non viene fatto questo passaggio, l’amministratore che svolge il ruolo senza compenso, lo fa accollandosi tutti i rischi fiscali del caso.
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Il Fisco, infatti, non dice esplicitamente che l’amministratore deve svolgere la propria funzione dietro pagamento di un corrispettivo. Parere affermato anche dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 18643 del 13 luglio del 2018.
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La sentenza recente rappresenta una decisione molto importante che, volente o nolente, ribalta quanto già stabilito dalla stessa Cassazione ben 10 anni fa. Con la sentenza n.1915 del 29 gennaio 2008, la stessa Cassazione, infatti, non aveva dato ragione all’amministratore. In quel caso, all’amministratore era stata notificata una rettifica riguardante la sua dichiarazione dei redditi sostenendo che la carica svolta doveva essere remunerata (sempre e comunque).
Nella recente Cassazione, l’ultima del 2018, invece, ha ribaltato tutto e dato ragione all’amministratore. Quindi, l’amministratore può dirigere l’azienda anche gratuitamente.
Amministratore senza compenso: ha diritto ai rimborsi?
L’amministratore che svolge la sua attività in maniera gratuita, tuttavia, ha lo stesso diritto al rimborso spese se anticipa soldi in nome e per conto della società. Le spese, però, per essere rimborsate, devono essere documentate, altrimenti è impossibile per la srl fare movimenti in uscita di denaro (ma anche in entrata) senza alcuna pezza d’appoggio.
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Pertanto, se l’amministratore si ferma alla stazione di servizio dopo un viaggio fatto in nome e per conto dell’azienda, e fa rifornimento, deve conservare bene la ricevuta di pagamento (o anche le fatture e gli scontrini delle spese effettuate). Stessa cosa se alloggia o acquista qualcosa a nome e per conto dell’azienda.
Obbligatorio o gratuito: quale tipologia di compenso scegliere?
L’amministratore, dunque, può svolgere il proprio operato diligentemente senza ricevere alcun compenso. La scelta tra svolgere il ruolo con o senza compenso è una decisione da fare anche in ottica di pianificazione fiscale.
Nell’ottica di un’adeguata pianificazione fiscale, infatti, il compenso amministratore, permette all’azienda di ridurre la base imponibile sulla quale viene applicata poi l’Ires. Minore è la base imponibile, minore sarà l’Ires da versare (anche se l’aliquota rimane sempre al 24%).
Dunque, il compenso amministratore, può diventare un ottimo alleato per ridurre le imposte a debito. Occhio però a non esagerare, perché da alleato può trasformarsi in vero nemico in ottica contributiva.
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