Molto spesso nelle aziende di dimensioni minori, tra la forza, ci sono anche figure che, oltre ad essere amministratori, figurano anche come dipendenti nella stessa srl.
Ma è possibile essere amministratore e dipendente contemporaneamente nella stessa società? Vediamo quali sono i requisiti richiesti per evitare di sperperare denaro in tasse e contributi previdenziali. Ma soprattutto cosa rischi se non rispetti i requisiti previsti.
Amministratore srl e dipendente: 3 requisiti da rispettare
Essere amministratore e contemporaneamente anche dipendente della società è una richiesta che viene fatta da molti imprenditori. Soprattutto nelle imprese di piccole dimensioni, infatti, è lo stesso imprenditore che chiede di assumersi autonomamente come dipendente.
Si tratta di una richiesta logica e che trova un fondamento. Non tutti sanno, infatti, che è possibile essere amministratore e dipendente dalla stessa società. Ma per farlo è necessario rispettare determinati requisiti stabiliti direttamente dall’Inps:
- l’amministratore non deve avere tutto il potere deliberativo della società;
- deve essere provato il vincolo di subordinazione nel rapporto di lavoro;
- deve svolgere mansioni escluse dalla delega di gestione.
Questo è quanto stabilito dall’Inps con il messaggio n. 3359/2019 .
Secondo l’Inps, il presidente del consiglio di amministrazione, come ogni altro consigliere, non è incompatibile con lo status di dipendente. Stessa cosa per l’amministratore delegato che può essere dipendente della società, però in base alla delega che gli viene conferita:
- se la delega si limita al solo potere di rappresentanza o è riferita a specifiche operazioni allora è ammissibile la comparativa tra amministratore e dipendente della stessa società;
- se non c’è delega l’amministratore agisce senza alcun controllo quindi non può essere anche dipendente.
Essere amministratore e dipendente della stessa società non è possibile quando l’amministratore, appunto, è socio unico:manca il vincolo di subordinazione richiesto dall’Inps.
La stessa Inps, spiega ancora, che, nel caso di specie, essendoci un’unica persona, la stessa ha l’autorità di esprimere la volontà della società. Di conseguenza, ha il pieno potere di controllo, comando e disciplina.
Richiedi la tua prima consulenza gratuita
Indeducibile il compenso all’amministratore unico della società di capitali
Andiamo a vedere ora cosa può o non può dedurre la società tenuto conto del tipo di ruolo e compenso erogato.
Riguardo all l’amministratore unico di società di capitali, che sia srl o spa, non è deducibile il compenso di quest’ultimo in quanto la sua posizione è paragonabile a quella dell’imprenditore.
Questo perché? Perché non vi è alcun vincolo di subordinazione. In pratica non vi è alcun requisito tipico della subordinazione, quindi come se fosse lui a decidere di dover avere un compenso.
L’ordinanza 11161/2021 della Cassazione, infatti, stabilisce che:
– i compensi riconosciuti agli amministratori, precedentemente deliberati, sono deducibili dal reddito d’impresa;
– le retribuzioni di lavoro dipendente corrisposte all’amministratore unico non sarebbero deducibili, in quanto la prestazione di lavoro non viene eseguita alle dipendenze e sotto la direzione di altri.
Il lavoratore dipendente non può svolgere allo stesso tempo la mansione di amministratore unico della stressa srl, poiché quest’ultimo attira su di sé tutti i poteri dell’azienda: gestione e controllo.
Come detto, è compatibile, invece, quando le mansioni attribuiti all’amministratore sono completamente diverse da quelle che svolge con la qualifica di lavoratore dipendente. E deve essere dimostrato che le attività svolte siano assoggettate a subordinazione.
Quindi, se non viene dimostrata la subordinazione nei confronti dell’organo esecutivo, gli oneri erogati dal consigliere di amministrazione sono indeducibili dal reddito d’impresa. A differenza, invece, di quanto succede per i costi per lavoro dipendente erogati ad un consigliere che è privo di deleghe per le altre attività svolte da lui.
Senza requisiti per operare come dipendere cosa succede?
Quando si cerca di inquadrare una figura con il doppio ruolo, come nel caso di amministratore e dipendente della stessa società, è sempre consigliabile valutare quali possono essere le conseguenze nel caso in cui non sono osservati i 3 requisiti.
A parte il fatto che, se non vengono rispettati i requisiti, è la stessa Inps a mettere il vieto e a non erogare la relativa prestazione pensionistica. A ciò, va aggiunto che, anche se vi è il rifiuto da parte dell’inps, i contributi per la posizione di dipendente sono maturati e quindi possono essere richiesti.
Di contro, vi è il problema dei redditi connessi all’attività di amministratore. Infatti, questi, di conseguenza, devono essere sottoposti a tassazione contributiva con annesse sanzioni e interessi.
Quando le condizioni condizioni sono rispettate, le due posizioni previdenziali rimangono distinte e autonome tra loro, con il diritto di ricevere entrambi le pensioni.
Stabilire se puoi o non puoi essere amministratore della srl e dipendente della stessa società non è complicato, ma nemmeno tanto semplice. Per farlo è necessario analizzare la situazione in maniera dettagliata per evitare di dover subire conseguenze negative e guai con Fisco e Inps.
Se vuoi sapere se anche tu puoi svolgere il doppio ruolo nella tua azienda richiedi adesso la tua consulenza gratuita per ridurre le tasse e beneficiare di importanti strumenti di pianificazione fiscale.