L’assegnazione agevolata dei beni ai soci è una misura introdotta dall’ultima finanziaria con lo scopo di estromettere dalla sfera dell’impresa alcuni beni beneficiando di una tassazione molto vantaggiosa. In questo articolo vediamo cos’è, come funziona, quanto potrebbe costare e perché non conviene sfruttarla.
Assegnazione agevolata beni ai soci 2023: cos’è?
La Legge di Bilancio 2023 dopo svariati anni ripropone una misura già utilizzata precedentemente, ovvero l’assegnazione agevolata ai soci. Una misura che consente ai soci di estrarre dall’azienda tutti quei beni, non strumentali all’impresa, e di:
- pagare un’imposta sostitutiva;
- beneficiare della riduzione dell’imposta di registro e delle imposte ipotecaria e catastale.
Lo scopo dell’assegnazione è quello di:
- applicare una tassazione più benevola sulle plusvalenze che emergono in capo alla società nel momento in cui viene estratto il bene dall’impresa e assegnato al socio;
- calcolare le plusvalenze sul valore catastale, molto più conveniente, rispetto al valore normale dell’immobile;
- beneficiare della riduzione del 50% dell’imposta di registro e delle imposte ipotecarie e catastali in misura fissa.
L’imposta sostitutiva varia dall’8 al 10,5% (molto più conveniente rispetto alla normale applicazione dell’imposta sui redditi e dell’Irap) ed è possibile sfruttare l’agevolazione fino al 30 settembre 2023.
Assegnazione agevolata beni ai soci 2023: chi può beneficiare?
L’assegnazione agevolata dei beni ai soci è utilizzabile da:
- società in nome collettivo (snc),
- società in accomandita semplice (sas),
- società a responsabilità limitata (srl)
- società per azioni e in accomandita per azioni (sapa).
Quindi solo se socio di una tipologia di queste società puoi sfruttare l’agevolazione. In più, quest’ultime, per sfruttare al massimo la misura devono possedere:
- beni immobili non strumentali per destinazione (immobili patrimonio, terreni o fabbricati);
- beni mobili registrati che non rientrano tra quelli strumentali.
Ad esempio, tutti quei beni che, per loro natura, sono necessari per lo svolgimento dell’attività d’impresa e quelli strumentali, non li puoi estromettere grazie a questa agevolazione.
Assegnazione agevolata beni ai soci 2023: condizione necessaria
L’agevolazione, come tutte del resto, è concessa solo se vengono rispettate determinate condizioni. In questo caso, la condizione necessaria è la seguente:
– i soci devono essere iscritti sul libro soci al 30 settembre 2022 (qualora sia previsto).
Leggi anche: Come pagare i soci della srl: le strategie da utilizzare
Dunque, non tutti i soci possono sfruttarla. Ad esempio, chi diventa socio a ottobre non può estromettere i beni pagando questa imposta sostitutiva.
Tuttavia, non è necessario che questi soggetti risultino soci ininterrottamente fino al 30 settembre 2022. Ma ai fini agevolativi, alla data del 30 settembre 2022 devi possedere questo status, altrimenti non ti è possibile sfruttare l’agevolazione.
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Assegnazione agevolata beni ai soci 2023: tassazione
L’assegnazione, come già anticipato, ha lo scopo di corrispondere l’imposta dovuta calcolandola sul valore catastale dell’immobile e non su quello normale.
Una doppia convenienza perché l’imposta:
- varia dall’8 al 10,5% evitando la più costosa Irpef, in caso di società di persone, e Ires, in caso di srl (più l’Irap)
- si paga sul valore catastale che, sugli immobili, sappiamo bene sia molto più basso rispetto al valore normale.
Esemplificando, supponiamo che la Alfa srl voglia assegnare il bene X al socio Mario. Supponiamo poi che il bene abbia questi valori:
- valore catastale dell’immobile 120.000 euro;
- valore normale dell’immobile 220.000 euro;
- costo fiscalmente riconosciuto 50.000 euro.
Tassazione regime ordinario
Se adottassimo il regime ordinario, avremmo questa tassazione:
- imponibile = 220.000 – 50.000 = 170.000 euro
- Ires = 170.000 x 24% = 40.800 euro
Tassazione regime agevolato
Se invece per l’assegnazione dei beni utilizzassimo l’agevolazione la situazione sarebbe completamente diversa. In questo caso però dobbiamo fare una distinzione tra determinazione della plusvalenza in base al valore normale e quello catastale.
Nel primo caso avremmo:
- Imponibile = 220.000 – 50.000 = 170.000 euro
- Imposta sostitutiva = 170.000 x 8% = 13.600 euro
Nel secondo caso avremmo:
- Imponibile = 120.000 – 50.000 = 50.000 euro
- Imposta sostitutiva = 50.000 x 8% = 5.600 euro
Come vedi l’agevolazione è molto vantaggiosa, anche se…
Perché non conviene?
Se guardiamo solo alla tassazione si.
Se invece allarghiamo lo sguardo anche da un punto di vista patrimoniale, potremmo dire no. La protezione del patrimonio è un argomento che deve essere posto al centro di ogni attività imprenditoriale.
Leggi anche:Acquisto immobile: privato o società?
Perché trasferire questi beni, che sono il patrimonio, al socio, con tutti i rischi del caso? Ad esempio, se hai dei debiti, i creditori si faranno su questi beni. Rischiare di perdere tutto è più semplice di quanto tu possa pensare.
E se invece ci fosse una soluzione, anch’essa agevolativa, che ti permette di estrarre i beni della società e di metterli a riparo i beni sottratti dalla sfera dell’impresa, perché non sfruttarla?
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