Auto elettriche aziendali: la ricarica è un fringe benefit?

di Redazione Soluzione Tasse
14 Set, 2023
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    I costi sostenuti per la ricarica dell’auto aziendale elettrica presso la propria abitazione del dipendente rientrano tra i vantaggi dei fringe benefit? Questa è la domanda che ha posto una società all’Agenzia delle Entrate. Scopriamo insieme quale è stata la risposta dell’Agenzia. 

    Cosa sono i fringe benefit?

    Prima di parlare del tema di oggi, dobbiamo capire cosa sono i fringe benefit. Se non sappiamo cos’è questo strumento di pianificazione fiscale è difficile capire il tema del giorno, ovvero: le cariche elettriche rientrano in questa categoria di benefici verso il lavoratore?

    I fringe benefit consistono nella messa a disposizione da parte dell’azienda di beni o servizi a favore dei propri dipendenti. In altre parole, sono compensi non monetari ed erogabili senza alcun obbligo in forza di norme di legge.

    Leggi anche: Welfare aziendale o fringe benefit 2023: cosa conviene all’impresa?

    Le aziende solitamente ricorrono ai fringe benefit con l’obiettivo di diminuire il carico contributivo e fiscale, rispetto all’esborso che avrebbero con l’attribuzione di compensi monetari. Inoltre, vengono utilizzati per incentivare i lavoratori e fidelizzare sempre più.

    Dopo questa breve panoramica sullo strumento in generale, andiamo a vedere se la ricarica dell’auto elettrica può rientrare tra questi servizi analizzando l’interpello  n. 421 del 25 agosto 2023 dell’Agenzia delle Entrate.

    Cosa chiede la società istante?

    La vicenda riguarda una società che dispone di una flotta aziendale di circa 230 autovetture assegnate in uso promiscuo ai dipendenti addebitando il fringe benefit in busta paga.

    La società istante, con l’interpello in oggetto, chiede all’Agenzia delle Entrate di 

    sapere se le spese sostenute dai dipendenti per:

    • la ricarica elettrica delle auto effettuate presso la propria abitazione sono soggette a tassazione ordinaria oppure classificabili come fringe benefit.

    Siccome l’azienda può dare al dipendente un veicolo e altri beni o servizi come wallbox necessario per la ricarica fa un ulteriore domanda:

    • le spese per la manutenzione ordinaria wallbox necessario per la carica rientrano anch’esse nella categoria dei fringe?

    Leggi anche: Costi auto aziendali in holding: quando li deduce integralmente?

    La richiesta della società è assolutamente legittima perché se questi costi rientrano tra i fringe benefit, l’azienda beneficerebbe di un risparmio fiscale e contributivo.

    La risposta dell’Agenzia delle Entrate

    L’Agenzia delle Entrate, recepito l’interpello, dopo una serie di analisi e studi è giunta a una conclusione inviando una risposta. 

    La risposta, purtroppo, non è quella che la società si sarebbe aspettata. 

    Infatti:

    • le spese sostenute per il consumo di energia non rientrano tra i fringe benefit. Secondo l’Agenzia, infatti, questa spesa rientra tra i rimborsi spese sostenuti dal dipendente e quindi concorrono alla formazione del reddito. Dunque, si applicano le regole stabilite per la tassazione ordinaria. Quindi tutto tassato secondo le ordinarie aliquote e disciplina Irpef;
    • i wallbox, invece, devono essere valutati separatamente per stabilire l’importo che deve essere assoggettato a tassazione in capo al dipendente, includendo le somme nel reddito da lavoro.

    Leggi anche: Decreto Lavoro, fringe benefit 2023: esentasse fino a 3.000 euro

    Una risposta, questa, che probabilmente la società non si sarebbe mai aspettata. Di conseguenza, la società vede così svanito il vantaggio di utilizzare i  fringe benefit per diminuire i costi fiscali e contributivi.

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    Un vantaggio snaturato

    I fringe benefit, infatti, sono vantaggiosi perché non sono tassabili per il dipendente e non richiedono contributi fino a 258,23 euro. 

    Pertanto, sia l’azienda che il dipendente, nel caso delle spese sostenute per ricaricare le auto elettriche, non possono beneficiare di questa tassazione agevolata. Dovendo, infatti, scontare l’aliquota Irpef ordinaria.

    Un vantaggio non sfruttabile né dal dipendente e né dall’azienda (vista la facilità di erogazione che hanno i fringe benefit).

    Tuttavia, vi è la possibilità di utilizzare altre tipologie di fringe benefit da erogare al dipendente e, allo stesso tempo, portare un vantaggio all’impresa (non soltanto in termini fiscali). 

    Ma non solo, perché oltre ai fringe ci sono svariati strumenti di pianificazione fiscale utili a ridurre le imposte a debito rispettando il dettato normativo tributario. Pensiamo, ad esempio, al marchio e alle royalties, oppure il TFM. Tutti strumenti utilizzati per ridurre la pressione fiscale che, probabilmente molti conoscono, quindi anche tu che stai leggendo, ma pochi li sanno utilizzare.

    Infatti, è proprio l’utilizzo corretto di questi strumenti che ti fa risparmiare tasse. Ma non solo, perché l’utilizzo efficace di è in grado trasmetterti quella tranquillità fiscale che pochi imprenditori hanno. 

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