PMI

Cessione pacchetto clienti: aspetti fiscali imposte dirette e indirette

di Soluzione Tasse
20 Nov, 2018
Tempo di lettura
( parole )

Conserva ora questo articolo!

Inserisci qui sotto il tuo nome e la tua email. Riceverai subito un'email, con un link per rileggere l’articolo tutte le volte che vuoi.

    Cessione pacchetto clienti: aspetti fiscali imposte dirette e indirette  Molte volte capita che un’azienda, ma anche i professionisti, per varie ragioni, decidono di cedere il proprio pacchetto clienti.

    Si tratta di un’operazione relativamente complessa e di non facile inquadramento, sia a livello civilistico che a livello prettamente fiscale, perché non è semplice definire se si tratti di una semplice cessione di ramo d’azienda oppure di un bene immateriale non facente parte propriamente dell’azienda.

    Solitamente, la cessione del pacchetto clienti non è altro che il preludio alla cessione dell’intera attività.

    Configurazione dell’operazione

    Facendo leva sull’articolo 2555 del Codice civile l’azienda viene definita un “complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa”. Quindi si avrebbe una cessione di ramo d’azienda solo se questo fosse in grado di poter svolgere autonomamente un’attività.

    Come tale, anche la cessione del pacchetto clienti può essere identificato come la cessione di un ramo d’azienda perché fortemente in grado di poter determinare un reddito che va a confluire su quello complessivo.

    Alla luce di tutto ciò, avremmo:

    • la cessione di ramo d’azienda nel momento in cui il pacchetto clienti ceduto al nuovo acquirente abbia la capacità di garantire il normale funzionamento dell’attività;
    • la cessione di un bene immateriale qualora quanto detto sopra non fosse garantito.

    Gli aspetti fiscali dell’operazione

    L’operazione di cessione, solitamente, avviene dietro il pagamento di una somma di denaro e, come tale, rappresenterebbe una plusvalenza. Pertanto, si potrebbe trattare di un’operazione portata a termine seguendo le disposizioni previste dall’articolo 86, comma 2,  del TUIR, ovvero che “plusvalenza è costituita dalla differenza fra il corrispettivo o l’indennizzo conseguito, al netto degli oneri accessori di diretta imputazione, e il costo non ammortizzato.”

    Quindi la somma da tassare è quella data dalla differenza tra:

    • il corrispettivo
    • e il costo non ammortizzato.

    L’azienda che decide di cedere la clientela deve stipulare un accordo di riservatezza con l’azienda cessionaria, al fine di consentire a quest’ultima un’attenta analisi dei clienti che andrà ad acquistare e che, porterà poi, presumibilmente, ad una scrittura privata.

    Qualora la cessione avviene a titolo gratuito non viene generato alcun reddito imponibile.

    Richiedi la tua prima consulenza gratuita


    Imposte dirette

    Essendo una cessione di ramo d’azienda, come tale segue la tassazione delle plusvalenze. Pertanto, la tassazione relativa alla plusvalenza derivante dalla cessione a titolo oneroso del pacchetto clienti, prevede tre modalità differenti di tassazione.

    Infatti, la tassazione può avvenire, tramite la modalità ordinaria, tutta nell’intero esercizio in cui questa si realizza. Alternativamente, può essere attivata:

    • la tassazione in 5 quote costanti solo qualora l’azienda sia state detenuta per almeno 3 anni;
    • oppure la tassazione separata qualora l’azienda sia detenuta da almeno 5 anni.

    Imposte indirette

    Per quanto concerne le imposte indirette, siccome la cessione della clientela viene configurata come una cessione di ramo d’azienda, in questo caso si è tenuti a pagare solo l’imposta di registro in misura proporzionale.

    Nel caso in cui la cessione viene vista come la cessione di un singolo bene, l’operazione è soggetta sia ad IVA che all’imposta di registro, ma in misura fissa.

    Richiedi la tua prima consulenza gratuita

    Condivi l'articolo