Che differenza c’è tra socio ed amministratore di Srl?

di Soluzione Tasse
31 Mar, 2022
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    Quando i soci costituiscono la srl sono obbligati a nominare una figura che si occupi della gestione dell’impresa: l’amministratore. Che può essere una persona, più persone (in questo caso parliamo di CdA) della stessa società, oppure una figura totalmente esterna alla stessa.

    Vista questa distinzione, è facile intuire che il socio e l’amministratore della srl svolgono compiti completamente diversi tra loro. Vediamo qual è la differenza, il ruolo svolto da uno piuttosto che un altro e come vengono retribuiti dalla società. E poi perché è meglio utilizzare una srl piuttosto che qualsiasi altra tipologia di società?

    Cosa fa il socio e come viene retribuito?

    Il socio figura come uno dei titolari dell’azienda. Nella maggior parte dei casi, può anche svolgere la funzione di amministratore della società. Il socio, ha diritto alle quote della società che sono determinate in misura proporzionale al conferimento ed attribuiscono a questi soggetti una serie di diritti sociali. Ad esempio, possono votare in assemblea, possono controllare i libri sociali.

    Essendo uno dei proprietari della srl, il socio ha diritto alla partecipazione agli utili in misura sempre proporzionale al conferimento. Percepiscono, quindi, l’utile dell’azienda attraverso dei dividendi di fine anno qualora il business è in attivo.

    Leggi anche: Responsabilità soci: qual è la differenza tra SAS e SRL?

    Probabilmente già sai come funziona, ma un esempio ti renderà più chiaro il funzionamento. Supponiamo tu sia socio della srl al 50%, il restante è nelle mani di Mario. Se alla fine del 2021 la srl ha registrato:

    • uscite per 40.000 euro,
    • entrate per 120.000 euro,

    avrà prodotto un utile pari a 80.000 euro.

    L’utile dopo essere stato sottoposto a tassazione Ires e Irap, dovrà essere diviso tra i soci, quindi 40.000 a te, 40.000 a Mario, poiché siete soci al 50%. Quindi verrà suddiviso in parti uguali. Il dividendo, a sua volta, subirà una tassazione del 26% a carico dell’azienda stessa.

    Leggi anche: Distribuzione utili srl: come evitare di pagare la ritenuta del 26% e metterli al sicuro

    Il socio della srl può essere assunto come dipendente se sussistono determinate condizioni:

    • non deve far parte dell’organo amministrativo;
    • non è socio di maggioranza.

    Il dipendente è legato alla società da un contratto di lavoro subordinato, con tutto ciò che ne consegue. Questo viene chiamato socio lavoratore.

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    Cosa fa l’amministratore e come viene retribuito?

    Agli amministratori, a differenza dei soci, spetta il ruolo di gestione della società. Dirigono e organizzano tutta l’attività dell’azienda. Si tratta di figure che hanno un compito fondamentale e sono responsabili della gestione della società.

    L’amministratore gestisce la srl rispettando le regole previste dalla legge e dall’atto costitutivo. Insomma, non può svolgere azioni che siano contrarie all’oggetto sociale della srl.

    L’amministratore può essere un socio oppure un soggetto esterno. Tuttavia, soci che sono esclusi dall’amministrazione hanno comunque poteri connessi al controllo di quella che è la loro società. Possono avere, infatti, notizie dagli amministratori sull’andamento della gestione.

    Come per il socio, anche l’amministratore può essere allo stesso dipendente della stessa società.

    Leggi anche: Amministratore srl e dipendente della stessa società: quando è possibile?

    Vengono remunerati attraverso:

    • uno stipendio mensile (ad esempio la srl paga l’amministratore 2.000 Euro al mese).
    • un compenso annuale che viene determinato precedentemente forfettariamente determinato (ad esempio 15.000 euro per il ruolo svolto da staccare all’anno in un’unica soluzione).

    Leggi anche: Determinazione compenso amministratore: attenzione all’effetto boomerang

    La srl, inoltre, può corrispondere all’amministratore anche una retribuzione aggiuntiva a quella pattuita. Si tratta, infatti, di possibili premi che vengono erogati nel momento in cui sono stati raggiunti determinati obiettivi. Ad esempio, se facciamo 10 milioni di fatturato, hai diritto ad una somma aggiuntiva che può essere, magari, il 10% dell’utile prodotto.

    Perché conviene quasi sempre la srl?

    Tuttavia, anche se può sembrare complessa come società, per capire perché scegliere la srl piuttosto che un’altra forma giuridica, è doveroso fare un’analisi dei principali vantaggi che la stessa offre. E questo è possibile farlo confrontandola con le altre tipologie di società presenti nel nostro ordinamento.

    Ora, senza incanalarsi nei meandri della giurisprudenza e tributari, per spiegarti la differenza e perché è meglio la srl, piuttosto che altre società, ti poniamo due domande.

    Leggi anche: Cosa conviene, una snc o srl? Vantaggi e svantaggi anche post Covid

    Iniziamo con la prima domanda: se ti dicessimo che, con la snc (società in nome collettivo) sei responsabile illimitatamente delle sorti dell’azienda, mentre con l’utilizzo della srl la responsabilità è limitata e ricade tutta tutta sulla stessa società, quale sceglieresti?

    La protezione del patrimonio è un aspetto importante. Un elemento che nessun imprenditore dovrebbe ignorare per evitare di mandare in fumo tutto quanto prodotto durante gli anni di attività.

    Con la srl, i creditori della società non potranno chiedere il pagamento dei debiti direttamente ai soci. Conseguentemente, i soci della srl svolgeranno l’attività d’impresa senza mettere a rischio i propri beni personali. Situazione che non si verifica con la snc, dove i soci sono pienamente responsabili dei debiti della società.

    Passiamo ora alla seconda domandase ti dicessimo che, con la snc (società in nome collettivo), sconti Irpef sul reddito prodotto anche del 43% (più la contribuzione Inps), mentre con la srl paghi Ires al 24% più Irap al 3,9%, quale sceglieresti?

    Leggi anche: Tassazione SRL (caso studio): quanto costa non fare pianificazione fiscale?

    La pressione fiscale come sappiamo è elevata, sfiora, e supera a volte anche il 60% dell’utile prodotto. Ciò significa che oltre le metà dei guadagni vanno nelle casse dell’Erario.

    La tassazione della srl, a differenza della snc, è in capo alla società che subisce una pressione fiscale minore rispetto al possibile 43% di Irpef. Se ben utilizzata, a volte, limita anche il versamento dei contributi Inps. In più, rispetto alla snc, può sviluppare e attuare una pianificazione fiscale mirata alla riduzione delle tasse.

    Perché non pianificare la fiscalità?

    La pianificazione fiscale non è altro che il più grande strumento di crescita aziendale e riduzione delle imposte. Se fino a ieri era alla stregua delle grandi multinazionali, oggi, grazie a Soluzione Tasse, è alla portata dell’azienda come la tua, che sia di piccole o di medie dimensioni.

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