Uno degli argomenti di maggiore interesse legato alla gestione della srl riguarda la remunerazione del socio della società. Perché, come sappiamo, se non vengono distribuiti gli utili, il denaro guadagnato non può essere prelevato a proprio piacimento. Tuttavia, esistono diversi strumenti, spesso ignorati, per pagare i soci della srl: ognuno con un proprio trattamento fiscale e contributivo.
Il problema di pagare il socio della srl
La srl, a norma di legge, non consente di poter prelevare i soldi dall’impresa in qualsiasi momento, che sia dalla cassa o dal conto corrente bancario. Un po’ come avviene operando attraverso una normale ditta individuale, dove l’imprenditore può aprire la cassa e prendere il denaro a seconda delle esigenze.
Nella srl, l’utile generato deve essere ripartito tra i soci seguendo un iter procedurale ben preciso: la distribuzione degli utili. Un’operazione che prevede l’osservanza di determinate tempistiche, oltre al costo fiscale da sostenere. Infatti, sul dividendo, la srl deve versare il 26%. Dividendo che, precedentemente, ha subito già la tassazione Ires del 24%.
A conti fatti, più del 40% di tassazione.
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Un salasso tanto da rendere svantaggioso distribuire gli utili per remunerare i soci.
Quali sono gli strumenti per remunerare il socio della srl?
Un errore molto costoso, perché è possibile remunerare i soci della srl attraverso l’utilizzo di speciali strumenti (tutti contemplati dal nostro ordinamento e tutti fiscalmente inattaccabili) molto più convenienti.
Pensiamo, ad esempio a:
- rimborso spese;
- buoni pasto;
- royalties sul marchio;
- prestazioni accessorie.
Spesso, però, vengono prontamente ignorati da molti imprenditori.
Rimborso spese: come funziona?
Il rimborso spese è uno dei primi strumenti utilizzati per remunerare il socio o anche l’amministratore. Il rimborso viene erogato nel momento in cui il socio effettua una trasferta per nome e per conto dell’azienda.
Abbiamo varie tipologie di rimborsi:
- chilometrico per i chilometri percorsi;
- forfettario fisso di 46,48;
- analitico delle spese di trasporto.
Il vantaggio è che i rimborsi possono nascondere vantaggi fiscali importanti. Quindi non solo una sorta di “remunerazione” per il viaggio fatto, ma anche grandi benefici a carattere fiscale e contributivo. Sia per l’azienda che per lo stesso socio.
Leggi anche: Rimborsi spese di trasferta: quante tipologie conosci? Come vengono dedotti dalla società?
Attenzione però all’utilizzo dei rimborsi spese: il rischio è dietro l’angolo e con lui anche l’Agenzia delle Entrate. Ogni errore può costare davvero caro e le conseguenze, lato azienda e socio, potrebbero essere veramente devastanti.
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Buoni pasto: cosa sono?
I buoni pasto o ticket restaurant sono, appunto, buoni da scontare per l’acquisto del pranzo, ad esempio, o altri generi alimentari. Sono riconosciuti ai lavoratori dipendenti e anche ai soggetti non titolari di un rapporto di lavoro subordinato. Quindi anche ai soci.
I ticket restaurant:
- sono deducibili al 100% ai fini delle imposte dirette;
- hanno Iva al 4% interamente detraibile;
- sono più economici di un’indennità in busta paga;
- sono spendibili in Italia anche online, in smart working e semplici da gestire.
L’importo erogato al collaboratore è:
- pari a 8 euro nel caso di formato elettronico (tessera elettronica)
- e 4 euro nel caso di formato cartaceo (blocchetto cartaceo).
Il valore complessivo del buono non contribuisce a formare il reddito da lavoro dipendente (esente da contributi fiscali, previdenziali ed assistenziali). Su questa cifra, il socio non paga nulla.
Uno strumento, dunque, che consente di apportare vantaggi fiscali non solo a chi lo riceve ma anche all’azienda stessa.
Royalties sul marchio: come funzionano?
Il marchio è quel segno che distingue l’azienda dalle altre. Se registrato, è possibile tutelare il proprio posizionamento sul mercato, elemento cardine per la promozione e la pubblicità, e beneficiare di importanti vantaggi fiscali.
Il titolare del marchio, infatti, può concederlo in uso all’azienda. In questo modo, l’imprenditore ottiene in cambio delle royalties che:
- per il titolare, il quale riceve una somma di denaro, sono parzialmente detassate.
- per l’azienda, che deduce integralmente il costo (anche se non corrisposto), vengono utilizzati per abbattere il carico fiscale.
Le royalties sono:
- tassate con il principio di cassa in capo alle persone fisiche percipienti non in regime di impresa;
- dedotte per competenza dall’azienda;
- non soggette ad Iva.
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Anche qua, uno strumento dal duplice vantaggio: per l’azienda e per il socio, spesso titolare del marchio.
Prestazioni accessorie: di cosa parliamo?
Per remunerare il socio, un altro strumento che potremmo utilizzare sono le prestazioni accessorie. Attraverso queste prestazioni il socio si impegna ad adempiere ad un obbligo sociale (non assimilabile al lavoro subordinato) a favore della srl dietro il pagamento di un compenso.
Leggi anche: Come pagare i soci della Srl con le prestazioni accessorie
Le prestazioni accessorie hanno come obbligo quello di imporre in capo al socio di eseguire prestazioni inerenti l’attuazione dello Statuto. La remunerazione che può essere determinata:
- fissa
- o in % al fatturato dell’azienda.
Il compenso:
- è soggetto a tassazione ordinaria (la stessa disciplina fiscale prevista per i redditi di lavoro dipendente o assimilati);
- è un costo deducibile dal reddito d’impresa della srl.
Qual è la soluzione migliore per remunerare i soci della srl?
La remunerazione dei soci della srl è un argomento controverso. Anche se ci sono vari strumenti per pagare i soci, alcuni sostengono che è meglio distribuire gli utili e pagarli in base alla propria quota di partecipazione. Il che è assolutamente vero, ma anche molto costoso per l’azienda e lo stesso socio percettore.
Tuttavia, non esiste una soluzione migliore e una peggiore. La scelta tra uno strumento e l’altro viene fatta dopo un’attenta analisi delle esigenze imprenditoriali e dopo una proiezione numerica per capire i reali vantaggi che può portare uno strumento piuttosto che l’altro.
La soluzione scelta deve perseguire un duplice obiettivo:
- remunerare il socio senza attendere la distribuzione degli utili;
- avere il minor impatto fiscale possibile.
Solo se raggiunge questi due obiettivi allora possiamo dire che lo strumento scelto è corretto e conforme alle tue esigenze e quella dell’impresa stessa.
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