Il patto di famiglia è quell’istituto giuridico che serve a tutelare il patrimonio familiare e risolvere eventuali liti familiari durante il trasferimento della ricchezza aziendale dal titolare ai discendenti. Un utile strumento di gestione patrimoniale che, se associato ad altri istituti giuridici presenti nel nostro ordinamento, può generare importanti vantaggi fiscali, e non.
Patto di famiglia e passaggio generazionale: chi riesce?
Le famiglie imprenditoriali, per loro caratteristiche, si contraddistinguono per la nascita di conflitti tra i familiari. Liti che possono nascere in due diversi istanti:
- durante la successione dell’azienda, c’è chi intende prendere le redini dell’azienda, chi vuole far altro,
- durante la vita dell’azienda e prettamente gestionale della stessa.
Due momenti che possono complicare le relazioni interne, mettere a repentaglio la vita dell’azienda e che si verificano soprattutto nelle aziende familiari. Questo perché, oltre al legame lavorativo, questa tipologia di impresa è caratterizzata dalla presenza di strette relazioni tra i membri della famiglia che influenzano totalmente le sorti dell’azienda.
L’altra caratteristica dell’impresa familiare è un principio cardine su cui si fondano queste tipologie di attività, ovvero trasferire l’azienda tra le varie generazioni mantenendo sempre saldo il controllo tra le mani dei membri della famiglia. Parliamo, in questo caso, di successione.
L’orientamento a tramandare l’azienda da padre in figlio e così via, ad esempio, non sempre va a buon fine. Infatti, soltanto il 30% delle imprese riescono a effettuare il passaggio generazionale e trasferire alla seconda generazione, garantendo la continuità aziendale. Alla terza generazione, purtroppo, non arrivano più del 10% delle aziende che hanno avviato questo processo di successione aziendale.
I fattori che influenzano la successione aziendale
I fattori che influenzano la successione aziendale sono tanti. Tra tutti, la nascita di liti tra i vari discendenti aziendali. Un fattore che influenza in maniera drastica, e in negativo, il passaggio generazionale.
I conflitti si possono manifestare non solo durante il processo di successione, ma anche dopo l’avvenuto passaggio generazionale. Possono essere quelli già nati durante la successione e che si sono protratte anche dopo l’avvenuta operazione. Oppure possono nascere dopo ed essere del tutto nuovi ai membri familiari.
Occorre evidenziare, però, che, dalle liti, è possibile recepire importanti spunti e da qui generare opportunità importanti per la vita dell’azienda. Perché non tutti i disaccordi sono negativi.
Ma non sono gli unici, perché ci sono altri fattori che possono influenzare e intaccare il patrimonio e, di conseguenza, il trasferimento della ricchezza da padre in figlio. Per saperne di più, leggi anche: I 5 rischi che possono minacciare il tuo patrimonio aziendale: scopri quali sono e come devi difenderti
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Cos’è il patto di famiglia?
Il problema si ha quando i conflitti sono totalmente negativi e urge l’esigenza di eliminarli. Pertanto, occorre individuare gli strumenti di pianificazione patrimoniale utili per fronteggiare queste problematiche familiari.
Tra tutti, quello che potrebbe essere più utile, è il patto di famiglia.
Il patto di famiglia ha come obiettivo principale proprio quello di agevolare il passaggio generazionale delle imprese familiari. Per tale motivo viene identificato come un contratto con il quale l’imprenditore trasferisce una parte, alcune quote societarie o addirittura tutta l’azienda ai propri figli, o discendenti in generale. Il tutto, nel rispetto della disciplina dell’impresa familiare.
Leggi anche: Di padre in figlio: come favorire il passaggio generazionale aziendale per pagare meno tasse?
Il patto di famiglia, infatti, è uno di quei strumenti che migliorano quello che è il momento più importante della vita dell’azienda, ovvero il passaggio di testimone a uno o più discendenti della famiglia che siano in grado di dare continuità all’attività intrapresa dal padre, ad esempio.
Attraverso questo strumento si avvia una sorta di successione anticipata poiché il patto di famiglia è un atto tra vivi con un unico obiettivo:
- il trasferimento delle partecipazioni societarie o dell’azienda che si realizza quando il padre – titolare dell’azienda – è ancora vivo. Tuttavia, produce i suoi effetti solo alla morte dello stesso.
Patto di famiglia e imposta di successione: chi paga?
Il patto di famiglia, come tutti gli altri strumenti di protezione patrimoniale, comporta dei costi, sia di gestione che fiscali. Sotto il profilo fiscale, però, è possibile beneficiare di un’agevolazione fondamentale non solo per sperperare denaro, ma anche a livello gestionale.
È prevista, infatti, l’esenzione dell’imposta di successione e donazione anche attraverso l’utilizzo del patto di famiglia. L’esenzione è applicabile ai trasferimenti di aziende o di rami d’azienda – ma anche di quote sociali o azioni – effettuate a beneficio dei discendenti del proprietario, in molti casi il padre, e del coniuge.
L’agevolazione è prevista solo quando, grazie al trasferimento, il dipendente prende il controllo dell’azienda e lo mantenga per almeno 5 anni a decorrere dal termine in cui l’azienda è stata trasferita da padre in figlio o coniuge.
Leggi anche: 2 condizioni per evitare l’imposta di successione e donazione
Una condizione utile anche anche a garantire continuità e impegno aziendale. Tuttavia, non sempre viene rispettata, da tutti o da una parte dei discenti. Nel caso in cui la condizione non è rispettata il beneficio fiscale si perde.
E quindi cosa succede?
L’erede è obbligato al pagamento dell’imposta in misura ordinaria, della sanzione amministrativa e degli interessi di mora calcolati a decorrere dalla data in cui è avvenuta la successione e la tassa doveva essere pagata.
Patto di famiglia, trust e holding: è possibile utilizzarli assieme?
Questo strumento di gestione della ricchezza assume una rilevanza ed efficacia assoluta se combinato con altri sistemi di protezione patrimoniale. Pensiamo al trust o alla holding di famiglia che possono beneficiare della stessa esenzione prevista per il patto di famiglia. A condizione, ovviamente, che comunque sussistano tutti i requisiti prescritti sopra.
Leggi anche: Trust vs Holding: Quale strumento per la protezione del patrimonio?
Per stabilire quale strumento affiancare al patto di famiglia è necessario:
- fare una valutazione patrimoniale dell’azienda;
- verificare la compagine sociale e le varie percentuali di detenzione del titolo e degli eredi;
- analizzare le esigenze dell’imprenditore e degli eredi per stabilire lo strumento da utilizzare insieme al patto.
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