Compensazione dei crediti fiscali 2020: brutte notizie per l’imprenditore

di Soluzione Tasse
19 Feb, 2020
Tempo di lettura
( parole )

Conserva ora questo articolo!

Inserisci qui sotto il tuo nome e la tua email. Riceverai subito un'email, con un link per rileggere l’articolo tutte le volte che vuoi.

    Compensare i crediti fiscali sarà più complicato rispetto al passato.

    Per compensare i crediti, nel 2020, devi obbligatoriamente utilizzare il servizio on line sul sito dell’Agenzia delle Entrate o in alternativa ti devi rivolgere ad professionista. E se hai crediti superiore a 5.000 euro dovrai attendere tempi lunghi per utilizzarli per pagare le imposte a debito. 

    Compensazione crediti: cosa sono, cosa cambia nel 2020?

    Quando parliamo di compensazione dei crediti fiscali, facciamo riferimento a quell’operazione mediante la quale hai la possibilità di pagare l’imposta a debito attraverso dei crediti che hai nei confronti del Fisco e non hai chiesto a rimborso.

    Tutto ciò che è oggetto di versamento attraverso modello F24 lo puoi compensare.

    Ma se prima era più semplice compensare, ora diventa più difficile: a causa di pochi furbetti sono stati inseriti limiti e vincoli all’utilizzo dei crediti.

    Dal 2020, brutte notizie per l’imprenditore, se hai un credito superiore a 5.000 euro – indipendentemente dal tipo di imposta (Ires, Irpef o Iva) – per poterlo utilizzare in compensazione devi:

    • e attendere il decimo giorno successivo alla presentazione della dichiarazione dei redditi.

    La stretta riguarda le c.d. compensazioni orizzontali, che consiste nella compensazione debiti e crediti di diversa natura e risultanti nei confronti di diverse tipologie di Enti (ad esempio compensare Ires con Imu o Inps). 

    Ad esempio, se devi versare i contributi Inps nel mese di giugno e non hai presentato la dichiarazione dei redditi, non puoi utilizzare l’eventuale credito Irpef o Ires che hai già calcolato di avere. 

    Ciò comporta delle conseguenze per le casse dell’impresa: si vede diminuire la liquidità per pagare un debito – che potevi spendere in altri modi – quando lo stesso poteva esser pagato con il credito che, sottolineiamo, è un tuo diritto se l’hai maturato.

    Richiedi la tua prima consulenza gratuita

    Per fortuna, quando il credito non supera i 5.000 euro, puoi tranquillamente utilizzarlo in compensazione. 

    I nuovi limiti alla compensazione di Irpef e Ires non si applicano al credito d’imposta (derivante dalle numerosi agevolazioni fiscali messi in atto dalla Legge di Bilancio). Praticamente non è necessario aspettare il decimo giorno successivo alla presentazione della dichiarazione se utilizzi crediti superiori a 5.000 euro: lo puoi utilizzare subito (rimane l’obbligo, però, la presentazione del modello F24 tramite i canali Entratel/Fisconline).

    Ci viene da dire per fortuna, almeno una notizia positiva perché il credito d’imposta rappresenta il più importante alleato dell’imprenditore per investire e ridurre il carico fiscale e la nuova Legge di Bilancio ha pensato bene di introdurre tanti a vantaggio delle imprese.

    Altro stop riguarda i canali utilizzati per la compensazione: non è possibile utilizzare home banking, cioè pagare attraverso il servizio bancario, anche se devi compensare parzialmente un credito. 

    Dal 2020, sei obbligato ad utilizzare solo ed esclusivamente i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate per far passare il modello F24. 

    Maggiore attenzione: le sanzioni sono pesanti

    Sempre nel 2020, per limitare il fenomeno delle indebite compensazioni, cioè il pagamento delle imposte a debito mediante crediti inesistenti devi stare molto attento: ci sarà maggiore severità per il controllo degli F24

    Nel caso in cui il credito non esiste e l’hai utilizzato solo per fare il furbo e pagare meno tasse – in maniera ovviamente illecita – il modello F24 viene scartato.  Praticamente è come se non fosse mai stato seguito e, oltre alla sanzione pari a:

    • in misura proporzionale del 5% per importi fino a 5.000 euro
    • e con sanzione fissa di 250 euro per importi superiori

    rischi anche la sanzione per omesso o tardivo versamento, poiché lo scarto ha bloccato tutta la procedura di pagamento.

    Non farti cogliere impreparato dalle nuove sanzioni per i reati tributari, che mirano a contrastare il sempre più frequente fenomeno dell’evasione fiscale: chiedi la tua CONSULENZA GRATUITA, perché per risparmiare tasse non è necessario fare leva su azioni borderline.

    Richiedi la tua prima consulenza gratuita

    Condivi l'articolo