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Cos’è e chi deve compilare l’autodichiarazione aiuti di Stato Covid?

di Redazione Soluzione Tasse
20 Ott, 2022
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    Entro il 30 novembre 2022 le imprese che hanno beneficiato di determinate misure per fronteggiare l’emergenza economico sanitaria devono inviare l’autodichiarazione aiuti di Stato Covid. Vediamo di cosa si tratta e quali sono i soggetti obbligati all’invio.

    Cos’è l’autodichiarazione aiuti di stato covid?

    Dai semplici crediti d’imposta a contributi a fondo perduto, durante la crisi pandemica, come noto, il Governo ha varato una serie di misure per fronteggiare il periodo catastrofico. 

    Ora, anche se il periodo di crisi non è ancora finito, le imprese che hanno beneficiato di misure emergenziali varate dal Decreto Rilancio e dai Decreti successivi devono comunicare all’Agenzia delle Entrate gli importi ricevuti attraverso l’autodichiarazione sugli Aiuti di Stato Covid.

    La comunicazione predetta deve essere inviata da tutte le imprese, e i soggetti, che hanno ricevuto contributi a fondo perduto, agevolazioni, bonus varati dai Decreti degli ultimi due anni. Oppure, da tutti coloro che hanno usufruito di altre misure varate dal Governo per fronteggiare la crisi pandemica.

    Quali soggetti sono obbligati all’invio?

    I soggetti tenuti alla presentazioni, in particolare, sono le imprese che hanno beneficiato delle seguenti misure anti-crisi:

    • credito d’imposta per i canoni di locazione erogato alle aziende in difficoltà con il pagamento degli affitti per il mancato guadagno oppure perché costrette a subire la chiusura a causa delle restrizioni;
    • contributi a fondo perduto erogati dall’Agenzia delle Entrate;
    • credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro alle norme sanitarie stabilite per il periodo epidemiologico;
    • esclusione dal versamento dell’Irap e dal pagamento dell’Imu per determinati immobili;
    • riduzione dei versamenti Inps;
    • agevolazioni relative agli avvisi bonari.

    Leggi anche: Come fronteggiare la crisi economica e fare impresa nel 2022

    In più, sono soggetti all’invio dell’Autodichiarazione aiuti di Stato covid anche chi ha beneficiato di aiuti vari varati dall’inizio del periodo emergenziale a oggi. Pensiamo, ad esempio, a garanzie pubbliche per poter richiedere finanziamenti o contributi in conto interesse.

    Perché è necessario inviarla?

    L’Adempimento comunicativo ha l’obiettivo di verificare che l’importo complessivo erogato non superi i massimali indicati nella Comunicazione della Commissione europea “Temporary Framework”.

    Se dal calcolo degli aiuti complessi ricevuti vengono superati i limiti massimali previsti, l’impresa, o il soggetto beneficiario, dovrà regolarizzare la propria posizione. Per fare questo, sarà costretto a versare la parte eccedente ricevuta, più gli interessi.

    Gli importi eccedenti i limiti devono essere volontariamente restituiti o sottratti da aiuti successivamente ricevuti entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e non è ammessa la compensazione.

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    Quando e come inviare l’autodichiarazione?

    L’autodichiarazione deve essere inviata entro il 30 novembre 2022

    L’invio deve essere fatto mediante modalità telematica. Può essere inviata, ad esempio, tramite il servizio web disponibile nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate o attraverso i canali telematici della stessa. 

    La comunicazione, da inviare attraverso una modulistica dedicata, deve contenere le informazioni sugli aiuti ricevuti.

    Leggi anche: Crisi: la più grande benedizione per trasformare il 2021 in opportunità

    Inviata la comunicazione, entro 5 giorni dall’invio, verrà recapitata all’impresa una ricevuta che attesti l’avvenuto ricevimento e la presa in carico. Nel caso in cui non sia corretta, l’Agenzia procede allo scarto inviando ugualmente una comunicazione con le relative motivazioni.

    Viene fatto salvo, per le imprese che hanno inviato l’autodichiarazione, di sostituire la precedente comunicazione trasmessa presentando una nuova. Il sistema, a sua volta, valuterà  l’ultima trasmessa sostituendo quella precedentemente inviata.

    Sostanzialmente, un ulteriore adempimento burocratico con dispendio di tempo e risorse per chiunque faccia impresa.

    Se non la invio subisco delle sanzioni?

    Dal punto di vista amministrativo non è stata prevista alcuna sanzione (e ciò è stato confermato dalla risposta alla interrogazione parlamentare del 4 maggio 2022, n. 5-08011, in Commissione Finanze della Camera). 

    Dal punto di vista penale, invece, le uniche sanzioni applicabili potrebbero essere quelle previste per i reati di falsa autocertificazione sostitutiva di atto notorio. Ma su questo, al momento, non è stata posta alcuna specifica. 

    La cosa certa è che l’invio della comunicazione deve essere fatta.

    Leggi anche: Inflazione 2022 & Tasse: come difendersi e affrontare il problema?

    Come sempre, lo Stato dà, ma poi pretende una serie di adempimenti burocratici che minano soltanto la vita aziendale, già in grosse difficoltà. Un periodo caratterizzato da una crisi che non stenta a terminare – anzi più passano e più ci avviamo verso recessione – e una tassazione che, insieme all’aumento dell’inflazione, peggiorano soltanto la situazione.

    Dunque, risparmiare denaro in tasse potrebbe essere una soluzione per evitare che periodi di crisi possono mettere a rischio quello che abbiamo vissuto, e che stiamo vivendo, e per fronteggiare il costante aumento dei prezzi delle materie prime e quelli energetici.

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