Costo del lavoro: quanto spendi per un dipendente?

di Soluzione Tasse
20 Feb, 2021
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    RAL, TFR, contributi previdenziali e anche assicurativi: sapere quanto spendi per un dipendente è un’attività che ogni imprenditore deve attuare per gestire oculatamente l’azienda. Il costo del lavoro, infatti, è spesso una delle voci di spesa più consistente in azienda. 

    Quanto costa effettivamente un dipendente al datore di lavoro? Se costa tanto, quale strategie avviare per ridurre la spesa del personale?


    Costo del lavoro: quali fattori influiscono?

    Il costo del lavoro di un dipendente dipende da molteplici fattori. Molto spesso siamo abituati a considerare solo alcuni costi, ma in realtà sono altri che fanno lievitare la spesa dei dipendenti.

    Tra questi elementi abbiamo:

    • RAL, retribuzione annua lorda;
    • Inps, oneri previdenziali;
    • TFR, trattamento fine rapporto;
    • tredicesima e la quattordicesima;
    • costo dei locali dove si svolge l’attività (con annesse utenze);
    • costo dell’attrezzatura di lavoro.

    Questi, assieme ad eventuali rimborsi per trasferte a nome e per conto dell’azienda, sono le principali voci di spesa del costo di un dipendente.

    Quanto costa un dipendente? 

    Per rendere il tutto più chiaro facciamo un esempio pratico. Prima di arrivare all’esempio, però, è bene che tu sappia che, la RAL, retribuzione lorda da erogare al dipendente, varia in base alla tipologia di contratto con il quale viene assunto. 

    La tassazione della RAL non colpisce solo te che assumi, ma anche il dipendente con il versamento dell’Irpef e di una parte dell’Inps. Insomma, su questa somma è anche il dipendente a versare la sua quota di spesa.

    Premesso ciò, torniamo all’esempio.

    Supponiamo che tu sia a capo di una piccola azienda metalmeccanica con un impiegato preposto alla gestione dell’ufficio acquisti. Quest’ultimo viene assunto con un contratto di 3° livello del settore Metalmeccanici Industria previsto dal CCNL (contratto collettivo nazionale).

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    Nel caso di specie verserai 1.765 euro (cifra lorda) per le sue attività. A questi dovrai aggiungere:

    • una percentuale superiore al 30% per i contributi Inps pari a 569 euro.
    • un percentualue poco più dell’1% per contributi assicurativi, ovvero l’Inail pari a 23 euro.

    A quanto siamo arrivati? 2.357 euro a cui devi  calcolare l’Irap per altri 72 euro (circa il 4%). Sommando questi 72 al resto, la somma finale che devi sborsare è pari a 2.429 euro.

    Ma non è finita qua: devi aggiungere altri due voci di spesa molto importanti. Il primo è il TFR, ovvero la buonuscita del lavoratore che devi erogare appena cessato il rapporto di lavoro.

    La somma da versare spetta tutta a te impresa ed è la somma della retribuzione, per ogni anno di contratto divisa per 13,5. Essendo una buonuscita da erogare a rapporto cessato, devi accantonare mensilmente 121 euro.

    Perciò quanto costa un dipendente al mese? 2.550 euro.

    Una somma elevata se pensiamo a 1.765 euro da cui siamo partiti.

    Quale strategie avviare per ridurre la spesa del personale?

    Molto spesso si è parlato di ridurre il costo del lavoro – vero problema delle assunzioni in Italia e conseguenza dello sviluppo sempre più esteso del lavoro in nero – e non si è mai giunti ad una soluzione.

    Dal bonus donna alla decontribuzione per il Sud fino agli incentivi under 36: con la Legge di Bilancio sono state introdotte queste misure per abbattere il costo del lavoro favorire il reclutamento di personale da parte delle imprese.

    Purtroppo, anche qua, il problema si ripropone. Se da un lato le imprese sono molto favorevoli a queste misure, dall’altro notano alcuni ostacoli di carattere burocratico che potrebbero minare i benefici degli stessi.

    Ora, se per il costo delle attrezzature e dei locali (con annesse utenze) è difficile ipotizzare una strategia, per il resto si. Una strategia poco conosciuta e che sta avendo ottimi successi negli ultimi anni. 

    Parliamo del welfare aziendale: strumento di remunerazione alternativo complementare al normale stipendio che riceve il dipendente. Una soluzione a portata di tutti senza doverti districare tra le varie normative e trovare la strategia giusta.

    Il welfare aziendale sta riscuotendo successo per i benefici contributivi e fiscali e per il clima di soddisfazione e benessere aziendale che genera. 

    Utilizzarlo significa che tu compri per il dipendente alcuni beni – senza che sia lui a comprarli con il proprio stipendio – con il vantaggio di non pagare contributi sulle premialità mentre i dipendenti non subiscono le trattenute contributive e fiscali.

    Riduci il costo del lavoro, premia i dipendenti e migliora la produttività della tua azienda.

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