+ 15,6% rispetto rispetto alla media dell’Eurozona: a tanto ammonta il cuneo fiscale sulle aziende che si trovano a dover combattere con l’alto costo del lavoro rappresentando un vero dramma per le attività.
Cos’è realmente il cuneo fiscale, ma soprattutto perché è possibile ridurre il costo del lavoro senza toccare lo stipendio del dipendente ed evitando di incorrere in sanzioni fiscali?
Cuneo fiscale: sai cos’è e come si calcola?
Il cuneo fiscale – differenza tra lo stipendio lordo versato dal datore di lavoro e il netto ricevuto dal lavoratore – nel nostro Paese è eccessivamente oneroso e penalizzante per le imprese.
Questo parametro, dunque, ci permette di quantificare il costo del lavoro, quindi la tassazione che ricade sul reddito dei lavoratori, dell’occupazione e del mercato del lavoro.
Il calcolo viene fatto prendono in considerazione tutte le tasse dirette, indirette e i contributi previdenziali che, le imprese e i lavoratori, sono obbligati a versare nelle casse dello Stato.
Distinguiamo diversi metodologie di calcolo:
- Irpef + addizionali regionali e comunali e contributi previdenziali formano il cuneo fiscale per il lavoratore dipendente.
- Irpef con le addizionali regionali e comunali + Iva e dei contributi previdenziali formano il cuneo fiscale per il lavoratore autonomo e il libero professionista.
- Irpef con le addizionali regionali e comunali + Iva e dei contributi previdenziali formano il cuneo fiscale per le imprese.
Cuneo fiscale: 207 per 100 euro in busta
In Italia, le aziende, rispetto a una retribuzione netta di 100 euro, devono pagare complessivamente, 207 euro: 32 sono di tasse e 75 di contributi previdenziali. Di questi, 61 a carico del datore di lavoro, quindi tuoi, 14 a carico del dipendente. Totale: 207 euro.
Questo è quanto emerge dallo studio effettuato dal Centro studi di Unimpresa, il quale afferma che, a discapito del nostro Paese, in Spagna il costo del lavoro è tra i più bassi d’Europa. Più precisamente 160 euro: per ogni 100 euro netti di retribuzione, 19 sono di tasse e 41 di contributi previdenziali. Di cui 33 a carico del datore di lavoro e 8 a carico del dipendente.
Se ci pensi, sono quasi 50 euro in meno che, moltiplicati per mesi, anni e dipendenti, sono tanti soldi che potresti spendere in altro. Ad esempio, investire nella tua impresa per accrescere il business oppure comprarti una bella auto.
Invece no, ti tocca spenderli in tasse che, sommato alle altre tasse, fanno il 60% degli utili.
…e nel resto d’Europa?
Nell’UE, invece, la media è 179 euro. Quindi, per ogni 100 euro netti di retribuzione, 24 sono di tasse e 55 di contributi previdenziali. Di questi 38 a carico del datore di lavoro e 17 a carico del dipendente.
Una differenza, quella del cuneo fiscale, elevata. Tanto da rendere l’Italia, una delle economie più deboli e con una disoccupazione sempre in crescita, a causa anche del Coronavirus.
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In Italia, purtroppo, non è solo il cuneo fiscale, ma la tassazione pesante in generale e la burocrazia che non fa altro che sottomettere le imprese.
Triste verità a cui devi dare una svolta
Le imprese italiane, purtroppo, hanno quasi tutti gli stessi problemi: tasse elevate, burocrazia asfissiante e costo del lavoro alle stesse. Probabilmente anche la tua, ma startene con le mano in mano in attesa che tutto possa cambiare, è impossibile.
Spesso la mancanza di una visione d’insieme e soprattutto di una pianificazione sono tra le cause principali che portano le imprese a ritrovarsi con F24 disastrosi da pagare, soprattutto per quanto riguarda il costo del lavoro.
Non sempre riescono a pianificare con il loro Commercialista la fiscalità e il costo del lavoro annuale. Magari per mancanza di tempo, si riduce a svolgere l’attività di contabile e non aggiornarsi sulle molte aree del Fisco che possono permette caso per caso di far risparmiare all’imprenditore.
Eppure, gli strumenti per abbattere il costo del lavoro ci sono e sono alla portata di tutti.
Uno di questi, infatti, è il welfare aziendale che ti permette di ridurre il costo del lavoro in maniera fiscalmente inattaccabile.
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Come sempre, è più facile lamentarsi che agire per migliorare la propria situazione aziendale e, per forza di cose, anche personale e familiare.
Tuttavia, non tutti gli imprenditori sono di questa idea. E lo dimostrano, in particolare, le storie di risparmio fiscale in cui tanti imprenditori hanno deciso di non arrendersi di fronte al Fisco e alla burocrazia.
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Hanno deciso, con coraggio, di dare una svolta al proprio business e non nascondersi dietro le chiacchiere da bar e la leggenda che in Italia non si può fare imprese.
Devi solo conoscere, applicare gli strumenti giusti e farsi affiancare da professionisti specializzati nel risparmio fiscale e, non sottovalutare, nella protezione del patrimonio.
Proprio come farai tu chiedendo la consulenza di un nostro esperto del risparmio fiscale che cambierà per sempre la vita della tua azienda, il tutto nel rispetto della normativa di riferimento.