Da aprile correnti nel mirino dei controlli dell’Agenzia delle Entrate

di Soluzione Tasse
26 Feb, 2020
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    Tempi brutti per gli imprenditori. Da aprile, i controlli dell’Agenzia delle Entrate, si estenderanno anche ai loro conto correnti.

    Si tratta di un processo nuovo che dovrà verificare se esiste congruenza tra le operazioni effettuate – come bonifici e versamenti –  e quanto inserito nella dichiarazione dei redditi. Il tutto per scovare quanti più evasori possibili.  

    Come funziona la videosorveglianza del Fisco? 

    C’è chi lo ha definito il grande fratello dell’AdE e chi la videosorveglianza del Fisco. Definizione a parte, si tratta di un algoritmo, tutto nuovo, finalizzato a intercettare i potenziali evasori mediante la verifica dei conti correnti

    Il nuovo sistema di videosorveglianza dovrebbe entrare a pieno regime dal prossimo 1 aprile (in attesa del decreto che, molto probabilmente arriverà a fine marzo) e andrà a spiare i conti correnti e in particolare bonifici, giacenze, versamenti e altre operazioni

    Se c’è incongruenza tra quanto dichiarato e quanto presente nel tuo conto corrente, il Fisco procederà con verifiche più insistenti per capire se sei un potenziale evasore o meno. L’algoritmo interverrà solo dopo che vengono effettuati i controlli sull’archivio dei rapporti finanziari. Così facendo, il controllo avverrà solo su quei soggetti ritenuti a rischio evasione.

    Il controllo, dovrebbe avvenire nel massimo rispetto della privacy: i dati devono essere conservati, sempre, senza che nessuno possa identificare il soggetto controllato.
    Ma questo avverrà davvero fino in fondo? Ovvio che no, perché l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di finanza, poi, utilizzeranno delle tecnologie – attraverso altre banche dati – che fanno venire a galla il presunto evasore. 

    E poi c’è chi evade ma la fa franca (o si accorda)

    Uno strumento, sostanzialmente utile, che serve a concentrare l’attenzione solo sui presunti, o tali, evasori. Il problema, però, è che andrà a colpire solo i più piccoli. Perché poi ci sono loro, le grandi aziende, che, non solo pagano una miseria di tasse rispetto ad una normale imprese ma si permettono il lusso di evadere. E se vengono controllate dal Fisco, riescono pure a “farla franca” quasi sempre.

    Ci spieghiamo meglio. Nel caso in cui per un errore di calcolo, l’azienda Alfa abbia pagato l’imposta a debito in misura inferiore a quella dovuta e riceve un controllo o accertamento del Fisco che fa?
    Va in contenzioso col Fisco e, così, cerca di arrivare ad un accordo, un compromesso e finisce per pagare solo una parte della sanzione. 

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    Ultimo caso, è quello di Fiat Chrysler che ha chiuso il proprio contenzioso con l’Agenzia delle Entrate attraverso un accordo davvero benevole. La vicenda risale al 2014, quando il colosso dell’automobile, avendo effettuato (non sappiamo se di proposito o meno) una valutazione sbagliata degli asset di Chrysler rispetto a quanto dichiarato – ha occultato al Fisco 1 miliardo di euro.

    Una cifra enorme che, alla fine, non è mai stata pagata. Infatti, seguendo il ragionamento di prima, cosa ha fatto Fiat? Ha raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate e andrà versare solo 730 milioni con un risparmio di 270 milioni (non spiccioli).

    Accordo no, ma pagare di meno si può 

    Ovviamente il loro vantaggio non finisce qua. Secondo Unimpresa, su queste grandi aziende, il carico fiscale grava solo al 30%, mentre sulle micro e piccole imprese – per intenderci quelle presenti in Italia e di cui tu fai parte – grava al 64%.

    A farne le spese, purtroppo, sono sempre le piccole imprese come la tua che, di fronte al Fisco, sono davvero piccole indifese.

    Raggiungere un accordo del genere magari per la piccola impresa è difficile. Nonostante tutto anche loro possono beneficiare di importanti vantaggi fiscali e riuscire ad avere una tassazione simile ad una grande azienda è possibile.

    Ridurre il carico fiscale, e raggiungere quello delle grandi aziende – è possibile anche per le piccole imprese: basta saper pianificare per tempo la propria fiscalità e scegliere la giusta forma giuridica.

    Pianificare non significa eludere o evadere – significa creare una reale strategia di crescita aziendale che si attua al fine di ottenere, in maniera onesta e legale, una riduzione dell’imposizione fiscale attraverso l’utilizzo di appositi strumenti (ad esempio come quelli messi a disposizione della Legge di Bilancio).

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