Da commerciale a società semplice: cos’è la trasformazione agevolata 2023

di Redazione Soluzione Tasse
9 Feb, 2023
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    Anche nel 2023 il legislatore permette alle società operative commerciali di beneficiare della trasformazione agevolata in società semplice. Vediamo perché approfittare di questa agevolazione, chi può accedervi, quante tasse bisogna pagare per farla e quali sono i vantaggi dell’operazione per l’impresa.

    Perché approfittare della trasformazione agevolata in società semplice

    La società semplice è la forma giuridica più snella e meno formalizzata tra quelle presenti nel nostro ordinamento. Talmente semplice che non può svolgere alcuna attività commerciale. Viene utilizzata soprattutto per la gestione dei patrimoni oppure per attività agricole.

    Una società può nascere come semplice, oppure trasformarsi in un secondo momento. A condizione, però, che la propria attività non abbia carattere commerciale. Ad esempio, se ha come oggetto sociale la gestione degli immobili sotto forma di srl può effettuare la trasformazione. Abbandonando una forma gestionale più complicata e beneficiando di una più snella e nonché di svariati vantaggi, che siano amministrativi, gestionali e patrimoniali.

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    Detto ciò, la trasformazione agevolata da srl a società semplice consente il passaggio da società a responsabilità limitata a società semplice, riducendo le formalità e i costi normalmente associati alla costituzione di newco. 

    Il processo di trasformazione non è nulla di nuovo, tant’è che viene normato dalla legge italiana. La trasformazione agevolata può essere un’opzione per le imprese che desiderano semplificare la loro struttura societaria e ridurre i costi di gestione.

    La trasformazione da commerciale a società semplice:

    • genera plusvalenze tassabili, il trasferimento di beni è a titolo oneroso;
    • il reddito generato è soggetto a tassazione catastale, l’attività è la gestione degli immobili e non commerciale (quindi reddito d’impresa).

    Dunque, con la trasformazione in società semplice si ha una sorta di vera e propria decommercializzazione, che permette di estrapolare i beni dal regime d’impresa.

    Trasformazione agevolata in società semplice: requisito e soggetti beneficiari

    Il Governo, per consentire a queste aziende di potersi trasformare, ha introdotto un’agevolazione fiscale per effettuare il passaggio da società commerciale a semplice.

    L’agevolazione si applica alle società che rispondono a un determinato requisito: hanno per oggetto sociale esclusivo solo la gestione di beni immobili, ma anche mobili, a patto che siano iscritti nei registri pubblici. 

    Il requisito deve essere osservato sia formalmente che sostanzialmente. Ciò significa che, non basta che l’attività sia riportata all’interno dell’oggetto sociale, ma deve essere davvero esercita direttamente dall’azienda. Tale requisito deve essere verificato nel momento in cui si decide di trasformare la società da commerciale a semplice.

    L’agevolazione si applica ai soci attivi alla data del 30 settembre 2022. Quindi non si applica a quelli che sono divenuti soci in un periodo successivo. Questa limitazione è stabilita poiché non è possibile utilizzare l’agevolazione solo da una parte di soci, ma dalla totalità di questi (appunto quelli attivi alla data indicata).

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    Non vengono considerati, invece, eventuali cambiamenti di quote.

    A titolo esemplificativo, supponiamo di avere la società Alfa srl con due soci, ognuno dei quali ha una quota di partecipazione pari al 50%. Supponiamo ora che, uno dei soci, abbia aumentato la propria quota di partecipazione del 70%, mentre l’altro l’ha diminuita arrivando a possedere solo il 30%. Se questa variazione di percentuale è avvenuta entro il 30 settembre 2022 la società può beneficiare della trasformazione, altrimenti non è possibile.

    Sostanzialmente, sono cambiate le percentuali di quote, ma i soci al 30 settembre 2022 sono rimasti sempre gli stessi.

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    La trasformazione agevolata è abuso di diritto?

    Come vedi, si tratta di un’operazione da valutare ed effettuare in modo efficiente, perché i rischi sono sempre dietro l’angolo. 

    L’operazione oltre che esporre l’azienda a rischi se non fatta correttamente, nel tempo ha alimentato vari dubbi. Uno fra tutti: la trasformazione è abuso di diritto?

    L’operazione non è configurabile come abuso di diritto

    L’attribuzione dei beni alla società beneficiaria, e poi subito trasformata in società semplice, non è in contrasto con le norme fiscali. Il fine massimo dell’agevolazione, infatti, è quello di raggiungere questo risultato.

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    L’Agenzia delle Entrate sostiene che le operazioni straordinarie effettuate per ottenere un vantaggio non sono sempre elusive, soprattutto quando l’agevolazione è disciplinata dalla norma

    Facciamo un esempio!

    In questo caso ci viene in aiuto direttamente l’Agenzia delle Entrate attraverso una risoluzione sul tema. È il caso di una  società in accomandita semplice che esercita attività di allevamento. Nel corso degli anni decide di affiancare a questa attività anche quella della locazione degli immobili.

    L’imprenditore venuto a conoscenza dell’agevolazione, decide di trasformare la società in società semplice. L’impresa, però, non poteva accedere all’agevolazione: nel patrimonio della stessa erano presenti partecipazione in altre società.

    Quindi che fa l’imprenditore assistito da un professionista ed esperto della materia?

    Siccome le partecipazioni non sono elementi agevolabili, il patrimonio immobiliare della società venne scisso a favore di una società beneficiaria immobiliare. Nel caso di specie l’Agenzia delle Entrate con la risoluzione numero 101 del 2016 ha stabilito che l’operazione non è configurabile come abuso di diritto nel momento in cui è stata fatta necessariamente per beneficiare dell’agevolazione.

    Trasformazione agevolata: tassazione

    La trasformazione, come già detto all’inizio dell’articolo, dà origine a un trasferimento a titolo oneroso, soggetto a imposta sul reddito. Per evitare questo, attraverso l’agevolazione è possibile pagare l’imposta sostitutiva in sostituzione della tassa sui redditi e l’Irap. 

    L’imposta viene applicata sulla differenza tra:

    • valore normale dei beni nel momento in cui viene trasformata la società
    • e costo fiscalmente riconosciuto.

    L’aliquota dell’imposta è pari all’8% che però, in determinati casi, può arrivare al 10,5%.

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    Il vero vantaggio, però, non è questo ma quello riguardante gli immobili.

    Sugli immobili, la tassazione non viene applicata sulla differenza appena detta. Il valore dell’immobile viene data dal suo valore catastale rappresentando un reale vantaggio, nella maggior parte dei casi. Questo perché il valore catastale, spesso, è minore.

    Le altre tasse da pagare sono:

    • imposte di registro;
    • ipotecaria;
    • catastale in misura fissa (600 euro complessivi).

    In questo modo si evita di tassare un trasferimento oneroso pagando un imposta agevolativa.

    I vantaggi della trasformazione agevolata 

    La trasformazione agevolata permette di raggiungere come risultato finale la nascita di una nuova società, in questo caso la società semplice, che determina il reddito in maniera diversa rispetto a un’attività commerciale. 

    La società semplice trasformata, infatti, determinerà il reddito per categorie e, quindi, in base sarà soggetta a tassazione catastale, ovvero in base ai valori dell’immobile generato dal catasto.

    Ma non è l’unico risultato finale.

    Infatti, la trasformazione fa sì che ti trovi ad avere uno strumento societario snello molto più semplice da gestire e modellabile secondo le esigenze dei soci. Oltre ai vari vantaggi che questa tipologia di società ha nascosti.

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    Uno strumento, dunque, molto utile per la protezione del patrimonio immobiliare, per evitare l’effetto distorsivo delle società di comodo e non solo.

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