Da forfettario a srl senza errori nel 2023: quando e perché

di Redazione Soluzione Tasse
16 Mar, 2023
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    Il regime forfettario, con l’innalzamento della soglia a 85.000 euro introdotta dalla Legge di Bilancio 2023, diventa sempre più appetibile per molte attività. A volte, però, per espandere il business, conviene cambiare regime. Tra le tante possibilità, quella di passare alla srl, può essere la soluzione migliore. In questo articolo vediamo quali sono le differenze tra i due regimi, quando e perché passare alla srl.

    Da forfettario a srl: le principali differenze

    Nel 2023 il regime forfettario ha subito sostanziali cambiamenti. La soglia entro la quale rimanere all’interno del regime ed essere assoggettati alla flat tax del 15% (5% per le start up per 5 anni) è passata da 65.000 a 85.000 euro. 

    Il regime è valido solo per le imprese individuali, mentre per le società, nonostante le modifiche apportate nel 2023, non è possibile aderire. 

    La srl, invece, è una società di capitali, con responsabilità limitata.

    Come tale, è una persona giuridica a tutti gli effetti che non corrisponde alla persona fisica, che sarebbe poi il fondatore della stessa. Nel regime forfettario, invece, questa distinzione non c’è, infatti la persona fisica coincide con il soggetto titolare della partita Iva.

    Quando uscire dal regime forfettario?

    L’adesione al forfettario non è per sempre. Infatti, se hai un fatturato superiore a 85.000 euro sei obbligato a uscire da tale regime. L’uscita può avvenire durante l’anno oppure negli anni successivi. 

    Andando nei dettagli, se il fatturato supera la soglia stabilita ma non supera i 100.000 euro, il passaggio dal regime forfettario a quello semplificato o ordinario avviene nell’anno successivo. 

    Esempio:

    Fatturato ottobre 2023 pari a 87.000 euro, passaggio al regime semplificato o ordinario nel 2024 a decorrere dal mese di gennaio.

    Se invece il fatturato supera soglia pari a 100.000 euro, allora il passaggio al nuovo regime avviene nello stesso periodo d’imposta. 

    Esempio:

    Fatturato giugno 2023 pari a 101.000 euro, passaggio al regime semplificato o ordinario nel mese successivo dello stesso anno, quindi luglio.

    Dunque, l’uscita dal forfettario si verifica quando i guadagni iniziano ad aumentare ed è necessaria una nuova forma giuridica, e relativo nuovo regime fiscale, per espandere il business.

    Perché la SRL può essere la scelta migliore?

    Se esci dal forfettario puoi continuare a portare avanti l’attività ugualmente attraverso la forma giuridica della ditta individuale. Con questa nuova forma giuridica non sarai più soggetto a flat tax ma una tassazione Irpef progressiva in base ai ricavi (l’aliquota varia dal 23 al 43%).

    Leggi anche: SRL e Srl semplificata: caratteristiche, vantaggi, svantaggi e costi

    La ditta individuale non è l’unica forma giuridica da adottare se esci dal regime forfettario. Puoi, ad esempio, esercitare l’attività attraverso la società accomandita semplice (sas) o società in nome collettivo (snc) con tutti gli svantaggi del caso. 

    Che sia ditta individuale o società di persone abbiamo una:

    • tassazione è sempre progressiva
    • responsabilità patrimoniale è illimitata. Non essendoci distinzione tra società di persone e persona fisica, sei responsabili delle sorti e dei debiti dell’impresa.

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    Per i motivi detti, molto spesso, la srl può risultare la scelta migliore soprattutto se hai intenzione di espandere il business e subire una tassazione più mite. Inoltre, la srl ti permette di beneficiare di un importante vantaggio: separare il patrimonio della società da quello tuo o dei soci in generale. 

    Dunque, se con le altre forme giuridiche sei tu il responsabile delle sorti dell’azienda, con la srl no. È la stessa società a rispondere di eventuali debiti, senza intaccare il tuo patrimonio.  Un fattore, e vantaggio, che non devi assolutamente ignorare.

    Leggi anche: Responsabilità soci: qual è la differenza tra SAS e SRL?

    La tassazione della SRL

    L’altro vantaggio è rappresentato dalla tassazione della srl

    La srl, infatti, essendo una persona giuridica, paga lei le imposte e non la persona fisica come avviene per le altre forme giuridiche utilizzabili se esci dal regime forfettario. 

    Le principali imposte che sconta sono l’Ires al 24% e l’Irap al 3,9%

    La srl, poi subisce una nuova tassazione del 26% se distribuisce gli utili ai soci. I quali sono a sua volta soggetti a contribuzione Inps. La srl, sconta questa ulteriore imposte perché i soci non possono prelevare i solde della società in qualsiasi momento e quando gli necessitano. 

    Leggi anche: Tassazione utili srl: analisi di convenienza tra 26%, trasparenza o altra strategia

    Per utilizzare i guadagni della srl, questi devono essere distribuiti e la distribuzione ha un costo. In questo modo, il vantaggio, quasi si annulla facendo risultare la srl molto svantaggiosa a livello fiscale e gestionale, visto che il socio non può utilizzare i soldi a proprio piacimento.

    Perché conviene lo stesso la SRL?

    Per evitare che tale vantaggio si annulli, alla srl deve applicata un’adeguata pianificazione fiscale strategica. La pianificazione fiscale è l’unico strumento in grado di ridurre la pressione fiscale della srl, che a sconti fatti, in base ai dati sopra, supera il 50%.

    Leggi anche: Tassazione SRL (caso studio): quanto costa non fare pianificazione fiscale?

    Attenzione: la pianificazione fiscale non è assolutamente da confondere con l’evasione. Sono due processi distinti e separati.

    La pianificazione fiscale permette, ad esempio, di evitare di distribuire gli utili e pagare quell’ulteriore aliquota del 26%.

    E qua la domanda sorge spontanea: come prendo i soldi della mia srl?

    Attraverso l’utilizzo di strumenti, tutti disciplinati dal nostro ordinamento tributario, è possibile garantire al socio una fonte di reddito mensile (e non ci riferiamo alla classica assunzione) ottimizzando non solo al fiscalità ma anche la contribuzione Inps (molto gravosa).

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