Quando parliamo di risparmio fiscale, parliamo di un qualcosa che non nasce da solo e non si ottiene mai per caso, ma è frutto di scelte fatte per tempo e mai all’ultimo minuto.
Quello che non ci stanchiamo mai di dire è che: la pianificazione fiscale deve essere fatta per tempo, vagliando bene le scelte da fare. Anche se poi vi sono dei casi che ti costringono a modificarla “in corso d’opera”, quindi è sempre consigliabile valutare anche alternative.
Ad ogni modo puoi ridurre il carico fiscale in vari modi, tutte nel rispetto della legge. Ad esempio, un’ipotesi di recente attuazione è rappresentata dalla possibilità di poter beneficiare della riduzione IRES. Ovviamente, come detto, nulla avviene per caso, poiché per pagare l’IRES in maniera ridotta devi seguire delle particolari requisiti, che ti diremo nel prosieguo.
Come avrai avuto modo di leggere o sentire in televisione, visto che ormai non si parlava di altro, sai che è stato approvato il Decreto Crescita.
Tra le varie modificate dal presente decreto abbiamo, appunto, la riduzione IRES.
Ecco come ottenere la riduzione dell’IRES
Se la Legge di Bilancio, per ottenere la riduzione IRES dovevi reinvestire gli utili in nuovi macchinari o nell’assunzione di nuove figure all’interno della tua azienda, oggi questa modalità non è più valida.
Da maggio, con la c.d. “mini IRES” proposta dal Decreto Crescita, cambia radicalmente la vecchia normativa. Infatti, per poter ottenere la riduzione IRES devi solo reinvestire gli utili generati nell’anno precedente e accantonati a riserva, escludendo però, le riserve non disponibili, nei limiti dell’incremento del patrimonio netto.
Ora a meno che tu non sia un esperto in materia contabile, non sai cosa sono le riserve non disponibili.
Tranquillo siamo qua per questo, per spiegarti come funziona questa nuova agevolazione.
Pertanto, si definiscono come tali: quelle riserve, che devi accantonare per legge, che hanno dei vincoli e non possono essere in nessun modo utilizzabili se non per lo scopo per il quale sono state costituite. Diventano disponibili solo quando si scioglie il vincolo.
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Per quanto riguarda il patrimonio netto, sappiamo esprima la solidità di un’azienda, invece l’incremento di patrimonio netto è dato dalla differenza tra:
- patrimonio netto registrato al termine dell’esercizio di riferimento, non considerando questo esercizio e senza considerare gli utili accantonati a riserva che hanno già beneficiato di un’agevolazione negli anni precedenti;
- patrimonio netto derivante dal bilancio esistente al termine dell’esercizio 2018 ma senza considerare il risultato del medesimo esercizio.
Qualora gli utili che accantonati che hai reinvestito hanno superato il limite stabilito dell’incremento del patrimonio netto, saranno agevolabili nell’esercizio successivo. E stando alle nuove aliquote che vedrai nel prosieguo, potranno magari beneficiare di una riduzione maggiore.
Riduzione dell’IRES maggiorata negli anni
La riduzione IRES prevista dal presente decreto, a differenza della prima disposizione, sarà graduale negli anni:
- 2019 l’aliquota è 22,5%;
- 2020 sarà del 21,5%;
- 2021 sarà del 21%;
- dal 2022 sarà del 20,5%.
Quindi, facciamo un esempio per rendere più chiara l’idea di come funziona questa nuova agevolazione.
Se la società Alfa ha accantonato l’utile 2018 a riserva disponibile per una cifra pari a 100mila Euro, e nel modello Redditi 2020, riferito al 2019 dichiara un reddito imponibile di 150mila Euro, l’IRES la potremo calcolare così:
- 100mila x 22,5%, quindi 22.500 di IRES agevolata
- 50mila x 24%, quindi 12mila di IRES ordinaria
Complessivamente, Alfa andrà a pagare 34.500 di IRES.
Nota bene che, tale riduzione, la puoi cumulare con qualsiasi altro beneficio, poiché la presenza di uno non esclude l’altro.
Chi può beneficiare?
Dal punto di vista soggettivo, può beneficiare della riduzione IRES la tua società di capitale e non solo.
Perché se sei un soggetto IRPEF, purché in contabilità ordinaria, poiché si tratta di un’agevolazione misurata attraverso il patrimonio netto, potrai beneficiare pure tu. In questo caso, l’IRPEF rispetto allo scaglione di appartenenza, verrà ridotto di 1,5 punti percentuali.
Dunque, l’obiettivo della mini IRES è quello di incentivare il reinvestimento degli utili nell’impresa e portare l’aliquota IRES del 20% sugli utili reinvestiti, senza che tu debba avere dei paletti che ti dicono dove effettuare gli investimenti. Infatti, per renderla più semplice, per essere agevolabili, gli utili devono solo essere reinvestiti.
Come vedi, nonostante sia resa più semplice rispetto alla prima mini IRES, l’applicazione di questa non è ugualmente facile, necessita infatti della presenza di un professionista che sia ferrato in materia, altrimenti quello di cui hai beneficiato, lo dovrai restituire con sanzioni ed interessi annessi.
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