Il Decreto Lavoro approvato dal Governo il primo maggio 2023 ha apportato una serie di novità, tra cui il taglio del cuneo fiscale e l’aumento della soglia esentasse dei fringe benefit. In questo articolo vediamo a quanto ammonta la riduzione del costo del lavoro, a chi è rivolta l’esenzione dei benefit aziendale, fino a quando è valida l’esenzione e come può sfruttarla l’azienda.
Decreto Lavoro: quanto vale il taglio del cuneo fiscale?
Il taglio del cuneo fiscale è solo la punta di diamante del Decreto Lavoro approvato il primo maggio 2023 dal Governo. Nel testo, infatti, oltre al taglio del costo del lavoro, vengono anche inserite alcune novità in materia fiscale. In particolare per quanto riguarda i benefit aziendali concessi dalle aziende ai propri dipendenti.
Ma andiamo per gradi.
La riduzione del cuneo fiscale non è una novità assoluta. Infatti, la Legge di Bilancio 2023 aveva introdotto la riduzione del costo del lavoro dal 2 al 3%, in base al reddito. Il Decreto Lavoro, aumenta la percentuale di riduzione del cuneo fiscale del:
- 6% per i redditi fino a 35.000 euro (ma se la retribuzione imponibile non supera l’importo mensile di 1923 euro);
- 7% per redditi fino a 25.000 euro (ma se la retribuzione imponibile non supera l’importo mensile di 1923 euro).
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Il predetto intervento, stando a quanto stabilito dalla normativa, dovrebbe portare a un aumento in busta paga fino a 100 euro.
Attenzione però: il taglio è previsto solo per il periodo luglio-dicembre 2023. Da gennaio 2024 in poi, la riduzione non è più valida (salvo proroghe), poiché non si tratta di una misura strutturale.
Tuttavia, la misura può rappresentare un buon inizio per garantire un graduale riduzione del costo del lavoro per le imprese. Sappiamo bene, infatti, che il costo del lavoro è una delle voci più importanti per i bilanci e una sua possibile riduzione aprirebbe scenari molto favorevoli per le aziende.
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Esenzione fringe benefit: soggetti beneficiari
Dal punto di vista fiscale, viene confermata la soglia dei fringe benefit fino a 3.000 euro esentasse per il 2023. Rispetto al passato, l’esenzione non è per tutti, ma solo in via esclusiva per i lavoratori con figli a carico. Oltre i 3.000 il fringe diventa tassabile.
Dunque, se il tuo dipendente ha figli a carico puoi erogare fringe benefit fino a 3.000 euro senza tasse. Si ricorda che, i figli sono fiscalmente a carico:
- fino a 24esimo anno di età e se hanno conseguito un reddito annuo inferiore o pari a 4.000 euro;
- oppure abbiano superato il 24esimo anno di età e se hanno un reddito annuo inferiore o pari a 2.840,51 euro.
La misura, come il taglio del cuneo fiscale, è valida solo per il periodo d’imposta 2023, in deroga a quanto stabilito dal Tuir. I benefit, che possono essere, ad esempio:
- buoni pasto,
- telefono aziendale,
- autovetture,
- polizze assicurative,
non concorrono alla formazione del reddito imponibile fino al valore di 3.000 euro.
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La situazione cambia quando si tratta di dipendenti senza figli a carico. In questo caso, puoi sempre erogare questi fringe benefit, ma solo per un importo inferiore, ovvero fino 258,23 euro. Superata questa soglia, la somma diventa imponibile e quindi tassabile.
Ma non è tutto.
In tema di welfare aziendale, lo stesso Decreto arriva a un fondo pari a 60 milioni di euro finalizzato a migliorare la conciliazione vita-lavoro. Un aspetto molto importante: se migliora il clima aziendale automaticamente aumenta la produttività.
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Dunque, l’azienda beneficia:
- da un lato dell’aumento della produttività se il dipendente viene attratto e incentivato;
- dall’altro di efficaci vantaggi fiscali.
Fringe benefit: i vantaggi fiscali e contributivi per l’azienda
L’utilizzo dei fringe benefit viene fatto, infatti, anche per diminuire il carico contributivo e fiscale. Quindi, uno strumento migliore rispetto al carico fiscale da pagare nel caso in cui l’azienda decidesse attribuire ai lavoratori compensi monetari.
Alcuni tipi di fringe benefit possono essere dedotti fiscalmente, riducendo così la tassazione complessiva dell’azienda. Un vantaggio ignorato da molti imprenditori ma che può aiutare l’impresa a ridurre l’alta pressione fiscale alla quale è, purtroppo, è sottoposta.
Pertanto, per migliorare il clima aziendale, devi considerare seriamente l’opportunità di implementare l’utilizzo dei fringe benefit.
L’implementazione avviene tramite una fase iniziale in cui avvii processo di analisi che ti consenta di identificare quali benefit possono essere più apprezzati, rispetto a quelli meno approvati, dai dai tuoi dipendenti. Sarebbe inutile erogare un benefit non accettato dai dipendenti, ma utile solo per ridurre le imposte.
Ma devi sapere che, i fringe benefit, sono solo una parte degli strumenti che puoi utilizzare per ridurre le imposte a debito. Infatti, ci sono anche altri strumenti di pianificazione fiscale che non devono mancare nella tua impresa, molto utili per dimezzare le tasse.
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