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Decreto Liquidità: opportunità e rischi dei finanziamenti stabiliti dal decreto legge 23/2020

di Soluzione Tasse
5 Mag, 2020
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    Nel portale del Fondo di garanzia, si legge che il DL “Liquidità” ha potenziato il Fondo di garanzia per fare fronte alle esigenze immediate di liquidità delle imprese e dei professionisti che stanno affrontando le conseguenze dell’epidemia da COVID-19. Le procedure di accesso sono state semplificate, le coperture della garanzia incrementate e la platea dei beneficiari ampliata.

    400 miliardi di finanziamenti alle imprese, sospensione dei versamenti e nuove iniziative per garantire continuità aziendale. Queste sono le principali misure varate dal Decreto Liquidità per sostenere e aiutare le imprese a fuori uscire dalla crisi.

    Tanti soldi, tante opportunità di credito che, però, espongono gli imprenditori italiani ad alcuni rischi nascosti che possono mettere a repentaglio la sopravvivenza delle loro aziende.

    Decreto liquidità e Finanziamenti: quali sono le misure a sostegno?

    Per superare l’emergenza economica causata dal Coronavirus e favorire la ripartenza del sistema produttivo italiano è stato pubblicato, da pochi giorni, il tanto atteso “Decreto Liquidità”.

    Il provvedimento contiene tante opportunità per le aziende italiane di accedere a finanziamenti garantiti dallo Stato.  In pratica, lo Stato, attraverso Sace (Società per azioni del gruppo italiano Cassa Depositi e Prestiti, specializzata nel settore assicurativo-finanziario) fornisce solo le garanzie su questi prestiti – per cui non sono a fondo perduto.

    La garanzia è a prima richiesta e copre nuovi finanziamenti concessi all’impresa per capitale, interessi ed oneri accessori fino all’importo massimo garantito che non potrà superare il 25% del fatturato del 2019 o il doppio del costo del personale sostenuto dall’azienda.

    La garanzia fornita dipende dalla grandezza dell’impresa:

    • 90% dell’importo del finanziamento per le imprese con meno di 5.000 dipendenti in Italia e fatturato fino a 1,5 miliardi di euro;
    • 80% dell’importo del finanziamento per le imprese con fatturato tra 1,5 miliardi e 5 miliardi di euro o più di 5000 dipendenti in Italia;
    • 70% per le imprese con valore del fatturato superiore a 5 miliardi.

    Il rilascio della garanzia, per le imprese con meno di 5.000 dipendenti in Italia e un fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro, avverrà attraverso una procedura semplificata.

    A beneficiare sono tutte le imprese, indipendentemente dalla dimensione ad esclusione, comunque, delle aziende che, al 21 dicembre 2019, risultavano essere già in difficoltà. 

    Quanto ai costi bancari, le commissioni bancarie devono essere minime e limitarsi solo al recupero dei costi. Il costo del finanziamento coperto dalla garanzia deve avere un costo simile ad un’operazione analoga, ma senza garanzia.

    Le garanzie, invece, hanno costi che variano nel tempo:

    • 0,25% dell’importo garantito durante il primo anno;
    • 0,50% durante il secondo e terzo anno;
    • 1% durante il quarto, quinto e sesto anno.

    Crescono fino ad arrivare al 2% per le grandi imprese.

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    Fondo di Garanzia per aiutare le piccole imprese

    Viene potenziato il Fondo di Garanzia con una garanzia diretta del 90% dell’importo erogato.

    Le imprese con ricavi inferiori a 3,2 milioni di euro, danneggiate dall’emergenza COVID-19 come risultante da autodichiarazione, accedono alla garanzia del 90% che può essere innalzata fino al 100% con la copertura del residuo 10% da parte dei Confidi.  

    Quanto ai costi bancari valgono le stesse regole per le garanzie Sace. 

    Concessa, invece, la garanzia al 100% a rilascio automatico e gratuito per i finanziamenti per un importo massimo di 25.000 euro per le imprese che dimostrano di aver subito un danneggiamento dall’emergenza COVID-19 come da dichiarazione autocertificata. 

    Il prestito pieno, cioè di 25.000, potrà essere ottenuto solo con un fatturato pari a 100mila euro.

    Al Fondo di Garanzia accedono anche le imprese che presentano esposizioni nei confronti del soggetto finanziatore segnalate come “inadempienze probabili” o “scadute o sconfinanti deteriorate”, a condizione che la segnalazione non sia precedente alla data del 31 gennaio 2020. Vengono, invece, escluse, le imprese in sofferenza. 

    I finanziamenti dovranno essere restituiti entro 6 anni e, l’inizio del rimborso, avverrà non prima di 2 anni dall’erogazione.Per i prestiti fino a 25.000 euro è previsto un tasso di interesse, anche se basso, in rapporto al Rendistato con una maggiorazione dello 0,2% (si può stimare un valore tra 1,2 e 2%). 

    Per le aziende fino a 3,2 milioni di ricavi la normativa non prevede né tasso minimo né una durata massima del rimborso prefissata.

    Opportunità o rischi dall’utilizzo dei finanziamenti?

    I finanziamenti, devi sapere, che non sono a fondo perduto ma sono dei prestiti e, come tali, devi restituirli espandendo quindi ai già problemi di ora, ci aggiungi altri debiti. Lo Stato non fa altro che garantire per te davanti alla banca (con relativi costi da sostenere ovviamente).

    Aumentano, così, i rischi futuri perché dovendo onorare le rate del prestito puoi trovarti in difficoltà per il prosieguo della tua attività.

    Pensa, se per onorare la rate del debito, non riesci a pagare fornitori, questi ti potrebbero rifarsi direttamente sul tuo patrimonio aziendale.

    Vieni esposto ad alcuni rischi nascosti che possono mettere rendendo il patrimonio facilmente attaccabile e proprio per questo devi proteggerlo attraverso appositi strumenti prima di chiedere un finanziamento

    Perdere quello che perso dopo averlo costruito con sudore e fatica è un rischio al quale ti stai esponendo, agisci ora per non perdere tutto domani: la crisi deve ancora arrivare e mettersi al riparo prima è la strategia migliore che tu possa attuare.

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