Errori di pianificazione fiscale: 3 scelte da evitare assolutamente

di Soluzione Tasse
14 Apr, 2021
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    In Italia la tassazione raggiunge picchi anche del 59,1% degli utili prodotti secondo il rapporto “Paying Taxes 2020. Per far fronte a questo eccesso di imposizione, c’è chi non fattura per pagare meno tasse o chi utilizza altri escamotage. 

    Scopri quali sono i 3 errori di pianificazione fiscale da evitare per fronteggiare l’avanzata del Fisco  e mettere a rischio il tuo patrimonio, sia personale che aziendale.

    Pianificazione fiscale e rimborsi gonfiati: cosa rischi?

    Il Fisco è da sempre uno dei grandi ostacoli di chiunque faccia impresa. Basti pensare che con i suoi 190,9 miliardi, l’Italia è il paese europeo con il tasso più alto di evasione fiscale.

    Da una parte abbiamo quegli imprenditori che evadono le tasse perché convinti che non vadano pagate. Dall’altra invece abbiamo quelli che, nel vano tentativo di risparmiare un pò di liquidità in imposte, ricorrono ad alcuni escamotage.

    Uno fra tutti, il rimborso spese gonfiato. Il rimborso delle spese viene erogato dall’impresa al dipendente per indennizzare lo stesso dei costi sostenuti per la trasferta effettuata per conto dell’azienda – e può essere:

    • all’interno del territorio comunale;
    • fuori dal territorio comunale.

    Leggi anche: Rimborsi spese di trasferta: quante tipologie conosci? Come vengono dedotti dalla società?

    L’impresa deve stabilire una corretta procedura contabile e fiscale per la gestione dei rimborsi per essere:

    • esenti da tassazione per il dipendente;
    • non gonfiati dal dipendente;
    • deducibili fiscalmente per l’impresa (che li eroga sulla base di idonea documentazione).

    La nota spese gonfiata, come il documento per importi fittizi, rientra infatti nel campo della dichiarazione fraudolenta, e quindi in caso di controlli fiscali è soggetta ad una sanzione penale.

    Se la società, dunque, porta in deduzione le spese per trasferte, devono essere documentate per evitare poi guai con il Fisco.

    Spostarsi da luogo abituale di lavoro, con la propria auto, comporta l’utilizzo anche dei rimborsi chilometrici, erogati in base ai km percorsi. Parliamo di un tipo di rimborso particolare cui base di calcolo sono i valori stabiliti dalla tabella ACI tenuto conto di determinati limiti fiscali:

    • 17 cavalli fiscali per le auto a benzina.
    • 20 cavalli fiscali per le auto diesel.

    Leggi anche: Rimborso chilometrico: la check list per calcolarlo ed evitare controlli fiscali

    La normativa lo dice chiaramente: devi dedurre entro quel limite, mentre la quota superiore ai limiti è indeducibili. Ma c’è chi va oltre e lo per due motivi: per errore o per dedurre di più e pagare meno tasse (molto più plausibile).

    In alcuni casi, utilizzare l’auto personale e poi chiedere il rimborso chilometrico può risultare un metodo alternativo e fortemente vantaggioso.

    Leggi anche: Auto aziendale o auto personale: quale soluzione ti fa pagare meno tasse

    Il problema, infatti, è saperli calcolare: restituire tutto quello dedotto, più sanzioni e interessi sembra impossibile, ma è molto semplice. Purtroppo, si commettono molti errori di calcolo, per cui conoscere la materia è fondamentale per non finire nei guai.

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    Royalties e marchio: come evitare errori madornali?

    Altro errore che notiamo spesso durante le nostre consulenze ai nuovi clienti è l’utilizzo errato del marchio e, di conseguenza, anche delle royalties. Il marchio oltre ad essere utilizzato per differenziarsi dalle altre imprese, è uno strumento validissimo di pianificazione fiscale.

    Leggi anche: Marchio e royalties: sfrutta il logo della tua azienda e risparmia tasse

    L’applicazione della disciplina fiscale, anche se assolutamente lecita. Gli errori che si possono commettere sono tanti, ma in particolare 2: 

    • registrare un marchio già utilizzato sul mercato
    • mancato rispetto del principio di inerenza con la deducibilità dei costi per le royalties pagate;
    • valutazione elevata del marchio e di conseguenza royalties gonfiate (a volte anche il 30% in più rispetto a quello consentito dalla norma in base alle dimensioni dell’azienda, e non solo).

    Leggi anche: Contraffazione marchio: cosa rischi se lo copi?

    La somma delle Royalties viene commisurata al valore del marchio stesso. La valutazione deve essere fatta dopo un’analisi approfondita della realtà aziendale, del mercato di riferimento, della riconoscibilità e dalla sua diffusione.

    Molto spesso questo non succede, purtroppo. Alcuni imprenditori hanno il marchio dentro una Holding e lo concedono in utilizzo alla società operativa, ovvero quella che svolge la reale attività aziendale.

    Il valore delle royalties, in questo caso, viene fatto “a occhio“. Sbagliatissimo perché non vi è alcun riferimento al mercato o al fatturato prodotto. O addirittura utilizzano un marchio già registrato.

    Intestazione di beni errata: perché devi evitarla?

    Ultimo errore, ma non per ordine di importanza, riguarda l’intestazione errata dei beni. Si propensi, spesso, ad acquistare beni (mobili e immobili) o attrezzature alla società o ditta individuale, ignari dei rischi a cui si è esposti.

    E questo perché? Perché se fallisce la società o la ditta l’immobile finisce, i beni sono esposti ad enormi rischi, tra cui quello di finire nelle mani dei creditori (Fisco, banca o fornitori).

    Quindi cosa fare? Compare i beni, che sia mobili o immobili, con un’altra società partecipata della società operativa che dia a noleggio questi beni per esercitare l’attività.

    Queste sono tra le più comuni e rappresentano 3 errori che, se commessi, possono costarti caro. Ma c’è ne sarebbero anche altri. Purtroppo, durante le nostre consulenze notiamo altri errori madornali che possono mettere a rischio il tuo patrimonio aziendale.

    Ridurre le tasse può sembrare semplice, ma in realtà non lo è: cadere negli errori è più facile di quanto tu possa immaginare. Per pagare di meno, è necessario pianificare e seguire alla lettera tutto il dettato normativo: rischiare di perdere il patrimonio è un rischio reale.

    Evita problemi col Fisco: attua una corretta pianificazione fiscale.

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