La donazione è un momento molto particolare per la vita dell’azienda e per il patrimonio da essa posseduto. Donare un’azienda al figlio è sempre rischioso, sia lato produttivo ma soprattutto economico. Per fortuna, però, il sistema tributario italiano ci viene incontro attraverso una serie di agevolazioni fiscali assolutamente da considerare e applicare.
Cosa significa donare l’azienda al figlio?
La donazione è quell’operazione mediante la quale può essere gestito il trasferimento dell’azienda dal genitore, fondatore dell’attività, al figlio. Uno strumento in più, messo a disposizione dal nostro ordinamento, per effettuare quello che in gergo tecnico viene chiamato passaggio generazionale.
Il trasferimento dell’azienda può avvenire totalmente, nel senso che viene data al figlio tutta l’impresa. Oppure possono essere donate solo alcune partecipazioni societarie o addirittura rami d’azienda. Quindi è un istituto molto dinamico che si presta a tutte le situazioni che hanno per oggetto il trasferimento dell’eredità da genitore a figlio.
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La caratteristica principale della donazione riguarda l’aspetto temporale.
Innanzitutto, l’operazione è un atto tra vivi e possiamo definirlo con un contratto molto utile che consente al genitore di dare l’azienda al figlio, per continuare l’attività, senza ricevere nulla in cambio.
In secondo luogo, quando l’atto di donazione si conclude, la stessa diventa irrevocabile. Ad atto concluso, il figlio diventa titolare dell’azienda, del ramo d’impresa o di alcune partecipazioni societarie.
Dunque, uno strumento che, nel caso in cui stai pensando di voler dare l’azienda ai figli, devi assolutamente considerare, visti anche i vantaggi fiscali che la distinguono.
Sappi, però, che non è l’unico che puoi utilizzare, perché il nostro ordinamento mette a disposizione svariati strumenti, uno per ogni esigenza sia aziendali che personali.
Ma torniamo a noi: vediamo quali sono i vantaggi della donazione.
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I vantaggi fiscali della donazione
I vantaggi della donazione sono perlopiù tributari. Quindi non da sottovalutare, se pensiamo alla pressione fiscale che l’impresa deve subire ogni anno.
Il vantaggio fiscale riguarda la possibilità di non dover pagare alcuna imposta di successione e donazione. Possibilità che viene concessa dall’ordinamento tributario italiano solo se il trasferimento ha per oggetto l’impresa, i rami d’azienda e delle quote societarie donati ai figli (o anche al coniuge, dipende dai casi).
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L’esenzione dell’imposta, tuttavia, non è automatica. Nel senso, doni l’azienda al figlio tramite atto e non devi versare nulla, oppure dai una quota societaria ed eviti il tributo.
No, non succede proprio così.
L’esenzione deve rispettare alcune condizioni fondamentali che variano in relazione al tipo di trasferimento venga effettuato.
Andando nei dettagli, per rendere tutto un po’ più chiaro, se il trasferimento ha per oggetto:
- quote di società di capitali, come può essere una normale srl, il figlio (o il coniuge) deve acquisire il controllo delle quote, o anche della società, e detenere per almeno 5 anni;
- società di persone o rami di azienda (sempre di questa tipologia di forma giuridica) il figlio deve proseguire l’esercizio dell’attività per 5 anni.
I figli, per poter beneficiare dell’esenzione devono, a loro volta, devono dichiarare tramite un’apposita documentazione di impegnarsi a continuare l’attività per almeno 5 anni. In più, che l’attività sia svolta in maniera diretta.
Pertanto, non possono venderla prima di 5 anni oppure darla in affitto (perché in quel caso non si verificherebbe il requisito di attività eseguita direttamente dai soggetti che l’hanno ricevuta in eredità).
Se vengono rispettati, allora la donazione è un’opportunità che non può essere trascurata, altrimenti è possibile valutare altre operazioni. Ma sappi che, nel caso in cui si parla di secessione (spesso vengono confuse o trattate allo stesso modo) il disco non cambia. Infatti, se non viene rispettato il termine di 5 anni, non è possibile usufruire dell’esenzione.
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Ma non finisce qua!
Se chiudo l’attività prima di 5 anni?
Il beneficio dell’esenzione può decadere nel momento in cui i figli non rispettano i requisiti sopra indicati.
Se cedono l’azienda prima dei 5 anni la conseguenza è pesante.
Perché:
- deve essere pagata l’imposta di donazione in misura ordinaria;
- più viene aggiunta una sanzione del 30% per il ritardo dei versamenti;
- più gli interessi di mora.
L’utilizzo della donazione come strumento per effettuare il passaggio generazionale è un’opzione molto utile all’imprenditore, se consideriamo i vantaggi che può offrire questo strumento.
Un’opportunità che se viene eseguita male, può rivelarsi veramente uno svantaggio. E come puoi vedere, lo svantaggio non è di poca portata in termini monetari.
Il Fisco italiano, seppure nella sua complessità, offre varie soluzioni e occasioni all’impresa, e a te imprenditore, per mitigare la pressione fiscale. Tuttavia, se la conoscenza ti permette di sapere che esistono, è la capacità di utilizzo che fa la differenza.
Pertanto, devi affidarti a professionisti specializzati nel risparmio fiscale: attraverso un’analisi della tua situazione aziendale, tenuto conto delle tue esigenze e di quelle familiari, saranno in grado di fornirti la soluzione migliore per evitare di subire la pesante pressione fiscale.
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