Prezzi in progressivo aumento, materie prime inaccessibili e costo dell’energia elettrica e del gas ai massimi livelli: questa la crudele situazione che le imprese, come se non bastasse, sono costrette ad affrontare dopo due anni di pandemia.
Un panorama, purtroppo, poco rassicurante che richiede rapidità d’azione da parte delle aziende. Ma quale strategia devono attuare per contrastare il continuo aumento dell’inflazione e fronteggiare l’incertezza economica e politica attuale? Vediamo di più.
Inflazione e aumento dei prezzi: cosa sta succedendo?
Molti economisti americani danno per certo l’arrivo di una recessione in USA in autunno e, solitamente, le crisi oltreoceano, a distanza di mesi, arrivano sempre in Europa. Più si avvicina l’autunno e più cresce il timore e lo spettro della recessione già vissuta con la crisi del 2008. Infatti, i segnali già si avvertono in alcuni paesi dell’UE.
Un ruolo da padrona, in questa situazione, lo gioca senz’altro l’inflazione che ha raggiunto ad agosto la quota record dal 1985 pari all’8,4% su base annua. Inflazione che non dovrebbe arrestarsi in autunno, peggiorando sempre più la situazione. Si prospetta, tra l’altro, un ulteriore aumento anche per il 2023.
L’aumento continuo e progressivo dei prezzi – o inflazione – va a influire non solo sul potere d’acquisto delle famiglie ma anche su quello delle aziende costrette a pagare le materie prime molto di più rispetto a quello che pagavano un anno fa. Un fenomeno, questo, che genera una reazione a catena che colpisce duramente l’economia e mette in difficoltà le imprese italiane (a causa di una minore attitudine all’acquisto di prodotti o servizi).
Se al continuo aumento dell’inflazione ci aggiungiamo anche i costi record dell’energia elettrica, il 2023 che sta per arrivare, incute più timore del 2022; anno in cui si intravedeva, soprattutto nei primi mesi, un rapida ripresa post pandemica.
Inflazione e aumento dei prezzi: quali conseguenze per le imprese?
Il termine inflazione, utilizzato a seguito della pandemia, infatti, dall’inizio dei conflitti internazionali è stato via via sempre più “oggetto” mediatico, e non solo, della nostra quotidianità. Le conseguenze per le imprese possono essere tante. Tra queste possiamo citare le seguenti:
- aumento dei prezzi, meno vendite, più prodotti in magazzino e minori esportazioni;
- squilibri tra domanda e offerta di prodotti o servizi;
- maggiore spesa per l’acquisto delle materie prime a sua volta colpite dall’inflazione;
- meno potere d’acquisto per le famiglie che si ripercuote sulle imprese che non vendono i loro prodotti;
- sfiducia nell’investire nell’azienda perché si tende a risparmiare, quel poco che si guadagna, per affrontare la gestione quotidiana aziendale;
- aumento dei tassi d’interesse generando un incremento del costo del denaro e, di conseguenza, dei prestiti alle banche (non sempre propense a dare credito).
Richiedi la tua prima consulenza gratuita
Dunque, l’inflazione, provoca una forte incertezza che colpisce e crea problemi alle imprese, tavolate, tra l’altro, anche da una pesante pressione fiscale che non attenua la sua avanzata ( nell’anno 2021, come riporta la Cgia di Mestre, ha raggiunto il record storico del 43,5%).
Leggi anche: Ridurre la pressione fiscale delle imprese: strategie fiscali 2022
Di fronte a questa situazione, Governo ed Europa si stanno adoperando per aiutare imprese e famiglie. Tuttavia, al momento, le misure prese, non sembrano rispondere alle esigenze delle imprese, costrette a fronteggiare anche gli aumenti dei costi energetici.
Come affrontare il problema inflazione?
L’inflazione, oltre ad aumentare i prezzi dei prodotti acquistati dalle famiglie, come detto, si sta abbattendo in maniera considerevole anche sulle imprese costrette a spendere di più per acquisire:
- materie prime per produrre i loro prodotti;
- energia elettrica per mandare avanti la produzione;
- benzina, se pensiamo anche ai trasporti che queste devono effettuare per la vendita dei loro prodotti.
Una situazione a dir poco grave, tant’è che in autunno, se la situazione non dovesse cambiare, potremmo assistere ad un boom di fallimenti di imprese. Quindi, cosa potrebbero fare le imprese per fronteggiare l’inflazione? Le strategie, infatti, potrebbero essere tante, ma quale davvero funzionerebbe?
Leggi anche: Come fronteggiare la crisi economica e fare impresa nel 2022
Le aziende, ad esempio, potrebbero essere costrette ad adeguare i prezzi dei loro prodotti. Perché se la materia prima aumenta, l’energia elettrica aumenta, la conseguenza è l’aumento dei prezzi del prodotto.
Ma adeguare i prezzi cosa potrebbe comportare?
La conseguenza di questa strategia potrebbe essere quella di perdere alcuni clienti perché non riuscirebbero a comprare più i tuoi prodotti. E se perdi i clienti, poi è difficile recuperarli. Ma adeguare i prezzi, nonostante tutto, è una delle strategie più adottate e semplice da attuare.
Oppure, c’è un’alternativa?
L’altra soluzione potrebbe essere quella di bloccare i prezzi nonostante la scia inflazionistica, rinunciando a determinati margini di guadagno. In questo modo, i clienti, non scapperebbero verso un’eventuale concorrenza. Di contro, potresti avere il problema di non riuscire a coprire alcuni costi o avere un guadagno minimo.
Quale potrebbe essere l’arma contro l’inflazione?
Dunque, due soluzioni con due conseguenze diverse. Per questo motivo, prima di agire, è fondamentale fare un’attenta valutazione delle possibili conseguenze per evitare spiacevoli sorprese.
L’arma più efficiente contro l’inflazione, e senza conseguenze negative, potrebbe essere il risparmio fiscale. In questo modo, risparmiando soldi in tasse, li potresti utilizzare per far fronte ai continui aumenti. Dunque, meno tasse, più liquidità e maggiore capacità di fronteggiare il fenomeno inflazionistico.
Leggi anche: Pianificazione fiscale: il segreto del successo dell’impresa nel 2022
Risparmiare tasse, però, non dovrebbe essere una soluzione da adottare solo in casi come questi, ma una prerogativa di ogni imprenditore. Evitando, così, di sperperare denaro vitale.
Al risparmio fiscale, dovremmo poi aggiungere la protezione del patrimonio come scudo per fronteggiare l’incertezza economica e politica ed evitare le scure del fallimento. Perché, come detto prima, in autunno, il tanto annunciato boom di fallimenti potrebbe materializzarsi e portare alla fine di numerose imprese.
Ragion per cui, agire ora, per evitare situazioni sgradevoli poi, è fondamentale per chiunque faccia impresa.
Come Soluzione Tasse, grazie al nostro di team di 35 professionisti, di cui 28 commercialisti, 6 avvocati e 1 un ex ufficiale della Guardia di Finanza, possiamo aiutarti a:
- fare una pianificazione fiscale strategica, attraverso la quale si può arrivare a ridurre il carico fiscale dal 20 al 50%;
- tutelare il patrimonio aziendale e la salvaguardia del passaggio generazionale per mettere la propria ricchezza al riparo dai possibili creditori (che possono essere Fornitori, Banche e soprattutto Fisco);
- applicare strumenti di Welfare aziendale, con cui abbattere il costo del lavoro e portare benefici non solo all’azienda ma anche al dipendente;
- ottenere una crescita esponenziale, attraverso gli stessi strumenti che abbiamo usato per creare da zero e in soli 5 anni, un gruppo aziendale che fattura oltre 25 milioni e che abbiamo quotato alla borsa di Milano.
Compila ora il questionario: 2 minuti del tuo tempo possono cambiare per sempre il tuo futuro fiscale, della tua impresa e della tua famiglia.