Ires ridotta per le società che investono in beni e lavoro e non distribuiscono gli utili. Questa è una delle novità, e forse la più importante, che la riforma fiscale ha apportato all’imposta sul reddito delle società. In questo articolo vediamo come dovrebbe funzionare la nuova tassazione e come pagare i soci senza distribuire gli utili.
Ires e Riforma Fiscale: quali sono le novità?
La riforma fiscale varata dal Governo apporta una serie di novità a tutto l’apparato tributario italiano. Tra le numerose modifiche, oggetto di rimodulazione sarà la tassazione delle società, e in particolare l’Ires (Imposta sul reddito delle società).
Le modifiche di cui potrebbe essere soggetta l’Ires possiamo distinguerle come segue:
- regime ordinario, pagamento dell’aliquota piena;
- regime agevolato, pagamento dell’imposta ridotta se la società investe in beni strumentali e sulle risorse umane.
Le novità, tuttavia, non sono ancora finite. Infatti, la legge delega, dovrebbe introdurre altre modifiche, quali:
- applicazione semplificata dell’Ires, così da ridurre gli adempimenti amministrativi a carico delle imprese. L’idea è quella di revisione delle variazioni aumento e diminuzioni;
- riallineamento tra valori civilistici e fiscali, così da avere uniformità nel trattamento fiscale anche i valori contabili siano cambiati. L’idea è quella di eliminare il doppio binario civile e fiscale.
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Quanto all’ultimo punto, infatti, per chi non lo sapesse, al momento tra reddito civilistico (risultato economico data dalla differenza fra i costi e i ricavi di un esercizio computati per competenza) e fiscale (reddito determinato in occasione della dichiarazione dei redditi) ci sono dei disallineamenti.
Regime agevolato Ires: come funziona?
Tra le tante novità, quelle che interessano a noi oggi, riguarda il regime agevolativo Ires.
Se fino ad oggi l’aliquota Ires per le società di capitali era pari al 24%, con la riforma fiscale, la situazione potrebbe cambiare. Infatti, per rendere più attrattivo il sistema tributario italiano è possibile beneficiare di una riduzione dell’aliquota.
L’agevolazione è possibile solo se sussistono due determinate condizioni.
Regime agevolato Ires: prima condizione
Per favorire la crescita delle imprese, con la nuova riforma la società può beneficiare della riduzione dell’imposta al 15% se la srl:
- destina una parte, o tutto il reddito prodotto, in investimenti: nuove assunzioni oppure acquisto di beni strumentali. Il tutto deve virare verso un unico obiettivo: la crescita della società.
Il regime agevolato dell’Ires che dovrebbe entrare in vigore con la futura riforma fiscale si basa su un principio fondamentale: se investi, o assumi, paghi di meno. Se non investi, paghi aliquota piena, quindi nessun cambiamento sostanziale.
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Per beneficiare dell’agevolazione, gli investimenti devono essere effettuati nei due anni successivi a quello in cui è stato generato il reddito. Dunque, semplificando il tutto, se il reddito è stato generato nel 2024, gli investimenti devono essere effettuati entro il 2026.
Regime agevolato Ires: seconda condizione
L’altra condizione per beneficiare della riduzione al 15% impedisce all’azienda di distribuire gli utili. In pratica, per beneficiare dell’Ires ridotto, la società non deve distribuire gli utili nei due anni successivi a quello in cui è stato prodotto il reddito. Quindi, reddito prodotto nel 2024, nessuna distribuzione fino al 2026.
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Se la prima condizione mirare a favorire la crescita dell’impresa, quest’ultima condizione ha come obiettivo quello di aumentare la patrimonializzazione delle società (messe a dura prova dalla crisi pandemica).
In caso di mancato rispetto di una, o di tutte le condizioni, nei due anni successivi alla produzione del reddito, si dovrà pagare la differenza che non è stata versata.
Oltre a quest’ultima condizione, perché non distribuire gli utili?
Concentrandoci ora sull’ultima condizione, devi sapere che dividere gli utili costa, e non sempre conviene. Soprattutto se la novità introdotta dalla riforma fiscale 2023 entrerà mai in vigore.
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Ma se non vengono distribuiti gli utili, il socio non può toccare i soldi della srl. Quindi quest’ultimo si troverebbe a generare reddito senza poterlo toccare.
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