IRPEF: Definizione perchè si paga chi è obbligato come si calcola e come si versa

di Soluzione Tasse
4 Giu, 2018
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    Tra le tante imposte, in questo articolo diamo informazioni su un tipo di imposta molto comune, l’IRPEF.

    L’acronimo IRPEF, sta ad indicare l‘Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Si tratta di un’imposta:

    • diretta, perché colpisce direttamente il reddito;
    • personale, perché deve essere obbligatoriamente corrisposta da tutti i soggetti che producono un reddito e che vivono nel territorio italiano personalmente;
    • progressiva, in quanto la quota da versare varia in percentuale, in aumento o in diminuzione, al variare del reddito dichiarato, che sia lavoratore autonomo, dipendente o pensionato.

    IRPEF: su quali redditi?

    I redditi che sono assoggettati al pagamento dell’IRPEF sono i seguenti:

    • Redditi derivanti da capitali (derivanti dal possesso di azioni);
    • Redditi derivanti da fondi (derivanti dal possesso di terreni);
    • Redditi derivanti da lavoro dipendente
    • Redditi derivanti da lavoro autonomo (ad esempio avvocati, commercialisti);
    • Redditi di impresa (derivanti dall’esercizio di impresa commerciale);
    • Redditi diversi (derivanti da vincite o prestazioni occasionali).

    IRPEF: Come si calcola?

    Il metodo di calcolo dell’Irpef varia a seconda della tipologia di reddito. Infatti, vi sono alcuni redditi che sono esenti (lavoratore dipendente o pensionati oltre i 75 anni con reddito complessivo inferiore a 8.000 euro), oppure vengono tassati nel momento in cui vengono generati, quindi, tendenzialmente non vengono inseriti nella dichiarazione dei redditi (730 o Modello Redditi).

    Il calcolo dell’Irpef viene fatto partendo dalla somma di tutti i redditi prodotti. Questi redditi vanno a confluire in un unico reddito complessivo, al quale vengono poi applicate le deduzioni e le detrazioni di imposta. Da ciò che riamane, ricaviamo il reddito netto, al quale viene calcolata l’aliquota Irpef.

    In buona sostanza, si parte dal reddito lordo al quale vengono applicate deduzione e detrazioni, arrivando così al reddito netto, reddito soggetto ad aliquota Irpef.

    Aliquote

    Il calcolo dell’Irpef viene effettuato applicando le aliquote a scaglioni di reddito, con valori compresi in un range tra il 23 ed il 43%. Dal 1° gennaio 2022 sono stati confermati i valori del 23 e del 43%. La Legge di Bilancio, infatti, ha previsto la modifica delle aliquote intermedie.

    Tenendo conto che si parla di decisioni dipendenti dall’attività del governo, è opportuno tenere un atteggiamento prudente.

    Scaglioni

    In seguito, elenchiamo brevemente ma esaustivamente tutti gli scaglioni con le relative aliquote applicate.

    • Il primo scaglione interessa redditi prodotti compresi 0 ed 15.000 euro. L’aliquota attribuita a questo scaglione ammonta al 23%, corrispondente ad una tassazione massima di non oltre 3.450 euro.
    • Il secondo scaglione comprende redditi prodotti tra i 15.001 ed i 28.000 euro. L’aliquota preservata per questa fascia corrisponde al 25%.
    • Il terzo scaglione poi, con redditi tra i 28.001 ed i 55.000 euro. L’aliquota prevista in questo caso è del 35%.
    • Ultimo scaglione, il quarto, comprende redditi che vanno oltre i 50.000 euro, con aliquota al 43%.
    Facendo un esempio pratico, un contribuente con un reddito pari a 20.000 euro dovrà pare un’IRPEF pari a 3.450 euro (23% di 15.000) più il 25% della parte eccedente i 15.000 euro, ovvero 1.250 euro pari a al 25% di 5.000 euro. Il totale da pagare sarebbe, dunque, 4.700 euro di imposta lorda.

    IRPEF: Chi è obbligato?

    L’Irpef è una imposta che, come in precedenza accennato, coinvolge lavoratori autonomi, lavoratori dipendenti e pensionati.

    I lavoratori subordinati, indipendentemente dall’entità del contratto, pagano codesta imposta direttamente in busta paga.

    I pensionati invece perfezionano il versamento mediante l’assegno pensionistico mensilmente corrisposto.

    I lavoratori autonomi, infine, la pagano al momento della dichiarazione dei redditi.

    Secondo l’art. 2, D.P.R. 917/1986 i  soggetti passivi Irpef sono:

    • residenti in Italia, per i cespiti posseduti e redditi prodotti in Italia o all’estero;
    • non residenti in Italia, per i redditi prodotti nel territorio italiano;
    • i soggetti passivi impropri, ossia le società di persone e le società di capitali i cui soci hanno optato per la “tassazione per trasparenza”, simile a quella delle società di persone. In questo caso la dichiarazione dei redditi viene fatta dalla società, ma sono tenuti a pagare l’imposta i soci in base alla propria quota di partecipazione agli utili prodotti dalla società stessa.

    IRPEF: Come si versa?

    Due sono le modalità in cui può essere versata:

    • In un solo versamento per acconti inferiori a 257,52 euro. La scadenza è al 30 novembre.
    • In due rate se l’acconto è superiore alla somma appena citata. In questa ipotesi, la prima rata corrispondente al 40% ha come scadenza il 30 giugno. La restante parte, da versare nella seconda rata, deve essere pagata entro il 30 novembre.

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