Non tutte le aziende prestano attenzione al know-how aziendale. Ignorano completamente l’attuazione di strategie di gestione di questo asset, sottovalutando i benefici economici e fiscali che si possono trarre dallo sfruttamento di questi particolari strumenti.
Andiamo a vedere di cosa si tratta e come può essere sfruttato il know how aziendale.
Che cos’è il know how aziendale?
Il patrimonio dell’impresa non è solo dato da beni immobili o mobili. Sempre più spesso il patrimonio delle aziende è costituito da marchi, brevetti e tutti gli asset intangibili che godono di proprietà intellettuale. In una parola sola il know how.
Tutte le informazioni, che siano di natura tecnica o commerciale, ma che rappresentano un valore economico per l’azienda, possiamo definirle come insieme di know-how. Informazioni che, qualsiasi sia la loro natura, sono segrete. Nel caso in cui, per varie ragioni, possono essere sottratte, le stesse possono provocare gravi danni all’azienda. Sia di carattere economico che competitivo.
Leggi anche: Differenza Marchio Registrato e Marchio™: perché è importante saperla?
Fanno parte del know how anche i segreti commerciali. Ovvero tutte le informative relative all’attività d’impresa. Ad esempio, le informazioni riguardo i clienti, piani aziendali, fornitori o strategie.
Ormai è sempre più assodato che il know how aziendale riveste un valore competitivo per l’impresa. Contribuisce, insieme ad altri diritti intellettuali, come il marchio, a stabilire il valore e il patrimonio dell’azienda.
Si tratta di un asset aziendale fondamentale per l’impresa.
Perché tutelare il know how?
Il Codice della Proprietà Industriale ha introdotto due tipi di diritti:
- diritti titolati (marchi, brevetti, etc, formalizzati in un titolo);
- diritti non titolati (know-how).
Questo codice garantisce la tutela di entrambi i diritti. Quanto al know how, per essere tutelato a dovere, deve adottare delle misure adeguate per garantire la riservatezza.
Sempre lo stesso Codice, consente alle imprese di tutelare il know-how in modo efficace soprattutto se lo stesso ha un valore economico, che sia basso oppure alto. Questo induce le imprese a doversi organizzare in maniera adeguata per tutelare il know how aziendale attraverso l’utilizzo di determinati strumenti.
Richiedi la tua prima consulenza gratuita
Leggi anche: Intangibles assets & pianificazione fiscale: 3 errori da evitare assolutamente
Il know-how è un importante asset aziendale. È proprio dal know how che, molto spesso dipende la capacità dell’impresa di rimanere sul mercato e ampliare il proprio bacino di utenza. E questo rappresenta un importante vantaggio per l’impresa.
Tutelare il know how, quindi, significa salvaguardarlo dalla concorrenza e ed evitare di minare il valore economico dell’intera azienda. Non tutelare il know-how significa mettere a rischio anche la stessa vita dell’impresa. Pertanto, attuare una procedura di tutela è fondamentale per limitare la concorrenza sleale e garantire una degna continuità aziendale.
Sono oggetto di tutela, tra l’altro, anche solo le semplici informazioni. Ad esempio, una mail o una notizia che circola dentro l’azienda. E tutto questo per evitare che anche il dipendente possa beneficiare di un’informazione di grande importanza.
Utilizzare il segreto aziendale, dunque, può rappresentare uno dei pochi strumenti utili per blindare il know how aziendale. Anche dalle azioni speculative che possono esercitare gli stessi dipendenti.
Come sfruttare legalmente il know how aziendale?
Il know-how, come tutti gli asset intangibili, lo puoi cedere a terzi attraverso due modalità: contratto di licenza oppure accordi di cessione. Per quanto riguarda quest’ultimo, si tratta di sorta una compravendita delle informazioni soggetta a determinate clausole contrattuali. In questo modo, tu che sei titolare del know how, trasferendo la proprietà, hai diritto del pagamento di un corrispettivo pattuito precedentemente.
Il contratto di licenza, invece, consiste nel trasferimento del diritto di sfruttamento del know know. Il trasferimento avviene per un determinato periodo di tempo e, anche qua, dietro il pagamento di una somma di denaro pattuita in fase di contrattazione.
Leggi anche: Licenza marchio: cosa deve contenere il contratto per essere inattaccabile dal Fisco?
Tuttavia, non tutte le imprese prestano attenzione ai propri asset immateriali. Ignorano completamente l’attuazione di strategie di gestione del know-how ai fini privatistici, ma soprattutto finanziari e fiscali.
Ma qual è l’asset immateriale più utilizzato dalle aziende?
Il marchio: uno strumento utile non solo per posizionarsi sul mercato e distinguersi dalla concorrenza, ma anche per ridurre la pressione fiscale fino al 30% rispetto a quella attuale e aumentare la liquidità aziendale immediatamente.
Leggi anche: Nome o Marchio registrato: la sottile differenza che ti risparmiare 15.000 euro l’anno
Come Soluzione Tasse, grazie al nostro di team di 35 professionisti, di cui 28 commercialisti, 6 avvocati e 1 un ex ufficiale della Guardia di Finanza, possiamo aiutarti a:
- dimezzare il tuo carico fiscale per far sì che tu possa arrivare a pagare solo l’1,2% di Tasse e aumentare la liquidità da investire per la tua azienda;
- proteggere il tuo patrimonio (aziendale e personale) da possibili attacchi di banche, creditori e Fisco.
Compila il questionario e, assieme ad un nostro consulente, valuterete insieme la possibilità di applicare i nostri servizi e apportare valore alla tua impresa: due minuti del tuo tempo possono cambiare per sempre il tuo futuro fiscale e patrimoniale.