In attesa del varo definito, possiamo già tracciare alcune linee guida su quelle che saranno le novità che impattano sulle imprese. I due principali cambiamenti che toccheranno direttamente chi fa impresa sono la nuova tassazione delle auto aziendali e la sanzione da 250 euro per ogni F24 scartato.
Cosa cambia alle auto aziendali?
Vediamo i dettagli, iniziando proprio dalle auto aziendali, vero tema della discordia nell’ultimo mese. L’entrata in vigore della nuova tassazione slitta all’1 luglio 2020 e riguarderà solo le nuove immatricolazioni. Dopo tante discussioni viene rivista la tassazione per le auto concesse ai propri dipendenti per uso promiscuo, cioè per lavoro e per il tempo libero.
La tassazione è divisa in 4 fasce – tenuto conto della quantità di anidride carbonica (CO2) emettano nell’ambiente – e sarà pari al:
- 25% per le auto con emissione di CO2 non superiori a 60g/Km;
- 30% per le auto con emissione di CO2 superiori a 60g/Km e non superiori a 160 g/km;
- 40% – nel 2020 – per le auto con emissione di CO2 superiori a 160g/Km e non superiori a 190g/km; sale al 50% per il 2021;
- 50% – nel 2020 – per le auto con emissione di CO2 superiori a 190g/Km è applicata una percentuale; sale al 60% per il 2021.
Nonostante la rimodulazione – il nuovo provvedimento in attuazione con la futura Legge di Bilancio – sarà un vero colpo per imprese e dipendenti che vedranno aumentare la tassazione in maniera considerevole.
Ogni F24 scartato ti può costare 250 euro
Tempi brutti anche se sbagli la compilazione di un F24. Dal prossimo anno se sbagli, paghi. Previste sanzioni per le indebite compensazioni, ovvero quando nel pagare un’imposta tramite modello F24, effettui compensazioni di crediti che non ti spettano, per poter ridurre il peso del fisco velocemente ignaro delle conseguenze che questo può arrecarti.
In questo caso – per ogni F24 scartato – sarai punito con una sanzione pari a 250 euro (sanzione più lieve se pensiamo che fino a 15 giorni fa era stabilita a 1.000 euro per ogni F24 scartato).
0,5 euro per ogni kg di plastica utilizzato
Per poi proseguire con l’altro provvedimento negativo della Legge di Bilancio a discapito delle impresa: la tassa sul consumo dei Manufatti con singolo impiego (MACSI), meglio conosciuta come tassa sulla plastica.
L’idea è quella di inserire un tassa sul consumo di manufatti realizzati attraverso l’utilizzo – anche parziale – della plastica e che sono destinati a proteggere o contenere merci e prodotti alimentari. L’ammontare dell’imposta è pari ad 0,50 euro per chilogrammo di materia plastica contenuta, ad esempio nel contenitore del prodotto.
Esclusi, invece, dalla tassazioni: i dispositivi medici classificati dalla commissione unica sui dispositivi medici ed i manufatti in plastica – utilizzabili una sola volta – che contengono e proteggono preparati medicinali.
A fronte di ciò, troviamo un credito d’imposta pari al 10% per gli investimenti effettuati nel 2020 per l’adeguamento tecnologico finalizzato alla produzione di manufatti biodegradabili e compostabili.
Ma davvero servirà per inquinare meno? Questo è tutto da vedere: al momento sembra che sia stata istituita solo per coprire – anche se in parte – il disinnesco dell’aumento delle aliquote Iva.
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Agevolazioni Impresa 4.0
Lo Stato – al contempo – si dimostra attento anche nei confronti delle aziende che vogliono investire. Il piano Impresa 4.0 con molta probabilità verrà confermato.
Lo scopo dello Stato è quello di aumentare lo sviluppo digitale delle imprese italiane: solo così possono competere in un sistema sempre più globale e concorrenziale.
Le agevolazioni previste nella legge di bilancio 2020 sono:
- super-ammortamento;
- iper-ammortamento;
- ammortamento software 4.0;
- bonus formazione 4.0;
- nuova Sabatini;
- credito d’imposta Ricerca e Sviluppo;
- Fondo Centrale di Garanzia;
- voucher PMI.
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Assunzioni: in arrivo il bonus
Confermato:
- il bonus – con sgravio contributivo del 50% della durata massima di 36 mesi e il limite di 3mila euro annui – se decidi di assumere un soggetto che abbia meno di 35 anni di e età
- e il bonus assunzioni Sud, rivolto alle aziende che assumono personale disoccupato proveniente dalle regioni del Mezzogiorno.
Ace (Aiuto alla crescita economica)
Infine, torna l’Ace (Aiuto alla crescita economica) che prende il posto della mai attuata Mini-Ires. Si tratta di incentivo che consente di dedurre dal reddito delle società di capitali, di persone e delle ditte individuali (che siano in contabilità ordinaria), una somma che corrisponde al rendimento figurativo degli incrementi di capitale, con aliquota fissata all’1,3%.
Dunque, lo Stato prende, ma anche dà. Proprio questi strumenti, conosciuti come incentivi ed agevolazioni, sono utilizzati per investire. Non solo, tendono abbattere il carico fiscale sulla tua azienda, perché:
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