Licenza marchio: cosa deve contenere il contratto per essere inattaccabile dal Fisco?

di Roberto
16 Set, 2021
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    Un contratto di licenza marchio non predisposto secondo i dettami normativi può causare innumerevoli problemi. Una serie di grattacapi amplificati anche dall’utilizzo della tecnologia.

    Che cos’è il contratto di licenza del marchio? Ma soprattutto cosa deve contenere per non avere guai con il Fisco e beneficiare di tutti i vantaggi fiscali e non?

    Marchio e contratto di licenza: un’ottima fonte di reddito (e non solo)

    Non tutti gli imprenditori prestano attenzione ai propri asset immateriali, o quelli dell’azienda stessa. Non hanno la minima idea di quanto i beni come il marchio possono aiutare l’impresa dal punto di vista finanziario, ma soprattutto fiscale. 

    Nell’economia d’azienda, il marchio, ha ormai assunto un’importanza sempre più crescente. Possiamo definirlo come un elemento centrale del processo d’acquisto. Infatti, in base al messaggio che è contenuto nello stesso, ha la capacità di orientare le scelte del consumatore

    Leggi anche: Registrare il marchio: requisiti e importanza

    Pertanto, ha una funzione identificativa del prodotto o servizio. Rende riconoscibile agli occhi del consumatore una determinata impresa garantendo al consumatore l’affidabilità della stessa.

    Il marchio può essere usato anche per essere ceduto a soggetti terzi beneficiare di determinati vantaggi (fiscali e non). Se vuoi sapere come sfruttarlo leggi questo nostro articolo: Marchio e royalties: sfrutta il logo della tua azienda e risparmia tasse.

    Ad esempio, se decidi di registrare il marchio a nome tuo, lo cedi alla tua azienda (attraverso un contratto di licenza del marchio) e la stessa è tenuta a pagare un corrispettivo per l’utilizzo esclusivo del marchio. 

    Rappresenta così, una fonte di fonte di reddito per te che sei titolare e un elemento in più per l’azienda per abbattere la pressione fiscale che si abbatte su di lei.

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    Contratto di licenza marchio: cos’è e cosa puoi cedere?

    L’articolo 23 del CPI (Codice di Proprietà Industriale) stabilisce che il marchio può essere trasferito da un soggetto – in questo caso tu che lo cedi alla tua impresa – per la totalità o per una parte dei prodotti o servizi per i quali lo hai registrato precedentemente.

    Il contratto di licenza è un accordo in cui due soggetti il titolare del marchio (licenziante) consente a qualcun altro (licenziatario) di utilizzare lo stesso facendo riferimento a prodotti o servizi specifici. 

    Insomma, attraverso questo contratto di licenza, tu puoi registrare il marchio e poi cederlo alla tua azienda in cambio delle royalties in modo efficace e poco costoso.

    Leggi anche: Marchio: come evitare il rischio di annullamento

    Il marchio può essere concesso in uso anche in via non esclusiva per una parte dei prodotti o servizi, o per la loro totalità. Oppure per la totalità o parte del territorio dello Stato. Questo purché licenziatario si impegna usare il marchio per contraddistinguere prodotti o servizi uguali a quelli messi in commercio o prestati nel territorio dello Stato con lo stesso marchio dal titolare o da altri licenziatari.

    Cosa deve contenere un contratto di licenza marchio?

    Ogni contratto di licenza del marchio può essere negoziale e predisposto liberamente. Tuttavia, però, ci sono degli elementi imprescindibili che ogni contratto deve detenere per essere ritenuto valido. 

    Innanzitutto, la prima cosa che deve contenere, per forza di cosa, sono i dati delle parti. In questo caso, se lo cedi alla tua azienda, devi inserire i tuoi e quelli della tua società.

    In secondo luogo, deve contenere i dati del marchio e l’indicazione dettagliata di tutti i prodotti o servizi oggetto di licenza. Nonché i limiti geografici oltre il quale la licenza perderà i suoi effetti.

    Il contratto deve indicare anche:

    – la tipologia di licenza (esclusiva oppure non esclusiva);

    – la data della licenza e la modalità con la quale deve essere eventualmente rinnovata;

    – il valore delle royalty;

    – eventuali conseguenze in caso di violazione del contratto.

    Infine, ultimo elemento, ma non meno importante, l’indicazione degli standard qualitativi sui quali licenziante deve attenersi per evitare che il marchio perda valore. 

    Attenzione alle insidie!

    Detto, ciò, è finita? Ovvio che no! In ogni contratto, infatti, si possono nascondere diverse insidie di cui deve stare assolutamente attento. Infatti, il marchio, può facilmente perdere valore se gli accordi non hanno specifici standard qualitativi.

    Di contro, standard qualitativi elevati non fanno altro che massimizzare il valore di qualsiasi asset immateriale. Ogni accordo deve essere fatto seguendo specifici e chiari riferimenti per evitare ogni tipologia di problema.

    Leggi anche: Nome o Marchio registrato: la sottile differenza che ti risparmiare 15.000 euro l’anno

    Un contratto di licenza non predisposto secondo i dettami normativi, come quelli appena indicati, può portare al conseguenze gravi e anche lunghe per poter essere risolte (qualora riesci).

    Purtroppo, oggi, la tecnologia ha amplificato questi problemi. Infatti, sul web, ormai si trovano migliaia di modelli da poter utilizzare per sottoscrivere un contratto di licenza. Tuttavia, questo non basta, perché ogni licenza deve seguire delle proprie peculiarità.

    Come Soluzione Tasse, grazie a Marchio Garantito, potrai avere anche un contratto su misura per la cessione del tuo marchio. Con un contratto studiato su misura e alla perizia sul valore del tuo marchio, l’Agenzia delle Entrate non potrà mettere in discussione i costi sostenuti dalla tua azienda per acquistare o utilizzare il tuo marchio, permettendoti di dormire sonni tranquilli.

    Registra e cedi ora il tuo marchio, mettiti al riparo dai futuri controlli fiscali e beneficia degli innumerevoli vantaggi derivanti dall’utilizzo dello stesso.

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