Con il termine produttività può essere indicato il rapporto tra la quantità di output e la media ponderata degli input utilizzati nel processo di produzione. Può essere calcolata facendo riferimento alla singola impresa o al settore produttivo.
L’analisi della produttività ha come obiettivo quello di trasformare i fattori produttivi in output finali. Ottenere maggiori output, con il minor impiego di input, manifesta l’efficienza di un’azienda. Quindi risulta essere una delle analisi più importanti che un’azienda è tenuta a fare, in modo tale da poter arrivare all’obiettivo appena detto.
Da cosa dipende l’indice di produttività aziendale?
Per quanto concerne la produttività aziendale, questa dipende da due fattori molto importanti, ovvero:
- capitale
- lavoro
Ogni qual volta che la produttività di tali fattori sarà migliore, la produttività, a sua volta sarà più elevata. Il contrario, quando la produttività di tali fattori sarà minore. Sottoponendo, sempre questi due fattori ad un’analisi più accurata e dinamica in un arco temporale più lungo, comparandoli tra loro, si riuscirà ad ottenere un utile analisi della redditività aziendale.
L’analisi di questi dati può essere fatta sia dall’analista esterno che dall’analista interno. Quest’ultimo, rispetto a quello esterno sarà molto più avvantaggiato, in quanto per effettuare l’analisi potrà avvalersi di numerosi dati extracontabili . Inoltre, in base alle tipologie e alle esigenze aziendali, potrà sviluppare indicatori hoc, ricorrendo al sistema informatico contabile e extracontabile.
A differenza di quanto detto fino ad ora, l’analista esterno, per effettuare l’analisi della produttività aziendale, dovrà avvalersi solo del bilancio di esercizio e della nota integrativa. Tuttavia, potrà ugualmente, ricorrendo a tali documenti, riuscire a ricavare indicatori da poter confrontare nel tempo, al fine di effettuare una valutazione andamentale.
Produttività del lavoro
Gli indici per l’analisi della produttività aziendale, possono essere distinti da quelli relativi al lavoro e quelli relativi al capitale.
Lato lavoro distinguiamo:
- valore aggiunto per addetto, rapporto tra valore aggiunto e numero di addetti, rappresentando, in linea di massima, la ricchezza che ogni lavoratore è riuscito a generare. Questo indice sarà tanto più alto quanto maggiore l’attività aziendale è ad alta intensità di capital intensive, viceversa, sarà tanto più basso quanto essa è ad alta intensità di manodopera;
- ricavi per addetto, rapporto tra ricavi netti di vendita e numero di addetti, indicando il ricavo che, in media, ha prodotto ogni addetto.
- costo del lavoro per addetto, rapporto tra costo del lavoro e numero di addetti. Pertanto, rappresenta il costo medio per lavoratore, distinguendo ed evidenziando il livello medio di retribuzione e il “peso” del costo del lavoro.
Produttività del capitale
Lato capitale distinguiamo:
- produttività del capitale investito, rapporto tra valore aggiunto e totale impieghi;
- rotazione delle immobilizzazioni, rapporto tra ricavi di vendita ed immobilizzazioni.
L’analisi della produttività, pur differenziandosi dall’analisi reddituale (utilizza altri indici) risulta essere collegata ad essa. Infatti, le capacità reddituali dell’impresa sono direttamente e strettamente associate alla produttività sia del capitale investito e che alla produttività del lavoro. Pertanto, tanto maggiore sarà la produttività dei fattori che verranno impiegati, tanto maggiore sarà la capacità reddituale dell’azienda in questione.
Il calcolo della produttività può essere fatto sia facendo leva sul capitale che sul lavoro.
Calcolo della produttività del capitale
Questa può essere misurata in due diversi modi e, quindi:
- indice di rotazione del capitale investito (ROT), esprime la capacità del capitale investito di trasformarsi in ricavi di vendita. E’ dato dal rapporto tra Vendite e Capitale investito netto. Per avere una produttività soddisfacente, il ROT, deve assumere un valore compreso fra 1 e 2.
- indice di produttività del capitale investito, è data dal rapporto tra valore aggiunto e totale impieghi x 100.
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Calcolo della produttività del lavoro
Viene calcolata considerando quozienti calcolati tra:
- valore della produzione, valore aggiunto e costo del lavoro da un lato;
- numero dei dipendenti , quale indicatore della forza lavoro.
Considerando ciò, possiamo ottenere i seguenti indici:
- fatturato medio per dipendente, rapporto tra ricavi da vendita e numero di dipendenti;
- rendimento del fattore umano, rapporto tra valore della produzione e numero di dipendenti;
- ricchezza prodotta da ciascun lavoratore, rapporto tra valore aggiunto e numero di dipendenti;
Migliorando uno degli indici relativi al lavoro e avendo gli indicatori della produttività del capitale maggiori di 1, il giudizio finale sarà, indubbiamente, positivo.
L’aumento della produttività dipende molto dal miglioramento della risorsa lavoro ed, in particolare, la gestione del personale. Migliorando l’organizzazione lavorativa, sarà possibile, infatti, affidare ad ogni risorsa la mansione che più congeniale sulla base delle proprie caratteristiche.
Dunque, l’importanza dell’analisi della produttività può essere sintetizzata dicendo che, operando attraverso questa metodologia, si cercherà di stimolare i propri dipendenti a dare di più ed il meglio. Ma non solo, perché un’ottima organizzazione lavorativa, consentirà di vivere in un ambiente aziendale sereno e, conseguentemente, molto produttivo. Miglioramento che, non riguarderà solo ed esclusivamente l’ambiente lavorativo, ma anche il tema dei costi, perché se meno input vengono impiegati per arrivare ad un determinato output, significa anche riduzione dei costi sia di lavoro che di approvvigionamento e, conseguentemente anche maggiori introiti.