Il marchio e il compenso amministratore sono due strumenti di pianificazione fiscale utili ad abbattere la tassazione della srl. A volte vengono utilizzati entrambi, altre, invece, viene utilizzato solo uno strumento. Ma qual è quello che conviene di più come tassazione? Andiamo a scoprirlo insieme.
Che cos’è il marchio?
Tutti conoscono la parola marchio ma pochi, in effetti, sanno di cosa stanno parlando. Ancora di meno sono quelli che conoscono i suoi vantaggi, soprattutto se questo strumento viene inserito in un apposito processo di pianificazione fiscale, finalizzato alla riduzione delle imposte a debito.
Il termine “marchio” rappresenta il segno distintivo che identifica un’azienda, i suoi prodotti o i suoi servizi in modo univoco, distinguendoli dalla concorrenza.
Il marchio ha tre funzioni:
- distintiva, consiste nella capacità di distinguere un prodotto o un servizio dagli altri;
- attrattiva, finalizzata a fare del marchio uno strumento per fare pubblicità di richiamo;
- indicativa, mira a indicare la provenienza del prodotto e identifica l’imprenditore.
Ma sono le uniche?
No!
Se il marchio viene registrato ha un’ulteriore funzione, quella di sfruttarlo economicamente (se viene concesso a terzi). In questo modo, il soggetto titolare usufruisce di importanti vantaggi fiscali, così come la propria srl.
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Perché utilizzare il marchio nella pianificazione fiscale?
Per essere utilizzato ai fini della pianificazione fiscale, il marchio deve essere registrato da un soggetto diverso rispetto a quello che lo sfrutta nella propria attività.
Ad esempio, può essere registrato personalmente – e quindi divenire di proprietà esclusiva – dal titolare di una società o dall’amministratore.
La scelta dipende dall’azienda.
Come procedere?
- Verificare le caratteristiche dell’impresa;
- stabilire gli obiettivi dell’azienda;
- individuare la persona che registra il marchio.
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Colui che registra il marchio concede l’utilizzo esclusivo dello stesso alla propria azienda, così facendo ottiene le royalties. Una somma di denaro parzialmente detassata. La srl, invece, deduce questa somma abbattendo la base imponibile Ires.
La detassazione parziale, infatti, rende questo strumento utile per ottimizzare la fiscalità della tua impresa e anche per te, con importanti vantaggi. Una doppia pianificazione fiscale quindi, lato azienda e lato imprenditore.
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Che cos’è il compenso amministratore?
Il compenso amministratore, invece, è una sorta di remunerazione che viene erogata all’amministratore della srl. Deve essere definito dall’assemblea dei soci, la quale stabilisce la modalità, la somma e le tempistiche di erogazione. Può, infatti, essere erogato mensilmente, trimestralmente o annualmente.
L’amministratore della società che riceve la somma, può essere un socio, il titolare dell’azienda, un esterno oppure un professionista. La scelta viene fatta seguendo le pure esigenze aziendali per non subire una pesante tassazione.
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Dal punto di vista fiscale, il compenso è tassato ai fini Irpef. L’aliquota massima raggiunge il 43% per redditi oltre i 50.000 euro. Come Inps, invece, i contributi variano in base all’importo del compenso stesso. Dunque, tassazione totale.
Perché utilizzare il compenso nella pianificazione fiscale?
L’utilizzo del compenso amministratore in una adeguata pianificazione fiscale permette all’imprenditore, che di solito è lo stesso amministratore della srl, di:
- poter prelevare i soldi della società senza distribuire gli utili;
- ridurre l’imponibile fiscale sul quale viene poi calcolata la tassazione Ires pari al 24%.
Dunque, anche con questo strumento, il vantaggio fiscale è doppio, sia lato azienda che lato imprenditore/amministratore.
Il doppio vantaggio, però, nasconde un’insidia da non sottovalutare tanto da rendere questo strumento a volte molto svantaggioso. A differenza delle royalties sul marchio, il compenso è integralmente tassato. Di conseguenza bisogna stare attenti quando viene stabilita la somma da erogare.
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Di solito si tende a erogare un compenso alto per ridurre maggiormente l’imponibile fiscale ai fini Ires. Tuttavia, non vengono considerati i conseguenti aumenti Irpef e Inps lato amministratore.
Cosa significa?
Maggiore è il compenso amministratore, maggiore sarà l’Irpef e l’Inps da versare.
Il compenso dovrebbe, quindi, essere contenuto per non subire una pesante tassazione fiscale e contributiva. Allora si, in quel caso, diventerebbe uno strumento molto efficiente per avviare un processo di pianificazione fiscale adeguato, mirato a ridurre le imposte a debito.
Quale conviene di più?
Due strumenti, dunque, molto importanti per ridurre le imposte a debito, ma quale conviene di più?
Il marchio, essendo parzialmente detassato, sembrerebbe essere lo strumento migliore per ridurre le tasse dal 20 al 70% e pianificare in modo efficiente la fiscalità.
Il compenso invece, essendo interamente tassato sia lato contributivo che reddituale, risulterebbe la soluzione più svantaggiosa.
In realtà non è proprio così.
L’utilizzo del compenso, infatti, ti permette di avvalerti anche di altri strumenti di pianificazione fiscale come i rimborsi e le indennità. Per evitare gli svantaggi, è necessario semplicemente stabilire una somma contenuta. Solo così sarai sicuro di non rimanere vittime del cuneo fiscale.
Le soluzioni, come vedi, per ridurre l’impatto fiscale sulla tua azienda ci sono. Il problema, però, è che non basta conoscerle, devi saperle utilizzare.
Non è sufficiente seguire un webinar oppure leggere un post blog per stabilire quale sia lo strumento migliore per ottimizzare la fiscalità della tua azienda.
L’ottimizzazione della fiscalità viene raggiunta solo ed esclusivamente con il corretto utilizzo di questi, come anche di altri strumenti di pianificazione fiscale. Un utilizzo errato di qualsiasi strumento di pianificazione fiscale ti costringerà a subire accertamenti e processi tributari. L’utilizzo corretto, invece, non solo ti permette di ridurre le imposte, ma di raggiungere quella tranquillità fiscale che hai sempre sognato.
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