MiniBond PMI: Come finanziare le PMI con i MiniBond

di Soluzione Tasse
20 Lug, 2018
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    Le PMI che sono in cerca di finanziamenti per poter effettuare degli investimenti all’interno della propria azienda, ma che non vogliono far ricorso al canale creditizio bancario, oggi possono ricorrere ad un nuovo strumento finanziario: i MiniBond.

    Cosa sono i MiniBond?

    I MiniBond sono un innovativo strumento di finanziamento per le PMI non quotate in Borsa. Con questo strumento le società possono reperire fondi dagli investitori offrendo in cambio Titoli di Credito in favore di questi ultimi che mostrano la propria fiducia nel progetto.  Due casi di utilizzo di MiniBond spiccano su tutti in queste ore, il prestito obbligazionario MiniBond da 10 milioni di euro emesso da Unicredit a favore di U-Invest, e l’emissione di 1,75 milioni di euro da parte della Cooperativa Allevatori Ovini, quella del pecorino romano.

    Le nuove Obbligazioni sono state studiate appositamente per le PMI a caccia di liquidità; sono facili da emettere, meno complicate e meno costose. Grazie al Decreto Legge 145/2013, infatti, il governo italiano ha consentito l’accesso a questi strumenti finanziari anche alle PMI; accesso che prima era solo riservato alla aziende di grandi dimensioni e strutturate in maniera diversa.

    Si tratta di obbligazioni o titoli di debito a medio-lungo termine emessi da società italiane non quotate, tipicamente PMI, normalmente destinate a:

    • piani di sviluppo;
    • operazioni di investimento straordinarie;
    • refinancing.

    Questo strumento finanziario permette alle società non quotate di poter aprire al mercato dei capitali. Tale strumento, è simile all’obbligazione e, come tale ha un proprio tasso d’interesse, riconosciuto periodicamente  e una propria data di scadenza.

    Chi può emettere MiniBond?

    Possono emettere tale strumento tutte le società non quotate, ovviamente italiane. Per poter emettere tali strumenti devono, obbligatoriamente, essere in possesso dei seguenti requisiti:

    • avere un fatturato che superi i 2 milioni di Euro;
    • avere almeno 10 dipendenti;
    • essere in possesso dell’ultimo bilancio revisionato;
    • avere dei titoli collocati presso investitori qualificati che circolano solo tra loro, quindi solo tra soggetti investitori. Pertanto, quest’ultimi non devono essere direttamente o indirettamente soci.

       

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    Devono, inoltre, queste società essere assistite, durante l’emissione da uno sponsor (Banche, imprese investimento, SGR).

    Come tutte le emissioni di strumenti finanziari, anche quella dei MiniBond comporta dei costi; costi che, a differenza delle altre emissioni, non prevedendo commisioni, sono relativamente bassi. Il costo di emissione, infatti, si aggira tra tra l’1% e il 2,5% per l’emissione complessiva e l’eventuale quotazione del minibond. Pertanto, una società che emette tali strumenti può avere un costo annuale che va da 5 mila a 15 mila Euro.

    A questi costi possono essere poi aggiunti, non sono obbligatori infatti, altri 20mila Euro, che verranno utilizzati per l’assegnazione di un rating da parte di una società specializzata. Ma si tratta di una qualcosa che può far solo bene alla società, perché l’assegnazione di un rating elevato fa si che tale strumento e tutta la società sia potenzialmente più allettante. Quindi parliamo di un costo che, pur essendo facoltativo, è suggerito eseguirlo.

    Come si può essere finanziati coi MiniBond?

    Qualsiasi azienda che ha come obiettivo quello di sviluppare una propria strategia imprenditoriale che consenta alla propria azienda di crescere ed essere anche competitiva deve, per forza di cosa, investire. Per investire è necessario avere del denaro che può arrivare sia attraverso il canale tradizionale bancario o tramite il predetto strumento.

    Chi decide di avvalersi del predetto strumento deve sviluppare un piano economico finanziario dove venga spiegato il progetto dettagliatamente ed analiticamente in modo tale da verificare la propria fattibilità. Fattibilità che sta nella capacità di rimborsare queste obbligazioni ma anche nella capacità di poterli sostenere.

    Naturalmente, oltre a piano sopra citato, è necessario per rendere l’azienda più allettante, fornire informazioni sulle caratteristiche e la storia economica finanziaria di essa, in modo tale da rendere conoscibile al potenziale investitore a cosa va in contro.

    Come abbiamo già detto, tra i requisiti fondamentali vi è quello di essere in posseso dell’ultimo bilancio revisionato. Dopodiché l’azienda dovrà munirsi di uno sponsor che abbia il compito di assisterla dalla fase di emissione alla fase di collocamento, garantendo la liquidità dei titoli fino alla loro scadenza già prefissata.

    Nota molto importante è che, tale azienda, inoltre, ha l’obbligo di possedere all’interno del proprio portafoglio una quota minima, già stabilita, di titoli.

    Lo sponsor, oltre a seguire l’azienda nelle due fasi, deve anche fornire un rating di riferimento semestrale del valore del titolo. Valutazione che può subire delle variazioni nel tempo in base all’andamento e dal verificarsi di determinati eventi aziendali.

    L’obiettivo del Governo italiano, attraverso l’introduzione dei MiniBond, è quello di portare vantaggi alle PMI. Infatti, il vantaggio che una PMI può avere attraverso tale strumento è quello di consentire, ad essa, di ricevere dei finanziamenti, grazie a fonti di finanziamento a titolo di debito. Ma sostanzialmente, il vantaggio sta nel fatto che l’azienda a differenza del finanziamento mediante canale creditizio, ha più autonomia decisionale e gestionale, perchè, come sappiamo, il canale bancario presenta molti vincoli.

    Tuttavia, nonostante la semplificazione voluta dal citato decreto, questa forma di finanziamento, rispetto al canale bancario, presenta delle tempistiche più lunghe; pertanto, può essere una strumento di finanziamento complementare, quindi non sostitutivo, a quello bancario.

    Dunque, i MiniBond non possono essere considerati come uno strumento mediante il quale, una PMI, può farne uso per prevenire e sanare un eventuale momento di crisi aziendale. Si tratta di un mero strumento di finanziamento, quindi un’opportunità in più per le aziende sane (che presentano ottime performance economico finanziarie) che, non volendo far ricorso ai tradizionali canali bancari, decidono di finanziarsi tramite questo strumento.

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