Pressione fiscale Italia 2023: perché il Fisco non sarà mai amico?

di Redazione Soluzione Tasse
28 Set, 2023
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    Se il Fisco non sarà mai amico, quanto meno deve essere un sano interlocutore con il quale dialogare senza aver paura di avere delle ritorsioni. Per insinuare un rapporto di reciproca rispetto ogni imprenditore dovrebbe agire su tre macro aree attraverso uno strumento di primaria importanza.  

    Pressione fiscale Italia 2023: un ostacolo alla crescita!


    Recentemente il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha affermato che Il Fisco non può essere amico. Ma invece può essere un corretto ed equo interlocutore. Io non vorrei avere un fisco amico ma un Fisco con cui interloquire in modo corretto” (Fonte: ilgiornale.it – 22.08.2023).

    Una frase susseguita dopo da un messaggio dove annuncia l’avvio di controlli incrociati sui conti correnti per combattere l’evasione fiscale nell’ambito della convenzione triennale appena siglata col Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze). 


    Non c’è dubbio su questo aspetto: chi lo considera tale? O chi riesce a comunicare senza problemi? Pochi o addirittura nessuno. 

    Soprattutto le piccole e medie imprese che:

    • nel 2022 hanno subito una pressione fiscale del 43,5%;
    • nel 2023 subiranno una pressione fiscale reale al 49% con la metà dei guadagni che va allo Stato (Fonte: Unimpresa);
    • nel 2024 si prevede che il Fisco prenderà il 48% dei guadagni

    Leggi anche: Pressione fiscale 2023 al 49%: quale sarà l’impatto sulle aziende?

    Un aumento continuo che, associato alla complessità del sistema fiscale, non è altro che un ostacolo alla crescita delle piccole e medie imprese italiane (coloro che sono il motore del sistema economico e che forniscono lavoro al popolo). 

    E poi, come se non bastasse la nuova convenzione porterà ulteriori controlli e possibile grane alle imprese, qualora non hanno agito come la norma impone. Con la convenzione, infatti, lo Stato mira a incassare 2,8 miliardi in più nella lotta all’evasione entro il 2025. Tutte risorse utili per finanziare le prossime manovre e cercare di ridurre il cuneo fiscale.

    Una convenzione utile a rimarcare, ancora una volta, e per chi lo non lo avesse ancora capito, che con il Fisco non ci potrà mai essere amicizia. Il problema, però, è che è difficile anche instaurare un rapporto per comunicare senza patemi d’animo

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    Un quadro complessivo, tra l’altro, aggravato da un aumento del +15,2% della crisi d’impresa nel primo semestre del 2023 a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e tassi d’interesse per le aziende (Fonte: Sole24Ore – 21.08.2023).

    Uno scenario apocalittico che induce a riflessioni importanti.

    Fra tutte: 

    • come mettere al sicuro il patrimonio aziendale
    • ridurre il costo del lavoro 
    • e risparmiare liquidità in tasse non dovute.

    La Riforma fiscale già annunciata, tra l’altro, può essere solo una piccola attenuante, in attesa di soluzioni concrete. Ma quanto potranno ancora resistere le nostre imprese che hanno costanti pressioni dirette sulla cassa aziendale?

    Leggi anche: Riforma fiscale 2023, è legge: come cambierà il Fisco?

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    3 elementi su cui agire ora


    É necessario intervenire tempestivamente su una delle 3 aree sopra indicate per risparmiare liquidità e garantire la sopravvivenza della propria azienda. Di fronte a questo scenario generale, è difficile stabilirlo. Ci sono però strategie e strumenti per fronteggiare questa situazione.

    Bisogna agire su 3 fronti:

    1. risparmio fiscale, abbattendo il peso delle tasse sulla propria azienda, in modo tale da liberare liquidità utile alla sopravvivenza e alla crescita della propria impresa;
    2. riduzione del costo dei dipendenti, un costo rimasto invariato nonostante l’incertezza economica attuale e che, secondo i dati di Unimpresa, in Italia è superiore del 15,6% rispetto alla media dell’Eurozona;
    3. protezione patrimoniale, mettendo i propri beni al riparo da possibili aggressioni di terzi, dovute all’esposizione debitoria e ai rischi connessi all’attività d’impresa;

    Leggi anche: Come attuare la pianificazione fiscale con lo Schema a 4 livelli

    Su queste 3 macro aree è necessario che ogni azienda intervenga affinché possa risparmiare liquidità utile alla propria sopravvivenza.

    Come agire facendosi amico il Fisco?

    Come farlo? 

    Come agire su questi tre fronti e superare l’ostacolo Fisco?

    Sembra impossibile, però nulla è perduto soprattutto se non stiamo con le mani in mano, in attesa della possibile Riforma o della riduzione delle imposte.

    Una soluzione per parlare in modo confidenziale con l’Amministrazione finanziaria c’è e si chiama: pianificazione fiscale strategia. Un processo unico con l’obiettivo di identificare le maggiori aree d’intervento della tua impresa:

    • tasse;
    • patrimonio. 

    Attenzione però, la pianificazione non è la panacea di tutti i mali: non diventerai mai amico del Fisco, ma quanto meno ti aiuterà ad avviare un rapporto basato sul rispetto reciproco e di sana convivenza.

    Se sei convinto che arrendersi non sia un’opzione, e sia giunto il momento di fare qualcosa di concreto per salvaguardare la tua azienda e quello che hai costruito con anni di fatica e sudore, non perdere tutto questo.

    Come Soluzione Tasse, grazie al nostro team di 35 professionisti, tra cui Dottori Commercialisti, Avvocati e Tributaristi, possiamo aiutarti a:

    • attuare una pianificazione fiscale strategica per ridurre il carico fiscale dal 20% al 70%;
    • tutelare il patrimonio aziendale per mettere la propria ricchezza al riparo dai possibili creditori (che possono essere Fornitori, Banche e soprattutto Fisco);
    • ottenere una crescita esponenziale, attraverso gli stessi strumenti che abbiamo usato per creare da zero e in soli 5 anni, un gruppo aziendale che fattura oltre 25 milioni e che abbiamo quotato alla borsa di Milano.

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