La pressione fiscale degli italiani onesti, che versano le tasse fino all’ultimo centesimo, non è del 42,1%, ma si attesta al 48%: ovvero quasi 6 punti in più rispetto al dato ufficiale.
Questo è quanto riferito dalla CGIA di Mestre in un recente suo studio.
Meno tasse, ma sai quante tariffe ci sono?
Anche se negli ultimi anni abbiamo assistito ad una, seppur timida, riduzione della pressione fiscale, il peso delle tasse rimane lo stesso alto. Infatti, anche se ci concentriamo molto spesso sulle varie aliquote, che siano di IRES, IRAP o IRPEF, quello che pesa sono anche le altre tariffe che un’azienda deve sostenere.
Ti sei mai chiesto quanto spendi di luce, acqua, gas, pedaggi autostradali, servizi postali, trasporti urbani (solo per citarne alcuni) per sostenere l’esercizio della tua impresa?
Ogni aumento, è sempre a carico della tua azienda, per cui, è opportuno prendere le giuste contromisure per “combattere” questo aumento smisurato. Non ultimo, infatti, tra ottobre e novembre è previsto un aumento dell’energia elettrica.
Contabilmente, questi costi, non vanno ad aumentare la pressione fiscale. Tuttavia, una cosa è certa, questi continui aumenti hanno avuto ed avranno un peso sempre maggiore (se continuiamo così) sul bilancio della tua azienda. In particolar modo nei tuoi confronti che sei un imprenditore onesto e sempre fedele al Fisco.
Il sommerso: il male oscuro degli imprenditori fedeli
Ad aggravare ancora di più la situazione dell’imprenditore fedele è l’economia non osservata, quella nascosta, riconducibile a tutte quelle attività illegali ed irregolari, esercitate dai soliti “furbetti” i quali non si curano in alcun modo dei mali che possono provocare non solo a te, ma a tutti la collettività e sistema economico in generale.
Il sommerso, così viene chiamato, è il male oscuro di ogni imprenditore fedele come te. In Italia, oggi, ha dimensioni esagerate che, non contribuiscono alle entrate dell’Erario, se non in negativo (non entrate), ma gli effetti sul PIL sono enormi.
Non avendo queste entrate, per colpa di questi furbetti, qualcuno deve pur farsi carico di questa mancanza. Ragion per cui, la pressione fiscale supera di molto quella ufficiale, arrivando, come dicevamo al 48%.
Ben 6 circa in più rispetto a quella reale che è stata calcolata dall’Ufficio Parlamentare di bilancio.
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Il difficile rapporto col Fisco: ecco la linea da seguire
Purtroppo, il Fisco, non premia questa fedeltà. Nonostante il rapporto tra te e lui è in costante evoluzione, non ha ancora raggiunto quei livelli che tu ti saresti aspettato: reciproco rispetto.
Infatti, ancora una volta, il Fisco, agisce in maniera autoritaria senza farsi carico delle numerose problematiche alle quale ti sottopone. Caso ultimo, riguarda la richiesta di accatastamento presentata dal contribuente, il quale per errore, ha attribuito ad un immobile una categoria catastale diversa rispetto a quella che avrebbe dovuto attribuire.
Tale soggetto, pare ovvio, ha chiesto il rimborso di quello che ha già pagato, perché con la nuova categoria catastale, cioè quella giusta, oggi paga di meno, ma per il Fisco ciò non è possibile:
- quando l’errore è commesso dal contribuente, la nuova rendita, produrrà effetti solo per il futuro; quindi non ha effetti retroattivi.
Ragion per cui, se deve prendere, pretende! Se deve dare, invece, cerca ogni qualsivoglia soluzione proprio per aggirare il “torto”. In questo contesto, o sai difenderti oppure il salasso delle tasse sarà sempre a soffocare le prestazioni della tua azienda.
Abbattere il carico non è mai stato così facile: grazie ad una corretta pianificazione fiscale, qualsiasi impresa può ridurre il pagamento delle imposte in maniera onesta e legale al 100% e sapere in anticipo quanto deve versare; ragion per cui, puoi pianificare al meglio tutti i tuoi investimenti.
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