In Italia chi decide di fare impresa può decidere tra diverse forme giuridiche. Esistono, infatti, diverse forme societarie per esercitare un’attività imprenditoriale.
Ma quale società permette di pagare meno tasse e risparmiare liquidità?
Andiamo a scoprire di più.
Due tipologie di società presenti in Italia
Il nostro ordinamento, siccome le esigenze possono essere tante, così come gli obiettivi, mette a disposizione due diverse tipologie di forme societarie per fare impresa:
- società di persone;
- società in accomandita semplice (sas);
- società in nome collettivo (snc);
- società di capitali;
- società responsabilità limitata (srl).
Tutte società molto valide, con proprie caratteristiche e vantaggi fiscali, e non solo.
Tra queste forme societarie, come hai potuto notare, non citiamo:
- la società semplice, poiché viene utilizzate per la gestione del patrimonio e non per fare impresa, nel vero senso del termine;
- la società per azioni e la società in accomandita per azioni, poiché per averle necessitano di dimensioni importanti.
Detto ciò, la società giusta da utilizzare spesso dipende da diversi fattori. Pensiamo, ad esempio:
- al tipo di struttura aziendale che hai in mente di avere;
- al numero di soci che vuoi inserire nella compagine sociale;
- alla tipologia di rischio d’impresa al quale sei disposto a esporti;
- alla quantificazione del tuo patrimonio personale;
- alla tipologia di investimento che intendi fare.
Tutti questi elementi devono essere assolutamente considerati per decidere quale sia la società che devi utilizzare per fare business. Un occhio di riguardo, però, va rivolto alla tematica fiscale. Ogni impresa, infatti, ha una propria tassazione e di conseguenza vantaggi e svantaggi da dover considerare.
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Quanto pagano SNC e SAS?
Avere una SNC significa pagare in primis Irap sull’utile prodotto, che è a carico della società. In secondo luogo l’imposta sui redditi che, stavolta, non ricade sulla società ma sui i soci.
I soci, infatti, subiscono una tassazione molto pesante visto che devono scontare l’Irpef in base all’utile spettante. Irpef che, come sappiamo, anche se ha subito una rimodulazione delle aliquote, rimane sempre importante:
- aliquota minima 23%,
- aliquota massima 43%.
All’Irpef si aggiunge poi l’Inps (intorno al 24%).
Leggi anche: Ires, Irap e Irpef: come cambieranno con la Riforma fiscale 2021?
Dunque, una società con due soci al 50% e un utile di 70.000 euro paga 2.730 € di Irap.
I soci, invece, versano:
- 18.300 € di Irpef;
- 16.800 € di Inps.
Totale: 37.830 € di tasse, ovvero più della metà dell’utile prodotto.
Leggi anche: I 3 principali svantaggi della SNC
Avere una SAS significa possedere una società che possiamo definire un ibrido tra società di persone e società di capitali vista la costituzione della compagine sociale:
- accomandante;
- accomandatario.
L’imposta sui redditi, essendo società di persona, è carico dei soci (come avviene per la snc).
Dunque, partendo dallo stesso utile, la sas versa 2.340 € di Irap (3,9%).
I soci, a sua volta, versano 18.300 € di Irpef. Mentre l’Inps pari 8.400 euro è a carico solo del socio accomandatario.
Totale: 29.430 € di tasse, ovvero quasi la metà dell’utile prodotto.
Leggi anche: Società SAS, vantaggi svantaggi: un esempio pratico
Tra le due società, è evidente che quella più conveniente è la sas, con un risparmio di 8.400 €, ovvero la parte di Inps non versata dall’accomandante.
Quanto paga la SRL?
La SRL, essendo società di capitali, sconta direttamente l’imposta sui redditi.
Quindi: Ires (24%) e, ovviamente anche l’Irap (3,9%).
Supponiamo di avere una srl con due soci al 50% e utile di 95.000 €.
La srl paga:
- 22.800 € di Ires;
- 3.705 € di Irap.
Totale: 26.505 € di tasse.
Leggi anche: Tassazione SRL: quanto costa non fare pianificazione fiscale?
I soci della srl, a sua volta, per prelevare il denaro dalla stessa società, devono dividersi gli utili in base alla quota posseduta. Per fare questo la srl è costretta a versare un ulteriore 26% di ritenuta titolo di imposta più la contribuzione Inps.
Un ulteriore aggravio di tassazione che però può essere facilmente colmabile evitando di distribuire gli utili, quindi non pagare il 26% di ritenuta e garantire, ugualmente, un guadagno periodico al socio.
Quale società scegliere per fare impresa?
Il Fisco, purtroppo, è un complesso sistema di normative e imposte molto ostile, una sorta di campo minato dove, ovunque ti muovi, vieni colpito da una tassa. In Italia, il panorama fiscale, possiamo dirlo, non è mai stato molto benevole con il mondo imprenditoriale (anche se sono stati erogati molti crediti e agevolazioni) mostrando tutt’altro che clemenza.
Nel 2023 si prevede un aumento della pressione fiscale reale che ci farà toccare livelli sconcertanti, raggiungendo addirittura il 49%. A dimostrazione che la clemenza verso il tessuto imprenditoriale non esiste.
Tuttavia, quando bisogna scegliere la migliore società per fare impresa in Italia, considerare solo la fiscalità è sbagliato. Non è l’unica variabile da attenzionare: ci sono altri elementi che possono influenzare questa scelta. Ad esempio, la responsabilità patrimoniale, la capacità di garantire una crescita esponenziale dell’attività.
Pertanto, affidarsi a un esperto in materia è, molto probabilmente, la migliore scelta che puoi fare. Solo così potrai fare scelte oculate, che mirano a raggiungere i tuoi obiettivi e, al contempo, consentirti di “sprecare” meno denaro possibile in tasse non dovute.
Non lasciare che il Fisco ti impedisca di ottenere il successo che meriti.
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