Ravvedimento speciale: proroga al 30 settembre 2023

di Redazione Soluzione Tasse
13 Apr, 2023
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    Slitta al 30 settembre il termine ultimo per sanare le violazioni relative alle dichiarazioni presentate fino al 31 dicembre 2021. In questo articolo vediamo cos’è il ravvedimento speciale, quale condizione bisogna rispettare per utilizzarlo, come e quando pagare le imposte non versate.

    Ravvedimento speciale 2023: cos’è?

    Il ravvedimento speciale è una misura varata dalla Legge di Bilancio che prevede una sanzione ridotta per il pagamento delle imposte generate dalle dichiarazioni fatte nel periodo precedente al 31 dicembre 2021. Tutte le dichiarazioni devono essere regolarmente presentate (anche se in ritardo). Ci riferiamo, ad esempio, alla dichiarazione dei redditi oppure quella relativa all’Iva, o anche quelle relative alle ritenute (modello 770).

    Si tratta, pertanto, di una tipologia di ravvedimento operoso che permette di sanare delle violazioni che non è possibile normalizzare attraverso:

    • la definizione agevolata degli avvisi bonari;
    • la regolarizzazione delle irregolarità formali. 

    Leggi anche: Come rimediare al mancato pagamento di un’imposta col Ravvedimento Operoso

    Dunque, se hai presentato delle dichiarazioni, ovviamente fino al 31 dicembre 2021, e non sei riuscito ad adempiere a tutti i pagamenti, puoi tranquillamente regolarizzare la posizione della tua impresa.

    Quale condizione deve essere rispettata?

    L’adesione al ravvedimento speciale 2023 non è per tutti.

    La condizione affinché tu possa far ricorso a questo istituto è la seguente:

    la violazione non deve essere già contestata alla data del versamento di quanto dovuto. Dunque, possono essere ravvedibili tutte quelle violazioni che non sono in fase di liquidazione, contestazione, accertamento o sottoposte già a sanzioni.

    La ristretta cerchia di violazioni sanabili fa capire che il ravvedimento speciale non è possibile per gli omessi versamenti. Quindi, le dichiarazioni omesse non rientrano in questa speciale agevolazione. Queste, infatti,devono essere sanate attraverso altre tipologie di istituti.

    Leggi anche: Ires ridotta: nuova tassazione per le società con la Riforma Fiscale

    Come pago con il ravvedimento speciale 2023?

    Il pagamento attraverso il ravvedimento speciale 2023 può essere fatto in due diversi modi (così da soddisfare le esigenze di tutti i contribuenti):

    • in unica soluzione, versamento totale senza rate.
    • rateizzato, versamenti da effettuare in 8 rate di pari importo.

    Il pagamento include:

    • l’imposta non versata;
    • gli interessi maturati, intercorsi dalla data del mancato versamento a quella in cui effettivamente viene effettuato;
    • le sanzioni in misura ridotta a 1/18 del minimo stabilito dalla Legge.

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    Quand’è la scadenza dei versamenti?

    I versamenti devono essere fatti secondo una data prestabilita, prorogata nel tempo. Infatti, se la Legge di Bilancio aveva previsto come scadenza il 31 marzo 2023, il decreto Bollette ha prorogato il primo versamento al 30 settembre 2023.

    Come detto, il pagamento può essere fatto in unica soluzione oppure rateizzato. Se decidi per la rateizzazione, puoi effettuare il versamento attraverso 8 rate di pari importo entro il 30 settembre 2023. Data utile per regolarizzare il pagamento e quindi annullamento delle irregolarità e delle omissioni. 

    Le restanti rate scadranno il:

    • 31 ottobre 2023;
    • 30 novembre 2023;
    • 20 dicembre 2023;
    • 31 marzo 2024;
    • 30 giugno 2024;
    • 30 settembre 2024;
    • 20 dicembre 2024.

    Su ogni rata, è bene sottolinearlo, sono dovuti anche gli interessi pari al 2%.

    È possibile la decadenza dal ravvedimento?

    Il pagamento della prima rata, anche se regolarizza il versamento non effettuato, non ti dà la certezza di adesione al ravvedimento speciale. Infatti, il mancato pagamento, anche solo in parte, di una rata successiva alla prima entro il termine di pagamento della prossima, fa decadere dall’istituto.

    La decadenza del piano porta all’iscrizione a ruolo degli importi ancora dovuti con annessa sanzione pari al 30% dell’importo non versato. Percentuale che, stando alla norma, si va ad applicare sul residuo dovuto a titolo di imposta.

    Leggi anche: Riforma fiscale 2023: quanto inciderà sull’imprenditore?

    Tante tasse, però la soluzione c’è

    L’utilizzo dell’istituto del ravvedimento speciale è un soluzione da considerare, soprattutto quando la possibilità di pagare le imposte è poca e la percentuale da versare è tanta. Dunque, lo Stato cerca sempre di tendere la mano, anche se potrebbe fare di più, nei confronti delle piccole imprese.

    Che la pressione fiscale sia eccessiva, questo è fuori discussione: nel 2022 ha raggiunto il livello record pari a 43,5%, secondo i dati Istat. E anche se il sistema fiscale italiano concede la possibilità di sanare le imposte non pagate, bisogna sempre versarle (e in misura sempre più elevata).

    Tuttavia, la possibilità di ridurre le imposte esiste e allo stesso tempo ti permette di avere capacità liquidi di pagare le tasse giuste, tutte e senza problemi: perché non approfittare ora così da non subire più questa pesante pressione fiscale?

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