Flat tax, Irap, versamenti mensili, catasto e cashback: questi sono i principali interventi che la riforma fiscale 2022 dovrebbe portare al traguardo dopo una serie di discussioni partite ad ottobre 2021. Vediamo nei dettagli di cosa si tratta.
Riforma fiscale 2022: l’obiettivo principale
Fare presto per evitare di perdere i soldi del Pnnr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è una delle prerogative della riforma fiscale 2022. Senza la riforma rischiamo di perdere i fondi per il piano di sviluppo elargiti dall’Europa per far fronte alla crisi economico-sanitaria.
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Da ottobre ormai i lavori vanno avanti senza ancora arrivare ad una presa di posizione definitiva a causa delle continue vedute diverse da parte dei vari partiti. Nonostante i vari tira e molla la riforma fiscale si farà e porterà con sé novità.
Tra gli obiettivi della riforma vi è quello di aumentare l’efficacia e l’efficienza del sistema tributario. E tutto ciò dovrà avvenire grazie alla semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese.
Riforma fiscale 2022: come cambia il regime forfettario?
Andando nei dettagli, viene confermata la flat tax per le partite Iva che non superano la soglia di 65.000 euro lordi annui di ricavi. Contemporaneamente, per tutti coloro che superano questa soglia, ma restando sempre dentro il limite di 80.000 euro viene previsto un periodo transitorio prima di passare direttamente al regime di tassazione progressivo Irpef.
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In questi due anni, il contribuente può beneficiare di un’aliquota forfettaria già definita easy tax che dovrebbe attestarsi al 20%. Questo per evitare il brusco balzo verso la tassazione progressiva Irpef.
Tra l’altro, una parte del gettito dei forfettari potrebbe essere destinata a Comuni e Regioni, in base alla residenza.
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Riforma fiscale 2022: Irap e nuovi versamenti
Riguardo all’Irap viene confermato il progetto di eliminazione per le società di persone, studi associati e società tra professionisti. Quindi chi saranno i soli a pagarla? Le società di capitali, nella fattispecie srl e spa.
Un’altra importante novità, ormai al traguardo dopo aver trovato l’appoggio anche delle forze di maggioranza, riguarda la modifica del meccanismo di pagamento delle imposte. Tutto questo per redistribuire il carico fiscale, attraverso la mensilizzazione di acconti e saldi.
Con la riforma i versamenti potrebbe essere così riformulati:
- versamento del saldo e del primo acconto tramite 6 rate mensili di pari importo da luglio a dicembre dello stesso anno;
- versamento del secondo acconto mediante due opzioni: un’unica soluzione entro il 31 gennaio dell’anno seguente o tramite 6 rate mensili di pari importo da gennaio a giugno dell’anno seguente.
Ovviamente, tutti i pagamenti senza sanzioni e interessi.
Riforma fiscale 2022: misure minori ma di primaria importanza
Quanto all’Irpef, il punto focale sono i redditi medio bassi. Si prevede infatti l’eliminazione del terzo scaglione di reddito (quello del 38%) e l’applicazione di una tax area per i redditi più bassi.
Relativamente al catasto, nota dolente di questa riforma, al momento non sono previsti
particolari cambiamenti. Ad oggi, si potrebbe ipotizzare un’ottimizzazione della situazione attuale per mappare e localizzare gli immobili, volta a far emergere le strutture fantasma o irregolari.
Confermato anche il percorso per rendere sempre più digitale il Fisco. Con la riforma infatti, viene previsto il pagamento delle imposte per via telematica e il divieto di richiesta di documenti se sono già in possesso presso dell’amministrazione.
Verrà, infine, introdotto nuovamente il cashback con rimborsi erogati in tempi più ristretti tramite piattaforme telematiche.
Chi subirà di più?
Stando alle attuali disposizioni, soprattutto per quanto riguarda i soggetti che ricevono in cambio denaro per avere dato in affitto un immobile, le tasse dovrebbero aumentare. Infatti, ancora non si è riusciti a giungere ad una quadra definitiva proprio per questo scoglio.
L’eliminazione dell’Irap per una determinata categoria di contribuente, tra l’altro, potrebbe significare un aumento di pressione fiscale per loro, perché il mancato gettito dei soggetti esclusi dovrebbe essere pure ricavato da qualche parte.
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