Rimborso chilometrico: la check list per calcolarlo ed evitare controlli fiscali

di Soluzione Tasse
13 Gen, 2021
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    Come abbattere il peso delle tasse? Questo è quello che si chiedono molti imprenditori, soprattutto ad ogni inizio anno, perché si rendono  conto che, quello che hanno fatto fino a ieri, non è bastato per ridurre il peso del Fisco.

    Uno strumento per ridurre le tasse, può essere il rimborso chilometrico, cui utilizzo non è semplice e finire sotto la lente del Fisco è molto facile. Come devi calcolarli per evitare controllo fiscali? Oggi ti forniamo la check list per un rimborso chilometrico fiscalmente inattaccabile.

    Rimborso chilometrico: sai cos’è?

    Le famose trasferte sono diventate ormai un’abitudine per qualsiasi attività. 

    Ogni azienda e i propri dipendenti decidono di spostarsi con i mezzi a proprio piacimento: auto aziendale o auto personale. Proprio chi si sposta dal luogo abituale di lavoro per conto dell’azienda stessa, ma con la propria auto, ha diritto ai rimborsi chilometrici.

    Leggi anche: Auto aziendale o auto personale: quale soluzione ti fa pagare meno tasse

    Il rimborso chilometrico è quello strumento utilizzato per rimborsare l’imprenditore per i chilometri percorsi per raggiungere il luogo di destinazione e tornare in azienda. Insomma i chilometri che hai fatto esclusivamente per la trasferta lavorativa all’interno del territorio comunale, o fuori, in cui si trova l’azienda.

    L’importo da rimborsare viene calcolato in base ai chilometri percorsi. La base di calcolo sono i valori stabiliti dalla tabella ACI tenuto conto di determinati limiti fiscali:

    • 17 cavalli fiscali per le auto a benzina.
    • 20 cavalli fiscali per le auto diesel.

    Come se la tua auto avesse 17 o 20 cavalli fiscali.

    Rimborso chilometrico: perché è più vantaggioso?

    Rispetto all’auto aziendale o ai buoni benzina, il rimborso chilometrico, è più vantaggioso sia per l’azienda che per chi lo utilizza. Infatti, chi lo ha utilizzato si è reso conto che è più alto se paragonato al costo del carburante.

    E se ti stessi domandando il perché, ecco la risposta: nei valori riportati nella tabella ACI sono inclusi anche costi di manutenzione e assicurazione ad esempio (non solo il costo del carburante).

    Un rimborso maggiore rispetto, ad esempio, i buoni benzina. E possiamo definirlo come un metodo alternativo per poter prelevare i denari dalla srl, evitando di distribuire utili e pagando ulteriori tasse.

    Leggi anche: Distribuzione utili srl: come evitare di pagare la ritenuta del 26% e metterli al sicuro

    Quello che devi considerare – fondamentale per utilizzare il rimborso chilometrico – è che la trasferta vera e documentata. Tra l’altro, può essere utilizzato anche senza busta paga. 

    L’azienda, oltre a evitare di pagare l’imposta per la distribuzione degli utili, deduce un costo pari ai km sostenuti dal dipendente o amministratore con la propria vettura calcolati attraverso le tabelle ACI. 

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    Rimborso chilometrico: come calcolarlo correttamente?

    È frequente, purtroppo, un uso improprio del sistema di rimborsi, soprattutto per le indennità chilometriche. Pertanto, per evitare controlli fiscale è necessario calcolarlo correttamente. Solo così sarai sicuro di non aver nessun problema con il Fisco.

    Calcolo del rimborso attraverso Tabella ACI

    La prima cosa che devi fare è andare sul sito http://www.aci.it/ e andare sulla sezione Costi chilometrici

    Dopo devi: individuare il modello di auto che utilizzi per le trasferte, trovare il relativo rimborso chilometrico unitario e moltiplicare per i chilometri che ha percorso per la relativa trasferta.

    Ciò che ne deriva è la somma che deve essere erogata per la trasferta. 

    Facciamo un esempio per farti capire meglio:

    Se la tabella ACI stabilisce un rimborso chilometrico di euro 0,4622 ti basta solo moltiplicare i chilometri ed ecco la somma da erogare. Tu, su 1000 chilometri percorsi, ricevi un rimborso chilometrico, esente tasse e contributi, pari a 462,20 euro (0,4622 x 1000),

    Deducibilità per l’azienda.

    Il costo chilometrico viene dedotto in base al tipo di auto e, come detto, tenuto conto di determinati limiti fiscali: 17 cavalli benzina e 20 cavalli diesel. 

    In questo caso, se il rimborso chilometrico è di euro 0,4622, per la deducibilità dal reddito d’impresa, quindi della tua azienda, scende a 0,3524.

    Ciò significa che la tua azienda può scaricare il costo, sui chilometri percorsi da te o dai dipendenti, con precisione solo seguendo questi determinati limiti. L’azienda sempre sugli stessi chilometri percorsi si può scaricare un rimborso chilometrico pari a 352,40 euro (0,3524 x 1.000).

    Evita di errori che possono costare tanto

    Se superi la soglia dei 17 cavalli per le auto a benzina e 20 per i diesel e continui a dedurre anche il costo aggiuntivo, allora poi avrai problemi. La normativa lo dice chiaramente: devi dedurre entro quel limite, mentre la quota superiore ai limiti è indeducibili.

    La parte eccedente i 352,40 euro l’azienda non può dedurla, perché supera i limiti stabiliti. Il problema, dunque, è saperli calcolare: restituire tutto quello dedotto, più sanzioni e interessi sembra impossibile, ma è molto semplice.

    Purtroppo, si commettono molti errori di calcolo, vuoi per pagare meno tasse vuoi perché non si conosce per bene la materia. In un paese dove la pressione fiscale si attesta intorno al 58%, si cerca di eludere il Fisco in vari modi.

    Trovare soluzione legali, e utilizzarle in maniera corretta, per abbattere il peso delle tasse, invece,  è una prerogativa a cui nessun imprenditore può esimersi.

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