L’Agenzia delle Entrate ha fornito importanti chiarimenti sulla rinuncia al TFM da parte degli amministratori. Soprattutto per quanto riguarda le conseguenze fiscali in capo alla società sia se si tratti di socio amministratore che amministratore non socio.
Rinuncia al TFM: come viene classificata per la srl?
Il TFM, acronimo di Trattamento di Fine Mandato, è stato e sarà sempre oggetto del nostro blog, poiché parliamo di uno degli strumenti di pianificazione fiscale più utilizzati per ridurre le imposte a debito della srl.
Per chi fosse nuovo qui dentro, il TFM, rappresenta la buonuscita dell’amministratore. Una sorta di indennità che l’amministratore della srl riceve alla fine del proprio mandato, cioè quando cessa il rapporto di collaborazione coordinata e continuativa con la società amministrata.
Leggi anche: TFM amministratori: scopri cos’è e perché è importante utilizzarlo
Il TFM permette alla società di abbattere l’imponibile su cui calcolare l’imposta a debito. In più, l’amministratore che lo riceve, beneficia di un importante vantaggio fiscale, poiché viene tassato separatamente con l’aliquota media degli ultimi due anni. Dunque, un bel tornaconto utile per entrambi i soggetti.
Il problema può sorgere quando l’amministratore rinuncia al TFM. L’Agenzia delle Entrate, infatti, attraverso la risoluzione 124 del 2017 ha fornito importanti chiarimenti in merito al corretto regime fiscale applicabile in caso di rinuncia al trattamento.
Prima di analizzare quanto stabilito dalla risoluzione, sottolineiamo che, l’Agenzia delle Entrate, negli anni ha modificato il trattamento fiscale relativo alla rinuncia dei crediti.
Leggi anche: Come abbattere l’utile della tua SRL e ridurre le imposte con il TFM
Quando a rinunciare al credito è la società, in questo caso il TFM, la somma di denaro viene classificata come sopravvenienza attiva – ovvero componente straordinaria di reddito – e quindi eventualmente soggetta a tassazione. Ad essere tassata, pertanto, è la parte che va oltre il valore fiscale.
Non sempre succede questo, però.
Richiedi la tua prima consulenza gratuita
Rinuncia dell’amministratore socio: effetti sulla società
La risoluzione in commento, infatti, distingue due fattispecie di rinuncia al TFM:
- da parte degli amministratori soci;
- da parte degli amministratori non soci.
La rinuncia al Trattamento di Fine Mandato da parte del socio amministratore, secondo l’Agenzia delle Entrate, è paragonabile all’apporto di nuove risorse al patrimonio della società. Conseguentemente, aumenta anche il costo della partecipazione posseduta dagli amministratori soci.
Leggi anche: Chi può utilizzare il TFM?
La società partecipata non dovrà versare alcuna imposta relativamente alla sopravvenienza attiva. Questo perché, secondo l’articolo 88, comma 4-bis, Tuir, non trattandosi di società, ma di persone fisiche, non è possibile stabilire la differenza tra il valore fiscale dei crediti rinunciati e il loro valore nominale.
L’amministratore, pertanto, non deve nemmeno fornire alcuna comunicazione all’Agenzia delle Entrate poiché non è possibile stabilire la differenza tra valore fiscale e valore nominale dei crediti.
Rinuncia dell’amministratore non socio: effetti sulla società
Se invece a rinunciare al TFM è l’amministratore non socio la situazione cambia. Non è possibile applicare la stessa disposizione stabilita dal predetto comma, poiché il 4 bis fa riferimento esplicitamente alla figura del socio.
Quando siamo di fronte alla rinuncia da parte di non soci, trova applicazione quanto stabilito dall’articolo 88, comma 1, Tuir. L’articolo in questione afferma che possono nascere due situazioni:
- se la società ha dedotto negli anni le quote del TFM accantonate, sarà costretta a tassare come se fossero delle sopravvenienze attive;
- se non ha dedotto alcuna quota non è tenuta al versamento di alcuna imposta.
Queste sono le possibili conseguenze fiscali per la società.
Per quanto riguarda le possibili conseguenze sull’amministratore ti invitiamo a leggere l’articolo del nostro blog: TFM: sai quali sono le conseguenze fiscali se prima lo utilizzi e poi ci rinunci?
Ma il problema è solo la rinuncia al TFM?
A parte l’aspetto della rinuncia, il TFM, come strumento di pianificazione fiscale, non è semplice da utilizzare. Necessita di determinati accorgimenti per evitare che ogni deduzione possa poi trasformarsi in addizione e, a sua volta, in tasse da pagare da parte della srl.
Pertanto, affidarsi a professionisti che maneggiano il TFM quotidianamente, è la soluzione ideale per utilizzarlo in maniera fiscalmente inattaccabile. Contribuendo,
così, a creare un tesoretto per l’amministratore alla fine del suo mandato, che di solito sei tu imprenditore, e garantire alla srl un costo aggiuntivo annuale per abbattere la base imponibile.
Come Soluzione Tasse, grazie al nostro di team di 35 professionisti, di cui 28 commercialisti, 6 avvocati e 1 un ex ufficiale della Guardia di Finanza, possiamo aiutarti a:
- fare una pianificazione fiscale strategica, attraverso la quale si può arrivare a ridurre il carico fiscale dal 20 al 50%;
- tutelare il patrimonio aziendale e la salvaguardia del passaggio generazionale per mettere la propria ricchezza al riparo dai possibili creditori (che possono essere Fornitori, Banche e soprattutto Fisco);
- applicare strumenti di Welfare aziendale, con cui abbattere il costo del lavoro e portare benefici non solo all’azienda ma anche al dipendente;
- ottenere una crescita esponenziale, attraverso gli stessi strumenti che abbiamo usato per creare da zero e in soli 5 anni, un gruppo aziendale che fattura oltre 25 milioni e che abbiamo quotato alla borsa di Milano.
Compila ora il questionario: 2 minuti del tuo tempo possono cambiare per sempre il tuo futuro fiscale, della tua impresa e della tua famiglia.