Risparmi e conto correnti non avranno più segreti. Con l’introduzione del Risparmiometro l’Agenzia delle Entrate, grazie a controlli incrociati, avrà il potere di verificare quanti soldi hai e quanti ne hai spesi.
Dopo un periodo di prova relativamente breve, tra il 2013 ed il 2014, il nuovo strumento entrerà in vigore a pieno regime.
Ma come funziona questo nuovo meccanismo spia introdotto? Vediamo di capire quali conseguenze porterà con sé questo nuovo strumento fiscale.
Che cos’è il Risparmiometro?
Dopo l’ok del Garante della Privacy, il Risparmiometro ha “finalmente” via libera per poter portare avanti il suo operato. Si tratta di una sorta di Super Anagrafe Tributaria che avrà pieno controllo sui conti in banca degli italiani al fine di scovare casi di evasione fiscale.
In pratica, la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate, potendo reperire tutte le informazione relativi ai risparmi degli italiani, incrocia questi dati con quelli che dichiari e poi valuta e verifica se quello che hai speso per i tuoi acquisti, sia conforme con quello che hai dichiarato.
Sostanzialmente, ha il compito di verificare eventuali casi di evasione. Quindi, se hai depositato tutti i tuoi guadagni, ma continui ad effettuare delle spese anche quotidiane, si suppone che tu hai delle entrate in NERO che ti consentono di poter fronteggiare agli acquisti quali cibo, spese per la casa ed altro ancora.
E questo non è assolutamente accettabile per il Fisco, perché, giustamente, lui stesso suppone che, alcune spese, li devi fare quasi obbligatoriamente.
Conseguentemente se depositi tutto, ma allo stesso tempo continui a fare acquisti per la quotidianità, allora c’è qualcosa non va.
Richiedi la tua prima consulenza gratuita
Quando scatta la verifica?
Dal momento in cui, dall’incrocio dei dati, ne consegue che c’è uno squilibrio tra quello che hai speso e quello che hai dichiarato, mentre i conti sono aumentati o sono rimasti immutati, scatta la verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate. Perché se i conti sono uguali “come hai effettuato questi acquisti?”
Tale verifica, non scatta subito, ma solo nel momento in cui lo squilibrio sia superiore al 20%.
Se succede questo, sarai chiamato dall’Agenzia delle Entrate e dovrai dimostrare che i tuoi risparmi sono regolari e che non derivano da alcun lavoro in nero o da evasione fiscale.
Qualora non riesci a dimostrare, non riesci a convincere il funzionario di turno, che i tuoi guadagni e le tue spese sono regolari, si avvia la fase di accertamento fiscale e, come sai, nel caso si comprova un illecito, sarai sanzionato.
A chi si applica il Risparmiometro?
Il Risparmiometro, come se non bastasse, potrà porre il suo controllo non solo sui conti correnti, ma anche su rapporti finanziari, azioni, obbligazioni, libretti postali, fondi pensione, buoni fruttiferi e carte di credito. E, molto probabilmente, la verifica non sarà limitata solo a quest’anno, ma si rifarà anche sugli altri precedenti.
Ad essere sottoposti a controllo ed ad incrocio dei dati saranno tutti conto correnti, a partire dal piccolo contribuente, fino ad arrivare a quello delle società. E proprio il fatto di poter incrociare tutta una serie di dati privati (come quelli del conto corrente) gli accertamenti, tenderanno ad aumentare sensibilmente.
Pertanto, se sei spinto far acquisti in nero, proprio per evitare di dichiarare tutti i tuoi guadagni, sappi che è la cosa più sbagliata. Puoi evitare di ridurre il tuo carico fiscale, semplicemente utilizzando specifiche strategie di pianificazione fiscale.