Scadenze fiscali 2020: il calendario dopo il lockdown

di Soluzione Tasse
17 Giu, 2020
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    Con la ripresa delle attività produttive e l’inizio delle Fase 2, il Fisco, anche se in maniera meno arrogante del solito, torna a battere cassa. 

    Le scadenze fiscali 2020,  a causa dell’emergenza sanitaria, vengono stravolte. Alcune imposte come saldo 2019 e acconto 2020 Irap sono state eliminate, altri adempimenti periodici invece, hanno subito una serie di proroghe.

    Scadenze fiscali 2020: cosa pagheremo a giugno?

    Consapevole delle tante difficoltà che le imprese hanno dovuto affrontare a causa del lockdown, il Governo ha riscritto il calendario fiscale. 

    Scadenze fiscali entro il 16 giugno

    saremo chiamati a versare:

    • le ritenute su redditi lavoro dipendente e contributi Inps relativi al mese di maggio 2020;
    • l’Iva relativa alla liquidazione del mese di maggio 2020;
    • le ritenute su lavoro autonomo mese di maggio 2020;
    • i contributi Inps Gestione Separata.

    Scadenze fiscali entro il 28 giugno

    Il 28 Giugno 2020 invece, scade il termine di 180 giorni (prorogato a causa dell’emergenza) per l’approvazione del bilancio per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2019.

    Scadenze fiscali entro il 20 Luglio 2020

    Proroga il termine di versamento del saldo 2019 e del primo acconto 2020 ai fini delle imposte sui redditi e dell’Iva, per i contribuenti interessati dall’applicazione degli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA), compresi quelli aderenti al regime forfetario.

    Il termine di versamento in scadenza il 30 giugno sarà prorogato al 20 luglio, senza corresponsione di interessi.

    Chi decide di pagare oltre il 20 luglio sarà soggetto della consueta maggiorazione dello 0,40%.

    Scadenze rinviate a Settembre

    Le imprese che, per contrastare gli effetti della chiusura, durante l’emergenza sanitaria sono esentate dal pagamento delle tasse, vivranno invece un settembre nero

    Sono infatti rinviati al 16 settembre 2020 tutti i versamenti delle ritenute sui redditi da lavoro dipendente, Iva, contributi previdenziali e assistenziali e premi per assicurazione obbligatoria in scadenza nel periodo compreso tra:

    • 1 aprile 2020 e 31 maggio 2020 per le imprese con ricavi o compensi fino a 50 milioni di euro nel periodo d’imposta precedente, che hanno subito una riduzione del fatturato di almeno il 33% nei mesi di marzo e aprile 2020 rispetto allo stesso mese del precedente periodo d’imposta;
    • 8 marzo 2020 e 31 marzo 2020 per le imprese con ricavi inferiori a 2 milioni di euro o con sede nelle Province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza;
    • 2 marzo 2020 e 30 aprile 2020 per le imprese duramente colpite dalla crisi;
    • 2 marzo 2020 e 30 giugno 2020 per le imprese del settore sportivo.

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    La sospensione dei versamenti approvata con il decreto Rilancio sarà valida fino al 16 settembre 2020. A decorrere da quelle data, le tasse non pagate dovranno essere versate senza applicazione di sanzioni e interessi:

    • entro il 16 settembre 2020 in unica rata 
    • o in quattro rate mensili di pari importo, con il versamento della prima rata entro il 16 settembre 2020.

    A partire dal 30 settembre, invece, riprenderà l’invio delle notifiche delle cartelle esattoriali che erano state congelate per il periodo compreso tra marzo e fine agosto. A decorrere dalla stessa data anche l’Amministrazione Finanziaria procederà con l’invio degli atti di recupero (per compensazioni indebite effettuate in passato, ad esempio).  

    Riprenderanno a pieno regime, a partire dell’1 settembre, i pignoramenti su stipendi e pensioni.

    Infine, entro il 10 dicembre, chi ha aderito, dovrà pagare le rate della rottamazione ter o del saldo e stralcio relative a quest’anno.

    Le tasse, come vedi, sono state rinviate: solo l’Irap hanno eliminato. Il resto, prima o poi lo dovrai pagare e magari ti troverai anche tu a settembre a dover fronteggiare F24 da versare abbastanza consistenti

    Ancora oggi, come da molto tempo del resto, si parla di riduzione di tasse ma mai si è proseguito per abbattere veramente la pressione del Fisco sulle casse delle imprese. 

    Praticamente ti trovi ad un bivio

    • aspettare che sia lo Stato ad abbassare le tasse (lo farà?) 
    • oppure – sapendo che si mette in gioco il proprio futuro, dei propri familiari e quello dei dipendenti – prendere in mano la situazione e affidarsi a professionisti specializzati nel risparmio fiscale. 

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