La tassazione dei dividendi del socio non imprenditore prevede l’applicazione di un’aliquota del 26% sull’utile erogato. Tuttavia, vi sono dei casi in cui l’imposta non è dovuta e altri invece in cui è possibile evitarla utilizzando specifiche strategie di pianificazione fiscale.
Il dividendo: una ricompensa per gli azionisti
Il dividendo rappresenta una percentuale degli utili di una società che viene distribuita a tutti i soci in base alla quota di partecipazione al termine di un determinato esercizio.
La distribuzione del dividendo viene approvata dall’assemblea, su indicazione degli amministratori. Per distribuirli non è necessario che l’azienda sia in utile. Vi sono casi, infatti, in cui anche se l’esercizio chiuso in utile, dividendi possono non essere distribuiti ma utilizzati per altri scopi.
Un esempio?
- Ripianare perdite pregresse.
- Fare investimenti per la crescita aziendale.
- Rafforzare la società dal punto di vista patrimoniale.
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La distribuzione dei dividendi, quindi, non è sempre automatica. Poi, può capitare pure che vengano distribuiti dividendi prodotti negli anni precedenti e non in quello in corso.
Indipendente da tutto ciò, il socio, quando gli viene staccato un dividendo, ottiene un “guadagno”. Come tale, subisce una pesante tassazione.
La tassazione dei dividendi del socio NON imprenditore
La tassazione dei dividendi è molto varia: dipende dalla natura giuridica e fiscale del socio, imprenditore o non imprenditore, e dal tipo di società che beneficia della porzione di utile (società di persone o di capitali).
Oggi ci vogliamo occupare della tassazione dei dividendi distribuiti ai soci non imprenditori.
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Per il socio persona fisica non imprenditore i dividendi sono soggetti a una ritenuta a titolo di imposta del 26% (articolo 27 del Decreto del Presidente della Repubblica del 29/09/1973 n. 600).
La ritenuta del 26%, fino al 2017, veniva applicata solo sui dividendi relativi a partecipazioni non qualificate. Dal 2018, questo regime è stato esteso anche ai dividendi su partecipazioni qualificate (salvo alcune normative transitorie in via del tutto eccezionale). Di conseguenza, i dividendi qualificati e non qualificati vengono trattati fiscalmente in egual modo.
Gestione tasse: l’applicazione della ritenuta
La ritenuta sui dividendi viene applicata sull’intero importo del dividendo erogato al socio non imprenditore e deve essere versata entro il 16 del mese successivo al trimestre solare in cui avviene la distribuzione dell’utile.
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Il versamento deve essere fatto estesamente con modello F24, indicando:
- codice tributo 1035;
- periodo di riferimento;
- ultimo mese del trimestre.
Esempio:
se al socio viene staccato un dividendo dal valore di 26.000 euro nel primo trimestre (gennaio – marzo), la ritenuta da versare è pari a 6.750 euro; e deve essere versata entro il 16 aprile.
La ritenuta, tuttavia, non è sempre obbligatoria.
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Eccezioni e agevolazioni: quando la ritenuta non è applicabile
Ci sono alcune situazioni in cui non devi preoccuparti di pagare la tassa sui dividendi che ricevi.
Uno fra tutti, quello relativo alla partecipazione detenuta sotto forma di risparmio gestito. Se hai partecipazioni nel risparmio gestito, tramite una banca o un istituto finanziario, loro si occuperanno di trattenere e versare la tassa per te.
Quindi, non devi fare nulla in questo caso!
Inoltre, se sei un imprenditore o possiedi una società, non dovrai pagare la ritenuta del 26% sui dividendi. Questo perché i dividendi per te sono considerati parte del reddito della tua attività, e non reddito separato da tassare.
Massimizza i benefici: evita l’imposta del 26%
Ora che sai come funziona la tassazione dei dividendi per il socio persona fisica non imprenditore, puoi strutturare la strategia migliore per massimizzare i tuoi profitti senza dover disperdere denaro in tasse.
Per una corretta gestione delle tue entrate e assicurarti un’adeguata applicazione della tassazione dei dividendi devi adottare un attenta pianificazione fiscale. Grazie a questo strumento, avrai la possibilità, anche se non sei un imprenditore o una società, di evitare l’imposta del 26%.
Leggi anche: Distribuzione utili srl: come evitare di pagare la ritenuta del 26% e metterli al sicuro
Come?
Utilizzando diversi strumenti di pianificazione fiscale (TFM, rimborsi, Royalties). In questo modo potrai beneficiare di due vantaggi:
- evitare questa ulteriore imposta (che comporta la doppia tassazione dell’utile prodotto dalla srl);
- prelevare denaro della srl ottimizzando sia la fiscalità che la parte contributiva.
Un doppio vantaggio, tuttavia, ignorato da molti imprenditori!
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