Tassazione dividendi Società Semplice: come vengono tassati?

di Roberto
11 Nov, 2021
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    Dal 2020 i dividendi distribuiti dalla società semplice sono soggette ad una nuova disciplina fiscale. Secondo l’attuale normativa, i dividendi, si intendono percepiti per trasparenza da tutti i soci e, come tali, sono tassati con il relativo regime fiscale.

    Dunque, come funziona la tassazione dei dividendi della società semplice dal 2020 e chi paga le imposte?

    Società Semplice tassazione: una fiscalità per ogni reddito 

    La società semplice possiamo definirla come un ente a sé stante. Per questo motivo il reddito viene ripartito tra i soci in base alla propria quota di partecipazione agli utili della stessa, indipendentemente dalla percezione.

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    Il trattamento fiscale della società semplice è equiparabile a quello delle persone fisiche. La società semplice può produrre qualsiasi tipo di reddito ad eccezione del reddito d’impresa, per cui esiste un limite normativo fondamentale. Non può svolgere infatti attività commerciale.

    Questo cosa significa?

    Facciamo un esempio. Supponiamo che la società semplice svolge attività di gestione di immobili e che questi vengono locati. La società in questo caso incassa della liquidità. Supponiamo poi che questa liquidità viene investita in campo finanziario, ad esempio attraverso l’acquisto di titoli, cosa succederebbe?

    Succederebbe che avremmo due tipologie di reddito:

    • quello derivante dagli immobili locati;
    • quello che ne deriva dall’investimento in titoli.

    Queste due tipologie di reddito partecipano assieme a concorrere il guadagno totale della società semplice, solo che ogni categoria verrà trattata in base alla disciplina prevista per quella tipologia di ricavo

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    Il reddito derivante da queste due attività verrà poi ripartito tra i soci che subiscono una tassazione in base al regime fiscale di trasparenza e, come detto, indipendentemente se percepiscono o meno il dividendo.

    La società semplice, dunque, consegue diverse categorie di reddito, tranne quello d’impresa per ovvie ragioni, che vanno a formare quello complessivo da ripartire tra i soci proporzionalmente al conferimento effettuato nella società.

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    Dividendi e tassazione: cosa cambia dal 2020

    Detto ciò, dal 2020, con l’articolo 32-quater del decreto-legge n. 124 del 2019 è stato introdotta una nuova disciplina fiscale dei dividendi distribuiti alle società semplici

    La nuova disposizione normativa stabilisce che, i dividendi della società semplice distribuiti ai soci, si intendono percepiti per trasparenza e quindi con conseguente applicazione del relativo regime fiscale.

    Cosa ne deriva da questa nuova displicima fiscale?

    A partire dal 2020, fatto salve alcune disposizioni specifiche a carattere transitorio, per i dividendi imputati a:

    • società di capitali residenti, vale il regime della PEX (Partecipation Exemption) per cui sono imponibili solo al 5% (con Ires al 24%) con il restante 95% detassato;
    • imprenditori individuali e alle società di persone residenti, vale il corrispondente regime fiscale e quindi sono imponibili per il 58,14% del loro importo con relativa aliquota Irpef;
    • persone fisiche, che non svolgono attività d’impresa, vale il principio della ritenuta d’imposta del 26%, quindi è imponibile tutto il dividendo che sconta la predetta aliquota.

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    Dunque, in base al soggetto che percepisce il dividendo si applica la relativa tassazione, anche nel caso in cui ci fosse il tramite della società, in questo caso la società semplice.

    La società semplice: come farla diventare una Cassaforte

    Alla luce di tutto ciò, la società semplice viene utilizzata per la protezione del patrimonio, quindi non propriamente per distribuire utili. Può diventare, infatti, una vera Cassaforte dove inserire tutti i beni della famiglia, a cui partecipano tutti i familiari.

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    Una sorta di holding società semplice economica e di forte impatto per il patrimonio aziendale e familiare. Questo, sia per i bassi costi di gestione alla quale è sottoposta, sia per quanto riguarda la semplicità e duttilità della relativa governance. Ma anche per la possibilità di inserire apposite clausole per preservare l’appartenenza familiare della compagine sociale.

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    Risulta essere uno strumento di particolare importante, anche per la pianificazione successoria, per evitare che, il passaggio da padre in figlio, non comprometti la vita dell’azienda e la porti al fallimento (come succede nel 30% dei casi in un non viene effettuato il passaggio generazionale per tempo).

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