Welfare aziendale o fringe benefit 2023: cosa conviene all’impresa?

di Redazione Soluzione Tasse
25 Mag, 2023
Tempo di lettura
( parole )

Conserva ora questo articolo!

Inserisci qui sotto il tuo nome e la tua email. Riceverai subito un'email, con un link per rileggere l’articolo tutte le volte che vuoi.

    Per aumentare il benessere del clima aziendale e incrementare conseguentemente la produttività sempre più aziende utilizzano il welfare aziendale e i fringe benefit da riconoscere ai propri dipendenti. Due strumenti apparentemente simili ma diversi tra di loro. In questo articolo vedremo cosa sono questi due strumenti e quale potrebbe risultare più conveniente per le casse dell’impresa.

    Welfare aziendale o fringe benefit: cosa sono?

    Se fino a qualche anno fa erano poche le imprese a utilizzare strumenti per incentivare i dipendenti, oggi, soprattutto dopo la pandemia, non più. Le aziende che utilizzano strumenti incentivanti, infatti, sono in continuo aumento. 

    Il nostro sistema tributario mette a disposizione diversi strumenti, così da consentire all’azienda quale sia più conveniente per lei e per i propri dipendenti. Due su tutti: il welfare aziendale e i fringe benefit

    Andiamo a dare una definizione di entrambi gli strumenti.

    Il welfare aziendale è l’insieme di beni e servizi che viene erogato dall’impresa al dipendente con l’obiettivo di integrare la normale retribuzione. In buona sostanza, possiamo definirlo come una modalità di aumento dello stipendio senza l’utilizzo monetario. 

    Leggi anche: Welfare aziendale: come ridurre il costo del lavoro per aumentare la liquidità e la produttività

    I servizi e i beni offerti tramite il welfare – stabiliti dopo un’analisi delle esigenze dei propri dipendenti – è come se venissero comprati dall’azienda e poi erogati. 

    L’azienda, su questi beni, non versa contribuzione Inps (circa il 30% sull’imponibile previdenziale) e non paga Inail. Ciò rende questo strumento un valido strumento di integrazione salariale.

    Lo scopo del welfare è quello di aiutare la conciliazione vita-lavoro.

    I fringe benefits sono anch’essi compensi non monetari. Si tratta, infatti, di beni e servizi erogati al dipendente (a tutti oppure solo al singolo collaboratore) senza che vi sia un obbligo di natura normativa. In altre parole, è una scelta che viene fatta dall’azienda al fine di incentivare e valorizzare i propri collaboratori.

    Differenza tra welfare aziendale e fringe benefit

    I due strumenti, apparentemente uguali, sono diversi tra di loro.

    Il welfare aziendale, ad esempio, per beneficiare dell’esenzione fiscale e previdenziale (parziale e totale) deve essere offerto dall’azienda alla generalità dei dipendenti. Oppure a una determinata categoria individuata dall’azienda. Ad esempio, a tutti i dipendenti che hanno una RAL (retribuzione annua lorda) pari a 35.000 oppure a quelli al di sotto di questa soglia.

    Richiedi la tua prima consulenza gratuita

    Inoltre, è istituto attraverso un accordo o contratto oppure essere offerto unilateralmente. Differenza dalla quale può viene poi stabilita la percentuale di deducibilità:

    • deducibile ai fini Ires integrale se è regolato mediante accordo;
    • deducibile nel limite del ​​5 per mille se lo stesso strumento di welfare viene offerto come atto unilaterale.

    Leggi anche: Welfare aziendale: come offrire un compenso esente agli amministratori

    I fringe benefit, invece, possono essere erogati anche al singolo lavoratore, assumendo così anche assumendo anche la caratteristica di una sorta di premialità nei confronti dello stesso.

    Altra differenza?

    La soglia di non imponibilità, e quindi esentasse dei due strumenti.

    I fringe benefit, infatti, sono esentasse e senza contributi fino alla soglia  258,23 euro. Oltre questa soglia, invece, diventano tassabili. Da ricordare che, la soglia dei fringe, è stata innalzata dal Decreto Lavoro per i dipendenti con figli a carico.

    Leggi anche: Decreto Lavoro, fringe benefit 2023: esentasse fino a 3.000 euro

    Il welfare, invece, presenta limiti maggiori (in base al servizio o bene erogato).

    Due strumenti, quindi, che pur avendo apparentemente lo stesso, presentano differenze tra di loro. Differenza che, se analizzate dettagliatamente, sono utili a stabilire quale sia lo strumento da utilizzare e quale no.

    Welfare aziendale o fringe benefit: quale utilizzare?

    Alla luce di tutto ciò, se andiamo a guardare la modalità di erogazione, sembrerebbe che il fringe benefit sia più conveniente all’azienda. Di contro, però, il welfare aziendale ha dei limiti di non immobilità maggiori e di conseguenza può aiutare l’impresa a ridurre maggiormente l’Ires che il costo del lavoro in generale. 

    Il welfare, inoltre, può essere erogato anche agli amministratori secondo una risposta dell’Agenzia delle Entrate aumentando, di fatto, i vantaggi fiscali e contributivi per l’azienda. 

    Tuttavia, non è possibile stabilire a priori quale sia lo strumento più conveniente per la tua azienda. Ogni impresa, infatti, ha le proprie prerogative, esigenze e caratteristiche, per cui necessita di un “abito da cucire su misura” evitando l’applicazione generalizzata di strategie fiscali e contributive.

    E come sai, oggigiorno, trovare soluzioni per ridurre le tasse è fondamentale per ogni impresa: solo così eviti di subire l’imposizione fiscale alla quale la tua impresa è assoggetta e utilizzare il denaro risparmiato, magari per investire e accrescere il business.

    Come Soluzione Tasse, grazie al nostro di team di 35 professionisti, tra cui Dottori Commercialisti, Avvocati e Tributaristi, possiamo aiutarti a:

    • fare una pianificazione fiscale strategica, attraverso la quale si può arrivare a ridurre il carico fiscale dal 20 al 70%;
    • tutelare il patrimonio aziendale e la salvaguardia del passaggio generazionale per mettere la propria ricchezza al riparo dai possibili creditori (che possono essere Fornitori, Banche e soprattutto Fisco);
    • ottenere una crescita esponenziale, attraverso gli stessi strumenti che abbiamo usato per creare da zero e in soli 5 anni, un gruppo aziendale che fattura oltre 25 milioni e che abbiamo quotato alla borsa di Milano.

    Compila ora il questionario: 2 minuti del tuo tempo possono cambiare per sempre il tuo futuro fiscale, della tua impresa e della tua famiglia.

    Richiedi la tua prima consulenza gratuita

    Condivi l'articolo